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Manovra. Fnopo: “Evitiamo ingiuste discriminazione tra professioni”


È quanto chiede la Federazione nazionale delle ostetriche in una lettera aperta al Governo e al Parlamento, in merito all’indennità specifica per gli infermieri prevista nella Legge di Bilancio 2021: “Si sta affermando che solo alcune professioni possono ambire ad una indennità specifica, mentre altre non dovrebbero neanche chiederla”

07 DIC - “Sarebbe quasi inutile ricordare come, in un momento così tragico per la vita del Paese, le Ostetriche e tutte le Professioni Sanitarie, e non solo, abbiano fornito il loro contributo alla lotta contro l’epidemia da Sars-Cov 2 e, purtroppo, di come tali professionisti della salute abbiano dovuto pagare e stiano pagando il loro contributo in vite umane e salute personale. Sarebbe inutile, ma forse al Governo e al Parlamento è bene ricordarlo. L’ipotesi comparsa nella bozza della Legge di Bilancio 2021 di una indennità specifica per una sola professione non è sbagliata, ma lo diventa nel momento stesso in cui c’è chi si azzarda a dichiarare, tra l’altro travalicando il proprio ruolo istituzionale, che la specificità di una sola professione appare più meritevole fino al punto di potersi considerare al di sopra delle altre”.
 
È quanto scrive la Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica in una lettera aperta al Governo e al Parlamento, sulla misura dell’indennità specifica prevista nella Legge di Bilancio 2021.
 

“Qui non si tratta più di rivendicare le proprie specificità o i propri diritti – scrivono le ostetriche – di contro invece, si sta affermando che solo alcune professioni possono ambire ad una indennità specifica, mentre altre non dovrebbero neanche chiederla o finanche ipotizzarla, soprattutto per evitare il rischio di essere imputate del reato di “lesa maestà”.
Sono passati oltre venti anni, ma - a quanto pare - non sono serviti a sancire un principio, che tutti avevamo accolto con gioia e soddisfazione, contenuto nella parte finale dell’articolo 1 della Legge 42/99, laddove - nel riconoscere pari dignità a tutte le professioni sanitarie - si stabiliva che tutti i professionisti della sanità dovessero operare “…nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali”. Evidentemente, però, c’è sempre qualcuno che si sente più rispettabile di altri”.
 
Al Governo e al Parlamento la Fnopo non può che ribadire quello che già nel luglio scorso aveva dichiarato: “Per poter realizzare tali obiettivi è altrettanto determinante che la politica dia il giusto riconoscimento a tutti i professionisti sanitari e sociosanitari, senza che si verifichino più gli spiacevoli episodi di ingiusta discriminazione tra professioni, come se ce ne fosse qualcuna più utile e/o indispensabile di altre. Non sono dunque più ammissibili disparità di trattamento come nel caso di bonus economici, Ecm o fondi di solidarietà dei precedenti decreti: Rilancio e Scuola. Per questi casi incresciosi, la Politica è ancora in tempo per operare gli opportuni correttivi”.
 
Le Ostetriche hanno apprezzato molto l’iniziativa posta in essere da molti Parlamentari – aggiungono – tramite degli emendamenti alla legge di bilancio 2021, tendenti a riconoscere pari dignità a tutte le professioni sanitarie e si aspettano, sicuramente in buona compagnia di tanti altri professionisti, che la Politica agisca nel rispetto della dignità professionale di tutti gli Eroi già dimenticati9 e non solo nei confronti di alcuni di essi.
 
La Fnopo, a nome di tutte le Ostetriche italiane – conclude la lettera – afferma che valorizzare le specificità di una sola professione sanitaria sarebbe sbagliato e ingiusto e chiede, pertanto, al Governo e al Parlamento di intervenire secondo il principio di equità e parità di trattamento”.

07 dicembre 2020
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