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Droghe. Crescono ricoveri, decessi e giro d’affari. Cannabis e cocaina le più usate. Sale consumo eroina e proliferano le droghe sintetiche. La Relazione al Parlamento 2019


Pubblicata dal Dipartimento per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio la Relazione sui dati riferiti al 2018. Spesa in crescita che supera i 15 mld. Aumenta, in media, la quantità di principio contenuto nelle amfetamine, nell’eroina e nell’hashish sequestrate. Incremento dei decessi direttamente droga-correlati che, dai 296 casi del 2017, sono passati a 334 nel 2018, particolarmente rilevante tra le donne over 40 (+92%). LA RELAZIONE

14 DIC - “La globalizzazione, l’interscambio delle merci, la mobilità delle persone e i progressi tecnologici hanno rimodellato disponibilità, scelte e utilizzi. Conseguentemente, si modificano i problemi sociali, sanitari e di sicurezza a essi associati. Ciò prospetta una serie di nuove rilevanti sfide in termini di prevenzione e tutela della salute pubblica anche in considerazione del fatto che, nel corso del 2018, continuano a crescere i decessi e i ricoveri legati al consumo di sostanze”. È quanto si legge nella Relazione al Parlamento 2019 del Dipartimenti per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio.

 
La sintesi:
 
La cannabis e i suoi derivati: diffusione sempre maggiore. Così come a livello globale, anche in Italia la cannabis si conferma la sostanza più diffusa sul mercato illegale. Gli indicatori descrivono un quadro stabile del mercato con una spesa stimata intorno ai 4,4 miliardi di euro l’anno e una percentuale di purezza alta, del 12% in media per la marijuana e del 17% per l’hashish. La diffusione della cannabis risulta evidente anche dal posto che occupa nelle azioni di contrasto: il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei quantitativi sequestrati, l’80% delle segnalazioni per art. 75 DPR n. 309/1990 (Condotte integranti illeciti amministrativi) e il 48% delle denunce alle Autorità Giudiziarie sono relative ai cannabinoidi (marijuana, hashish e piante di cannabis). Dati questi che danno la misura delle dimensioni della domanda di cannabis in Italia, soprattutto se letti insieme alla diffusione della sostanza anche fra i giovanissimi: un terzo degli studenti delle scuole superiori l’ha utilizzata almeno una volta nella vita e per oltre la metà di questi l’età di iniziazione è stata intorno ai 15-16 anni. Nel corso degli ultimi 10 anni risultano diminuiti i giovani che, in termini percentuali, hanno iniziato ad utilizzare la sostanza a prima dei 13 anni, passando da quasi il 5% degli anni 2009- 2011 all’attuale 3%.
 
Un quarto degli studenti superiori riferisce l’uso di cannabis nel corso dell’anno 2018 e la quasi totalità di questi la consuma in modo esclusivo, senza cioè associarla ad altre illecite, a differenza di quanto succede per le sostanze. Per 1 giovane consumatore di cannabis ogni 4, senza sostanziali variazioni negli ultimi anni, il consumo della sostanza può essere definibile “rischioso”: sono circa 150.000 gli studenti tra i 15 e i 19 anni che sono risultati positivi al CAST - Cannabis Abuse Screening Test e che, per le quantità e le modalità di utilizzo della sostanza, potrebbero necessitare di un sostegno clinico per gestire le conseguenze del consumo. Le attività di prevenzione svolte in ambito scolastico risultano di fondamentale importanza: se da un lato il consumo regolare della sostanza è considerato molto rischioso da quasi un terzo degli studenti che hanno utilizzato cannabis durante l’anno, dall’altro una quota altrettanto consistente non sa associare un grado di rischio al consumo regolare di cannabis, soprattutto coloro che non hanno partecipato ad attività di prevenzione, svolte in ambito scolastico, specificatamente rivolte al consumo delle sostanze psicoattive (28% contro il 7% di coloro che, invece, hanno partecipato ad attività specifiche).

Medesima condizione si osserva in relazione alla possibilità di utilizzare cannabis e decidere di non assumerla: tra chi ha svolto attività di prevenzione specifica all’utilizzo di sostanze psicoattive sono di più coloro che hanno adottato questo comportamento (41% contro il 33% di chi non ha partecipato ad attività di prevenzione specifiche). Il quadro di grande diffusione dei consumi di cannabis non si riflette tuttavia nella cura e nel trattamento di problemi correlati all’uso: l’utenza dei servizi per le tossicodipendenze in trattamento per uso primario di cannabis rappresenta l’11% del totale, e i ricoveri ospedalieri da imputare a questa sostanza costituiscono una parte ridotta, pari al 5%, di quelli direttamente droga-correlati.
 
Nuove sostanze psicoattive (nps): una sfida per la salute pubblica. Una tra le più importanti sfide per le politiche nazionali in materia di sostanze stupefacenti consiste nell’individuare gli strumenti adatti a fornire una risposta rapida ed efficace allo sviluppo di un mercato dinamico come quello delle nuove sostanze psicoattive, che imitano gli effetti di sostanze illegali già note: le cosiddette NPS – Nuove Sostanze Psicoattive (che comprendono ad esempio cannabinoidi, catinoni e oppioidi sintetici). È evidente, infatti, che la velocità di comparsa di queste nuove molecole, la vendita tramite siti web e il fatto che le informazioni disponibili su effetti e danni derivati dall’uso siano limitate, continueranno a costituire gli elementi-chiave alla base di importanti sfide per la salute pubblica e per le politiche pubbliche di settore nei prossimi anni. Grazie alla rete cooperativa nazionale ed europea, il "Sistema Nazionale di Allerta Precoce" (SNAP) costituisce un importante strumento che permette di identificare in tempi sempre più ridotti le nuove sostanze in circolazione sul nostro territorio.
 
Nel corso del 2018 sono state individuate trentanove nuove molecole (NPS) per la maggior parte appartenenti alla classe dei catinoni sintetici e delle triptamine. Quindici sostanze sono state individuate attraverso esami di laboratorio eseguiti su soggetti giunti in pronto soccorso per intossicazioni acute. Lo SNAP ha inoltre permesso di individuare in Italia tredici nuove molecole mai sequestrate in Europa. I segnali che emergono raccontano una realtà estremamente fluida con sostanze che restano sul mercato pochi mesi e poi scompaiono. Lo scorso anno, infatti, la maggior parte delle comunicazioni e informative inviate allo SNAP avevano per oggetto i cannabinoidi sintetici mentre quest’anno sono arrivate più informative relativamente a catinoni e oppioidi sintetici. A conferma di questa ipotesi anche il dato fornito dallo studio ESPAD®Italia che in un anno ha visto un decremento percentuale del 29% degli studenti che hanno riferito l’utilizzo di cannabinoidi sintetici nella vita, pur rimanendo fra le sostanze più consumate nell’anno fra i giovanissimi (5%).
 
Le operazioni antidroga, aumentate del 37% rispetto al 2017, hanno portato al sequestro di quasi 80 kg e 27.000 dosi di sostanze sintetiche. Nel 2018 i cinque Decreti emanati dal Ministero della Salute per l’aggiornamento nelle tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti hanno comportato l’inserimento di 49 nuove sostanze stupefacenti. Per prevenire la diffusione delle NPS nei giovani anche attraverso la rete web, la prevenzione rimane l’arma più efficace.
 
Cocaina: danni per la salute sempre più diffusi. A fronte di un mercato molto fiorente, stimato per una spesa di 6,5 miliardi, i dati relativi alla cocaina descrivono una situazione apparentemente stabile per ciò che riguarda la sua diffusione. I quantitativi di sostanza sequestrata e i prezzi al dettaglio non sono cambiati negli ultimi due anni e, anche se le percentuali dei giovanissimi che l’hanno utilizzata Introduzione V almeno una volta sono in leggera diminuzione (2,8% rispetto al 3,4% del 2017), rimane, dopo la cannabis, la sostanza maggiormente consumata dai poliutilizzatori. Questa sostanza rappresenta a oggi uno dei pericoli sociali di maggiore rilevanza. La cocaina è, infatti, la sostanza maggiormente accertata sui conducenti di veicoli controllati dalla Polizia Stradale nell’ambito della campagna di prevenzione dell’incidentalità stradale notturna droga-correlata condotta nel 2018.
 
Risulta inoltre la sostanza principale per la quale oltre un terzo delle persone inserite nelle comunità terapeutiche del privato sociale ha iniziato un percorso terapeutico-riabilitativo, così come il 20% degli utenti trattati presso i Servizi pubblici per le Dipendenze. Si è registrato, inoltre, sia un aumento della percentuale di principio attivo contenuto nei campioni di cocaina sequestrati, che da una concentrazione media del 33% del 2016 è passata al 68% nell’ultimo biennio, sia un aumento del 10% delle denunce alle Autorità Giudiziarie per i reati di cosiddetto spaccio e di associazione finalizzata al traffico illecito (artt. 73 e 74 DPR 309/1990) di cocaina.
 
La stessa tendenza in aumento si registra sia per le ospedalizzazioni sia per i decessi direttamente correlati al consumo della sostanza, che in termini assoluti risultano aumentati rispettivamente del 38% e del 21% rispetto all’anno precedente. Così come nel resto d’Europa, anche nel nostro Paese è necessario, quindi, sperimentare per gli utilizzatori di cocaina percorsi di cura innovativi ed efficaci al fine di contenere la rapida crescita dei danni socio-sanitari rilevati negli ultimi anni.
 
Torna a crescere il mercato degli oppiacei. I segnali che emergono dagli indicatori utilizzati per il monitoraggio della diffusione di oppiacei sono tutti concordi nel descrivere un mercato in crescita. Nel corso del 2018 è stato osservato, in termini assoluti, un incremento del 60% di sostanza sequestrata nel nostro Paese, sfiorando per poco la tonnellata di eroina intercettata dalle Forze dell’Ordine, con un principio attivo mediamente superiore del 18% rispetto al 2017.
 
Indicatori confermati anche dal 28% in più di ricoveri e di circa il 6% in più di decessi correlati all’uso di oppiacei. A confermare importanti modifiche nel mercato, oltre all’aumento della purezza della sostanza (il principio attivo risulta infatti superiore del 18% a quello mediamente rinvenuto nei campioni di eroina analizzati nel 2017), si evidenzia sia un aumento del prezzo medio di spaccio sia delle denunce per associazione finalizzata al traffico, raddoppiate in un anno.
 
L’aumento della disponibilità di eroina nel nostro Paese è accompagnato anche dall’aumento di giovanissimi che hanno provato a utilizzarla: gli studenti 15-19enni che hanno utilizzato eroina almeno una volta nella vita sono passati dall’1,1% del 2017 all’1,5%.
 
Si osserva, inoltre, un aumento della prevalenza stimata degli utilizzatori ad alto rischio nella popolazione generale 15-64, con un tasso che, dal 2013 al 2017, passa da 4 a 6 soggetti ogni 1.000 residenti.
 
Conseguenze socio-sanitarie correlate al consumo di sostanze stupefacenti. Una stima sicuramente in difetto quantifica in poco meno di due miliardi di euro il costo annuo per la cura e il trattamento delle tossicodipendenze. Stima che non tiene conto ad esempio delle patologie correlate a tutti quei comportamenti a rischio legati al consumo. Fra le cronicità più diffuse tra gli utilizzatori di droghe ci sono le malattie infettive direttamente correlate al consumo di alcune sostanze. Sebbene i casi di epatite B e C mostrino un trend in costante diminuzione, così come quelli per HIV e AIDS, in generale, queste patologie continuano a rappresentare un importante rischio, soprattutto fra gli utilizzatori di sostanze per via iniettiva.
 
Nell’ultimo anno, tuttavia, si è verificato un incremento dei decessi direttamente droga-correlati che, dai 296 casi del 2017, sono passati a 334 nel 2018, particolarmente rilevante tra le donne over 40 (+92%). I danni alla salute, sia cronici che acuti, potenzialmente correlati al consumo di sostanze stupefacenti possono essere aggravati da numerosi fattori, tra cui la composizione chimica della sostanza, le modalità di assunzione, la vulnerabilità psico-fisica individuale e il contesto sociale.
 
Uno degli effetti cronici legati all’uso di sostanze è notoriamente la dipendenza, alla cui diffusione hanno dato risposta, assistendo oltre 133.000 soggetti, i 568 servizi pubblici per le dipendenze insieme alle 839 strutture socio-riabilitative censite sul territorio nazionale (delle 908 presenti). Servizi che assistono all’invecchiamento della propria utenza, che per la maggior parte chiede aiuto per problemi legati all’uso di eroina e cocaina.
 
A ciò vanno aggiunti i dati riguardanti le ospedalizzazioni che, per quanto concerne i ricoveri con diagnosi principale droga-correlata, sono più numerosi tra i giovani, e in aumento anche tra i giovanissimi. Più della metà di tali diagnosi fa riferimento a sostanze miste o non conosciute. Una lettura approfondita dei dati lascia supporre che gli strumenti di monitoraggio attuali permettano di intercettare solo parzialmente quella popolazione insorgente di utilizzatori di sostanze sintetiche e NPS, in maggioranza giovani, la cui esistenza è segnalata anche da altre fonti.
 
Conseguenze sociali correlate al mercato delle sostanze. Tra le conseguenze derivanti dal consumo delle sostanze psicoattive illegali, si inseriscono anche quelle relative agli aspetti sociali e legali, soprattutto se l’attenzione è posta verso i minorenni. In aumento, rispetto allo scorso anno, risultano i soggetti segnalati per detenzione di sostanze per uso personale (art. 75 DPR n. 309/1990), l’80% delle quali sono da riferirsi al possesso di cannabis. Stabile il numero delle persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per reati in violazione del DPR n. 309/1990 art. 73 (Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope), che comprende il reato cosiddetto di spaccio, e art. 74 (Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope): nel complesso sono state 35.745.
 
A differenza di quanto riscontrato nel caso delle segnalazioni per detenzione per uso personale, la cocaina è la sostanza stupefacente responsabile della maggior parte delle denunce (36%), seguita da marijuana (24%). Nel corso del 2018 si registra un aumento delle denunce tra i soggetti con più di 35 anni e tra le donne. Il mercato illegale è in costante evoluzione ed ha conseguenze nell’ambito penitenziario. La popolazione carceraria è costituita per un terzo da detenuti che hanno commesso reati di produzione, traffico e detenzione per lo spaccio di sostanze stupefacenti, e per un quarto da soggetti tossicodipendenti a cui sono erogati trattamenti terapeutici e riabilitativi.
 
La prevenzione: una "risorsa" fondamentale. In questo scenario, gli interventi di prevenzione rivestono un ruolo fondamentale, in particolar modo in ambito scolastico, per l’importanza dell'azione preventiva precoce, specie in termini educativi per identificare tempestivamente i comportamenti a rischio e le condizioni di vulnerabilità psico-comportamentale. In questo settore è da segnalare un importante accordo di collaborazione siglato tra il Dipartimento Politiche Antidroga e la direzione Generale per lo studente, in attuazione ad un protocollo d’Intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il MIUR per rafforzare l’attuazione delle politiche di prevenzione dell’uso di droga e alcol in età scolare. Nel 2018 si è evidenziato un aumento delle iniziative di prevenzione delle sostanze psicoattive da parte degli istituti scolastici.
 
Anche a livello territoriale si avverte l’importanza degli interventi di prevenzione: nella maggior parte delle Regioni italiane sono stati attuati interventi che hanno coinvolto diversi attori, a partire dalle scuole e dai servizi sociosanitari. Introduzione VII La collaborazione Regione-Scuola vede una buona copertura degli istituti coinvolti, la formazione delle figure di riferimento e il coinvolgimento di molteplici professionalità e soggetti, dal personale medico-sanitario, alle Forze dell’Ordine, sino agli insegnanti stessi e ai genitori. Rilevanti, seppur ancora non omogeneamente diffusi sul territorio nazionale, gli interventi dedicati a gruppi specifici di persone: le Regioni in collaborazione soprattutto con le Aziende Sanitarie Locali e con i Comuni coprono i territori di propria competenza con progetti orientati ai consumatori e ad altri soggetti a rischio.
 
In questo ambito si inseriscono le attività progettuali, promosse dal Dipartimento Politiche Antidroga in collaborazione con altri soggetti istituzionali (Università, Amministrazioni Centrali) e realtà associative e non profit (circa 70 convenzioni), finalizzate alla prevenzione e al contrasto delle droghe, alla prevenzione dell’incidentalità stradale notturna alcol e droga-correlata e alla sensibilizzazione/monitoraggio per un uso responsabile del web, con particolare riferimento alla tutela dei minori.
 
Offerta di sostanze stupefacenti e caratteristiche del mercato.
La spesa effettuata per consumo di sostanze psicoattive illegali è stimata in 15,3 miliardi di euro (0,9% del PIL) in aumento di circa un miliardo rispetto all’anno precedente: fra questi poco più del 42% è attribuibile alla spesa per il consumo di cocaina e circa il 29% a quella per l’uso di derivati della cannabis. Le operazioni antidroga effettuate nel corso del 2018 hanno portato al sequestro di 123.186 kg, di 34.775 dosi/compresse di sostanze stupefacenti e 532.176 piante di cannabis, con aumenti percentuali rispettivamente del 4,5%, 5,2% e 93,9% dal 2017. Oltre la metà è stata intercettata nelle aree frontaliere, registrando un incremento del 92,1% dal 2017.
 
Aumenta, in media, la quantità di principio contenuto nelle amfetamine, nell’eroina e nell’hashish sequestrate che, pur mantenendo una variabilità alta a seconda delle partite analizzate, evidenzia un incremento di purezza rispettivamente del 158%, del 18% e del 10% dal 2017. Diminuisce il prezzo di eroina bianca e cocaina per il traffico, mentre aumenta il prezzo delle stesse sostanze per lo spaccio. Restano stabili i prezzi per le altre sostanze, ad eccezione delle amfetamine che in un decennio hanno quasi triplicato il costo di spaccio. Sono state individuate 39 nuove sostanze (NPS), 13 delle quali sconosciute in tutta Europa.
 
15 sostanze sono state individuate attraverso esami di laboratorio eseguiti su soggetti giunti in pronto soccorso per intossicazioni acute. La maggior parte apparteneva alle categorie delle triptammine e delle fentelamine. Attraverso 5 decreti del Ministero della Salute è stato possibile inserire 49 nuove sostanze nelle tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope.
 
Aumentano le persone denunciate. Sono state denunciate 35.745 persone per reati in violazione del DPR n. 309/1990, dato in aumento dal 2017. Il 48% delle denunce è da imputarsi ai derivati della cannabis, il 36% alla cocaina, dato in sensibile aumento dal 2017, il 10% all’eroina e il restante 6% ad altre sostanze. Il 40% dei soggetti segnalati proviene da altri Paesi e il 4% è minorenne. I procedimenti penali pendenti per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti (art. 73 DPR n. 309/1990) sono stati 85.332 e hanno coinvolto 178.819 persone, dati in crescita dal 2017. Diminuiscono invece le persone condannate per tali reati, che nel 2018 sono state 14.380, l’11% circa del totale di tutti i condannati.
La maggior parte di questi soggetti era alla prima condanna.
 
Oltre un terzo della popolazione carceraria (35,2%) è rappresentato dai detenuti con reati ascritti all’art. 73 e/o 74 del DPR 309/90 e s.m.i., dato in crescita costante dal 2015. Il 95% ha commesso un reato di produzione, traffico e detenzione di sostanze. Per il 3,8% sono donne e per il 39,1% di nazionalità straniera. I soggetti in carico ai Servizi Sociali della Giustizia Minorile per reati droga-correlati sono stati 4.178. Le persone segnalate alle Prefetture - UTG per detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope per uso personale (art.75 DPR n. 309/1990) sono state 39.278, dato in crescita dal 2017. Il 93% dei segnalati è di genere maschile, l’11% è minorenne e il 5,4% è stato segnalato più volte nel corso dell’anno.

14 dicembre 2019
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