Pma. “Uniformare gli screening genetici e incentivare le donazioni di gameti”. Le proposte dei ginecologi a Lorefice
Incontro tra la società scientifica e la presidente della Commissione Affari sociali. Al centro il tema della procreazione medicalmente assistita e in particolar modo gli aspetti tecnici riguardanti la proposta dello schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di attuazione della direttiva 2012/39/UE che modifica la direttiva 2006/17/CE, e la proposta di Legge contenente “Disposizioni in materia di Procreazione medicalmente assistita e di infertilità femminile e maschile”.
25 LUG - “Uniformare gli screening genetici e incentivare le donazioni di gameti”. Sono solo alcune delle proposte fatte da una delegazione (formata dal Prof.
Antonio Chiantera, Dr.
Andrea Borini, Dr.
Cristoforo De Stefano, Dr.
Filippo Maria Ubaldi) della Federazione SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) lo scorso 23 luglio durante l’incontro con la Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati,
Marialucia Lorefice, per una audizione informale in materia di Procreazione medicalmente assistita.
“In particolare – si legge in una nota - , durante l’audizione sono stati presi in esame gli aspetti tecnici riguardanti la proposta dello schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di attuazione della direttiva 2012/39/UE della Commissione del 26 novembre 2012 che modifica la direttiva 2006/17/CE, e la proposta di Legge in tema di “
Disposizioni in materia di Procreazione medicalmente assistita e di infertilità femminile e maschile” depositata in Parlamento dall’On.
Stefania Mammì”.
In merito al recepimento della direttiva 2012/39/UE, allegato III, gli esperti hanno proposto “l’abolizione dell’obbligatorietà di sottoporre tutti i donatori a “visita di genetica medica con relazione scritta” e di riportare fedelmente il testo della direttiva, secondo la quale “Occorre effettuare lo screening genetico di geni autosomici recessivi risultati prevalenti nel contesto etnico del donatore in base a prove scientifiche internazionali, non ché una valutazione del rischio di trasmissione di patologie ereditarie che risultano presenti nella famiglia del donatore, dopo aver ottenuto l’autorizzazione. Vanno fornite informazioni complete a norma delle disposizioni in vigore negli Stati membri. Al ricevente vanno fornite e spiegate con chiarezza informazioni dettagliate sui rischi associati e sui provvedimenti presi al fine di attenuarli”.
Questo al fine di non introdurre differenze con altri Paesi europei, tra i quali Spagna, Inghilterra, Repubblica Ceca, Grecia, che hanno recepito fedelmente la Direttiva e verso i quali esistono rapporti di interscambio. L’uguaglianza nel recepimento garantirebbe alle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita una uniformità ed equità di accesso a tali procedure anche nel territorio italiano”.
Per quanto concerne la proposta di Legge dell'on. Mammì, la Federazione SIGO ha espresso “il proprio compiacimento nei confronti dell’iniziativa che si propone di fare chiarezza su alcuni punti della Legge 40/2004, alla luce dei numerosi interventi della Magistratura e della Corte Costituzionale.
I ginecologi hanno sottolineato la necessità di:
- Inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) le procedure di test genetico preimpianto (PGT).
- Poter definire, nel rispetto della Sentenza 96/2015 della Corte Costituzionale che sottolineava l’incoerenza della Legge 40/2004 con la Legge 194/1978, il destino degli embrioni affetti da patologie genetiche e cromosomiche in analogia a quanto avviene nella citata Legge 194/1978;
- Stabilire regole e procedure per regolamentare il destino degli embrioni congelati e abbandonati dalle coppie, siano essi formati in futuro, sia quelli già formati ed abbandonati nei centri di fecondazione assistita italiani.
- Dare opportune informazioni su quanto previsto con la circolare INPS 7412 del 04/03/2005 in merito alle assenze da lavoro, congedi, riposi, permessi per le lavoratrici e per i lavoratori che ricorrono alle tecniche di Riproduzione Assistita.
- Intraprendere, in materia di donazione dei gameti, ogni iniziativa per incentivare le donazioni sul territorio nazionale. A tale scopo, occorre sviluppare iniziative di valorizzazione della donazione dei gameti quale gesto altruistico e solidale e prevedere delle forme di equo rimborso per le spese e l’impegno profuso da parte delle persone che decidono di donare.
- Nel testo della legge è stato inoltre rilevato il divieto di importazione dei gameti dai Paesi in cui sono previste forme di rimborso ai donatori. Questo, dal momento che la stragrande maggioranza dei Paesi con cui l’Italia ha rapporti di interscambio prevede forme di ristoro per la donazione, finirebbe per determinare l’impossibilità di fatto di approvvigionarsi di gameti per le pratiche di fecondazione eterologa, costringendo di nuovo le coppie Italiane e recarsi all’estero.
L’audizione si è soffermata, infine, sul tema della prevenzione dell’infertilità maschile e femminile - affrontato negli artt 3, 4 e 5 della proposta di legge – rispetto al quale i ginecologi condividono l’indifferibile necessità di campagne di sensibilizzazione ed informazione rivolte alla popolazione. In particolare, è stata sottolineata la necessità di:
- Valutare opportune strategie di counseling e strumenti diagnostici per riconoscere precocemente le condizioni di rischio per la fertilità e offrire adeguate informazioni affinché ogni cittadino possa consapevolmente e liberamente esercitare le proprie scelte in campo riproduttivo.
- Riconsiderare il testo, eventualmente aggiornato, del “Piano nazionale della fertilità”.
25 luglio 2019
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