Dl Crescita. Ennesimo stop agli emendamenti sulle farmacie. Inammissibili l’abbassamento dei tetti alle proprietà e le “farmacie virtuali” in zone sprovviste
In attesa dei possibili ricorsi, nello speech sulle ammissibilità delle 1.271 proposte emendative presentate arriva uno nuovo stop alle proposte a prima firma Trizzino (M5S) che puntavano a far sì che i titolari di farmacia (persone fisiche, società di capitali e cooperative) possano controllare non più del 5% delle farmacie esistenti sul territorio di un medesimo comune e comunque non più del 10% su base nazionale. Verso lo stop anche la proposta di ricorrere a interfacce elettroniche per agevolare la distribuzione di farmaci dove non è presente una farmacia
21 MAG - Pronti i primi giudizi di inammissibilità sulle 1.271 proposte emendative presentate presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera al Decreto crescita. E, ancora una volta, arriva uno stop agli emendamenti presentati a prima firma
Giorgio Trizzino (M5S) sulle farmacie. In attesa della possibile presentazione dei ricorsi, infatti, è arrivato il primo giudizio di inammissibilità per i due emendamenti sui nuovi tetti di proprietà e sulla possibile apertura di "farmacie virtuali" in zone disagiate, da noi
anticipati la scorsa settimana.
Ricordiamo che, per quanto riguarda la proprietà delle farmacie, questo sarebbe l'ennesimo stop di una lunga storia di emendamenti iniziata lo scorso dicembre nel corso dell'esame della legge di Bilancio, e proseguita poi con il Decreto semplificazioni, il Decreto fiscale ed il Decreto Calabria.
Sono infatti ormai sei mesi che la maggioranza sta tentando - sempre invano - di mettere mano a questa materia che sembra "incompatibile" ad ogni decreto promosso dal Governo.
Nella fattispecie, ad esser dichiarati inammissibili stavolta sono stati gli emendamenti
13.010, che interviene sulla disciplina concernente la partecipazione societaria nelle farmacie, ed il
13.3, che disciplina la distribuzione dei farmaci attraverso piattaforme elettroniche nelle zone disagiate.
Il
13.010 disponeva nuovi 'tetti' per le diverse fattispecie di proprietà delle farmacie modificando il contenuto della legge sulla concorrenza del 2017 che prevedeva che i soggetti proprietari potessero detenere "non più del 20 per cento delle farmacie esistenti nel territorio della medesima regione o provincia autonoma".
Con questo emendamento il limite sarebbe stato abbassato e meglio precisato prevedendo che i titolari di farmacia possano controllare non più del 5% delle farmacie esistenti sul territorio di un medesimo comune e comunque non più del 10% delle stesse su base nazionale.
I nuovi limiti sarebbero valsi anche per le farmacie società di capitali e cooperative a responsabilità limitata costituite anteriormente all'entrata in vigore delle nuove disposizioni.
Altra novità prevista dall'emendamento erano le sanzioni. In caso di mancato rispetto di quanto previsto, l’Agcm avrebbe infatti docuto adottare una procedura di diffida e comminare le sanzioni previste (sanzione amministrativa pecuniaria fino al dieci per cento del fatturato realizzato in ciascuna impresa o ente nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente alla notificazione della diffida).
In luogo di queste sanzioni, in caso di inosservanza delle nuove norme entro 36 mesi, l’Agcm avrebbe potuto inoltre applicare una sanzione di 100.000 euro per ogni esercizio di farmacia di cui il soggetto sia titolare e che risulti eccedente rispetto al limite.
Il
13.3, invece, disponeva che il Ministero della Salute, entro 60 giorni dall'approvazione del provvedimento, avrebbe dovuto adottare criteri per favorire la distribuzione di medicinali, assegnati direttamente dalla Regione o dall'Asl, mediante l'uso di un'interfaccia elettronica quale una farmacia virtuale, una piattaforma, un portale o mezzi analoghi riconosciuti e autorizzati esclusivamente dallo stesso Ministero.
Giovanni Rodriquez
21 maggio 2019
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Governo e Parlamento