Triptorelina e disforia di genere. La Commissione Sanità del Senato avvia ciclo di audizioni
Sull'uso del farmaco si era espresso, già nel luglio del 2018, il Consiglio nazionale di bioetica avanzando alcune raccomandazioni ispirate alla cautela e alla valutazione caso per caso. L'Aifa ha di recente reso il farmaco prescrivibile e completamente a carico del Ssn "per l'impiego in casi selezionati". Anche diverse Società scientifiche si sono espresse in favore della triptorelina: "Trattamento in grado di ridurre i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario". Ora la parola passa al Parlamento.
23 MAR - Il caso riguardante l’uso del farmaco triptorelina per il trattamento di adolescenti con disforia di genere sbarca in Parlamento. Ad occuparsene sarà la Commissione Sanità del Senato che ha già programmato un ciclo di audizioni. La Disforia di Genere viene definita come la profonda sofferenza secondaria all’incongruenza tra l’identità di genere e il genere assegnato alla nascita. Gli adolescenti con Disforia di Genere sono descritti come una popolazione psicologicamente e socialmente più vulnerabile, in particolare quando attraversano i primi stadi dello sviluppo puberale.
Oltre al supporto psicologico, diverse evidenze scientifiche hanno mostrato come la sospensione della pubertà indotta dalla Triptorelina in casi selezionati e attentamente seguiti di adolescenti con Disforia di Genere sia in grado di ridurre i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario, nonché di migliorare il funzionamento psicologico generale.
Sull'uso del farmaco si era espresso, già nel luglio del 2018, il Consiglio nazionale di bioetica avanzando alcune
raccomandazioni ispirate alla cautela e alla valutazione caso per caso.
Successivamente l'Aifa, con la
determina del 25 febbraio 2019, ha reso il farmaco prescrivibile e completamente a carico del Servizio sanitario nazionale “per l’impiego in casi selezionati in cui l’identità di genere (disforia di genere) con diagnosi confermata da una equipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva”.
Prima dell'intervento dell'Ente regolatorio, in Italia l’uso off-label della triptorelina non era regolato e bastava una ricetta medica e disponibilità economica per consentire l'accesso al trattamento. Esisteva dunque una sorta di vincolo solo di natura economica.
Diverse
società scientifiche, tra le quali, la Società Italiana di Endocrinologia, la Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, l’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere, hanno riconosciuto il valore medico ed etico del provvedimento Aifa: "Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che tale trattamento è in grado di ridurre i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario".
Nonostante ciò, le polemiche e le preoccupazioni attorno all'uso della triptorelina sugli adolescenti non si sono placate. Sarà ora il Parlamento ad esprimersi sull'intera vicenda.
Giovanni Rodriquez
23 marzo 2019
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