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Riforma specializzazioni mediche. Siaarti-Cpar: “Produrrebbe nuovi specialisti depotenziati dal punto di vista professionale”


In sostanza, con la possibile di riduzione da 5 a 3 anni della durata della Scuola di Specializzazione, si avrebbero specialisti "non più sufficientemente preparati nei vari settori dell’Anestesia, Rianimazione Terapia intensiva e del Dolore, con un titolo svalutato in ambito nazionale e internazionale". Questo il giudizio della Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva e del Collegio dei Professori Anestesia Rianimazione.

29 NOV - La proposta avanzata in un emendamento governativo alla legge di bilancio riguardante la possibile riduzione da 5 a 3 anni della durata delle scuole di specializzazione mediche, "produrrebbe nuovi specialisti depotenziati dal punto di vista professionale, non più sufficientemente preparati nei vari settori dell’Anestesia, Rianimazione Terapia intensiva e del Dolore, con un titolo svalutato in ambito nazionale e internazionale". Questo il giudizio della Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) e del Collegio dei Professori Anestesia Rianimazione (Cpar).
 
Queste le motivazioni alla base della bocciatura della proposta di riforma.
 
1. "Nella maggior parte dei paesi Europei (Italia compresa) la durata della Scuola di Specializzazione in oggetto è almeno di 5 anni come stabilito dalla dichiarazione congiunta di Uems (Union Europeenne des Medicines Specialistes)-Esa (European Society of Anesthesiology) per possedere un titolo accademico riconosciuto universalmente per Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore. Il legame tra Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e Medicina peri-operatoria, sia nel paziente adulto che pediatrico, risulta sempre più inscindibile, e che in Italia vanta oltre 80 anni di storia ed esperienza; tale legame è ancor più importante oggi in considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione, divenuta più fragile per le comorbidità dell’età anziana. Tale proposta di riduzione del percorso formativo non garantirebbe più la sicurezza del livello assistenziale erogato ed indispensabile nel Sistema Sanitario Nazionale", si spiega in una nota.
 
"La riduzione del periodo formativo, come ipotizzata da tale emendamento, permetterebbe forse solo un esercizio peraltro parziale della professione di anestesista, precludendo importanti sbocchi lavorativi che implicano piene competenze in tutti gli ambiti della nostra disciplina. In un prossimo futuro, tale cambiamento genererà ulteriori criticità traducentesi in una dicotomia di percorso e grave riduzione dell’attrattività della disciplina. Si verrebbe a verificare una paradossale situazione di vuoto formativo per la terapia intensiva e del dolore, aree di particolare competenza, riconosciute essenziali nella organizzazione medica e chirurgica in urgenza ed elezione in tutti i presidi sanitari del territorio nazionale.
 
In altre parole non sarebbe più così certo che il nuovo diploma di specializzazione garantisca ai nuovi specialisti di poter curare correttamente il paziente critico adulto e pediatrico nelle terapie intensive e nel periodo peri-operatorio nella sua interezza, con grande rischio per i malati".
 
2. "Cambiare un ordinamento didattico richiede tempo nella predisposizione e nell’approvazione e non può essere improvvisato sulla scia dell’urgenza del momento. Tale evenienza provocherebbe una distonia tra differenti figure professionali nell’ambito della disciplina non rendendole omogenee ed intercambiabili. A titolo esemplificativo, la riduzione della durata della scuola a tre anni potrebbe comportare che un medico in formazione al terzo anno di studio avrebbe diritto ad optare per il nuovo assetto formativo avendo immediatamente l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro a scapito di colleghi del quarto anno, esclusi da tale opzione è ciò rappresenterebbe una severa penalizzazione per questi ultimi", proseguono Siaarti e Cpar.
 
3. "La Siaarti è chiamata istituzionalmente a promulgare linee guida nazionali finalizzate alla ottimizzazione del trattamento clinico dei pazienti. Al fine di sviluppare linee guida è necessario implementare studi clinici e percorsi di ricerca appropriati a livello nazionale. Una drastica riduzione del processo formativo implica inoltre l’impossibilità per i giovani colleghi di maturare una esperienza nel campo della ricerca clinica, con ripercussioni negative sia sul progresso del trattamento medico che riguardo all’elaborazione di linee guida competenti".
 
"Ci auguriamo che vi sia un ripensamento da parte delle Autorità Istituzionali nella presentazione ed approvazione di tale emendamento al fine di mantenere un corretto processo formativo professionale per l’ottimizzazione del trattamento clinico e soprattutto per la sicurezza dei cittadini", concludono Siaarti e Cpar.


 

29 novembre 2018
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