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Cefalea cronica. Lazzarini (Lega): “Presto suo riconoscimento come malattia sociale”


Prenderà domani il via in Commissione Affari Sociali alla Camera l'esame del disegno di legge. "Auspico un rapido esame della mia proposta di legge, affinché la sua approvazione possa finalmente garantire tutela sociale e lavorativa, oltre che una nuova dignità di vita, ai pazienti che ne soffrono da almeno un anno, circostanza che devono dimostrare espressamente mediante diagnosi che attesti senza ombra di dubbio l’effetto invalidante". IL TESTO

19 SET - Domani, in Commissione Affari sociali della Camera, inizierà l'esame in sede referente della proposta di legge della deputata della Lega Arianna Lazzarini sul riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale.
 
"Non parliamo del semplice 'mal di testa' passeggero - sottolinea Lazzarini, prima firmataria e relatrice del provvedimento -: la cefalea cronica è una malattia invalidante vera e propria e molto più diffusa di quanto si possa immaginare. Può limitare o compromettere gravemente la capacità di far fronte agli impegni di famiglia e di lavoro e comporta costi economici e sociali ingenti. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la cefalea cronica è al terzo posto tra le malattie invalidanti. E' tra le prime dieci cause al mondo di disabilità. Solo in Italia colpisce 26 milioni di persone. Studi scientifici comprovano che proprio in Italia il costo totale per la sola emicrania è stato nel 2004 di tre miliardi e mezzo, costo situato ai livelli più alti tra quelli inerenti alle malattie del cervello: addirittura superiore all'ictus".
 
"Politica e istituzioni devono dunque dare una risposta concreta a un’esigenza particolarmente sentita e attesa, riconoscendola come malattia sociale da inserire nei livelli essenziali di assistenza. Auspico pertanto un rapido esame della mia proposta di legge, affinché la sua approvazione possa finalmente garantire tutela sociale e lavorativa, oltre che una nuova dignità di vita, ai pazienti che ne soffrono da almeno un anno, circostanza che devono dimostrare espressamente mediante diagnosi che attesti senza ombra di dubbio l’effetto invalidante".

19 settembre 2018
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