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Vaccini. Siani (PD): “L’esempio di una politica che non ascolta e fa danni”

di Paolo Siani

Ci saremmo aspettati un confronto con i tecnici del ministero, con gli illustri colleghi medici alla Camera e al Senato presenti anche nella maggioranza che certamente oggi non potranno essere contenti di questa decisione così affrettata.  Mi sarei con piacere confrontato con loro. Mi dispiace dire che così la politica non fa gli interessi dei cittadini. Ma, soprattutto, una politica che non ascolta, non si confronta, che politica è?

03 AGO - Due notizie oggi troverete con difficoltà sui giornali che giustamente parlano del decreto Di Maio approvato ieri sera alla Camera dopo tre giorni di intensi lavori in aula.
 
La prima è l’approvazione in Commissione Affari sociali e Sanità del decreto che istituisce dispositivi di alert per evitare che vengano dimenticati bambini in auto. E questa è una buona notizia, che, poiché riguarda la vita e la salute dei bambini viene approvata da tutti i partiti, perché qui non c’entra la fede politica.
 
La seconda è lo slittamento all’anno scolastico 2019/2020 dell’obbligo vaccinale. In sostanza per quest’anno non c’è più bisogno di un certificato per dimostrare di essere in regola con le vaccinazioni prima di iscriversi a scuola e prima che sia partita in tutte le regioni l’anagrafe vaccinale.
 
È evidente che è stato deciso di togliere da subito l’obbligo.
 
Questa non è una buona notizia e pure riguarda la salute dei nostri bambini, ma purtroppo qui l’ideologia  politica ci ha messo le mani.
 
E non è stata una buona idea e la cosa che fa riflettere è che il ministro della Salute è un medico, il quale sa bene che, se non si raggiunge il 95% di copertura vaccinale, l’efficacia dei  vaccini è insufficiente. E l’Italia è molto al di sotto del 95%, ma stava recuperando velocemente in un solo anno di obbligo. Stavamo raggiungendo anche nelle regioni più in difficoltà la soglia di sicurezza.
 
Questo significa tornare indietro proprio nel momento in cui si cominciavano a raggiungere livelli di copertura ragionevoli. Così si fa un danno ai bambini italiani.
 
Lo abbiamo detto chiaramente al ministro e lo vogliamo confermare oggi, anche noi siamo contrari all’obbligo ma solo dopo aver raggiunto la soglia di sicurezza.
 
E proprio ieri, mentre al Senato veniva introdotta questa norma, a Bergamo morivano due bambini per la pertosse che si erano infettati dalla mamma. Si potevano evitare queste due morti se solo avessimo raggiunto il 95 di copertura per la pertosse.
 
Ora cosa diciamo ai 3000 pazienti affetti da forme diverse di immunodeficienza, e che sono più  suscettibili a contrarre infezioni?  Che per quest’anno andando a scuola sono fortemente  a rischio di contrarre una malattia infettiva? O che è più prudente non andare a scuola per non mettere in pericolo la propria salute?
 
Si sta facendo di una cosa seria che riguarda la salute dei nostri bambini e di tutta la popolazione una inutile e incomprensibile battaglia politica, creando disorientamento e confusione nella popolazione.
 
Avevamo chiesto al ministro e alla collega Grillo di aspettare, di verificare le coperture vaccinali e, raggiunto il 95% su tutto il territorio nazionale, si poteva togliere l’obbligo senza far danni.
 
La politica, fatta così, fa danni.
 
Ci saremmo aspettati un confronto con i tecnici del ministero, con gli illustri colleghi medici alla Camera e al Senato presenti anche nella maggioranza che certamente oggi non potranno essere contenti di questa decisione così affrettata.  Mi sarei con piacere confrontato con loro. Mi dispiace dire che così la politica non fa gli interessi dei cittadini. Ma, soprattutto, una politica che non ascolta, non si confronta, che politica è?
 
Lo avevamo detto al ministro, in sanità non si possono fare programmi a breve termine, in sanità è assolutamente necessario programmare a lungo termine e osservare i fenomeni. Sono necessari interventi di sistema che coinvolgano non solo il nostro Paese ma la regione europea. Non si possono fare interventi spot. 
 
Avevamo sperato che prevalesse la ragione e soprattutto avevamo sperato che un medico a capo del ministero della Salute avesse fatto prevalere la ragione della scienza, e del metodo scientifico, alle ragioni della politica.
 
Ci eravamo illusi.
 
Paolo Siani
Deputato del Partito Democratico

03 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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