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Vaccini e autocertificazione. Iss: “Non compromettere l’obiettivo della tutela della salute di tutti”


"Il raggiungimento di soglie di sicurezza è essenziale anche per garantire il diritto alla educazione di migliaia di bambini immunodepressi per i quali la frequenza scolastica è impedita dal rischio di contrarre infezioni. Pertanto è doveroso fare di tutto per continuare a mantenere il trend positivo in atto al fine di garantire adeguate coperture vaccinali". Così in una lunga nota l'Istituto superiore di sanità interviene in merito al provvedimento sull’autocertificazione delle vaccinazioni obbligatorie.

05 LUG - A distanza di pochi minuti dal termine della conferenza stampa dei ministri Grillo e Bussetti convocata per illustrare l'emananda circolare sull'autocertificazione vaccinale, l’Istituto Superiore di Sanità ha diramato una lunga nota che riproduciamo integralmente:
 
“L’Istituto Superiore di Sanità, in merito al provvedimento sull’autocertificazione delle vaccinazioni obbligatorie, sottolinea che:
- dal 2014 l’Istituto, organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale, ha segnalato ogni anno la crescente diminuzione in tutte le Regioni italiane di tutte le coperture vaccinali al di sotto della soglia di sicurezza del 95% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che per questo ha richiamato l’Italia per due volte;
 
- l’attuale legge è nata per contrastare una situazione di pericolo di epidemie di malattie gravi, potenzialmente mortali, facilitate dall’esistenza di migliaia di soggetti ad esse suscettibili poiché non possono essere vaccinati.
 
In particolare, per la vaccinazione contro il morbillo la soglia di copertura era scesa all’85% per cento, ben 10 punti al di sotto della soglia necessaria per il controllo delle epidemie, anche a causa di una delle più grandi bufale della storia della scienza che aveva correlato questa vaccinazione all’insorgenza dell’autismo.
 
In conseguenza di ciò, in Italia, a partire dall’inizio del 2017 ad oggi, un’epidemia di morbillo ha causato circa 7.000 infezioni, che hanno provocato complicanze gravi nel 40% dei casi e ben otto morti, tra i quali diversi bambini.
 
Nella graduatoria mondiale di questa malattia l’Italia è preceduta solo da India, Nigeria, Pakistan e Romania.
 
I risultati dell’attuale legislazione che prevede l’obbligo vaccinale hanno mostrato che le coperture sono in aumento di un punto e mezzo percentuale per quanto riguarda il vaccino esavalente e di ben 4,5 punti percentuali per quanto riguarda il morbillo, ma per entrambe le vaccinazioni il raggiungimento della soglia di sicurezza è ancora lontano.
 
In particolare, oltre al già citato morbillo, si segnala che l’attuale situazione epidemiologica del Paese per le malattie prevenibili dai vaccini oggi obbligatori è caratterizzata da:
- circa 60 casi e 20 morti l’anno di tetano, malattie nei confronti della quale non esiste immunità di gregge, non essendo trasmissibile da persona a persona;
 
- nessun caso di malattia difterica, ma 3 forme di difterite cutanea segnalate nel 2017 causate da ceppi non tossinogenici, che tuttavia potrebbero subire trasformazioni e diventare pericolosi. Inoltre, la difterite è ancora presente all’interno dell’EU, in particolare nei paesi Baltici;
 
- incidenza di epatite B in diminuzione dal 1992 (anno di introduzione del vaccino) con scomparsa dei casi nei bambini, ma l’abbassarsi delle coperture espone al rischio i singoli individui a contrarre la malattia che causa cronicizzazione nel 90% degli infetti in età neonatale. La forma cronica porta ad una degenerazione progressiva del fegato che causa insufficienza epatica, cirrosi ed un elevato rischio di epatocarcinoma;
 
- nel 2016 sono stati segnalati 140 casi di malattia batterica invasiva da Haemophilus influenzae con aumento dei casi a seguito della diminuzione delle coperture vaccinali;
 
- circa 1.000 casi di pertosse l’anno con tendenza all’aumento;
 
- a causa della diminuzione delle coperture vaccinali contro la parotite, malattia infettiva acuta virale altamente contagiosa che può presentare varie complicanze, inclusa l’orchite nei pazienti maschi, la pancreatite, e la meningite asettica, compaiono ripetuti focolai epidemici sul territorio nazionale;
 
- l’inadeguatezza delle coperture vaccinali contro la rosolia ha fatto registrare nel periodo gennaio 2005 - agosto 2015 163 casi di rosolia in gravidanza e 77 casi di rosolia congenita. Nello stesso periodo, tra le donne infette, è stato segnalato un nato morto, un aborto spontaneo e 32 interruzioni volontarie di gravidanza;
 
- dal 2009 il numero di casi di varicella era pari a circa 60.000 l’anno ma la mancanza di un sistema di sorveglianza adeguato non permette il continuo monitoraggio della malattia il cui impatto viene attualmente sottovalutato anche a causa delle basse coperture vaccinali finora raggiunte.
 
Va inoltre sottolineato che il raggiungimento di soglie di sicurezza è essenziale anche per garantire il diritto alla educazione di migliaia di bambini immunodepressi per i quali la frequenza scolastica è impedita dal rischio di contrarre infezioni, come il morbillo, che per loro può essere letale e che secondo i piani dell’OMS doveva essere eliminato in Europa già nel 2015.
 
Pertanto, a prescindere dalle misure che si intendono implementare, è doveroso fare di tutto per continuare a mantenere il trend positivo in atto al fine di garantire adeguate coperture vaccinali”.

05 luglio 2018
© Riproduzione riservata

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