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Specializzandi. D’Ambrosio Lettieri: “Ignorata la nostra proposta di riforma transattiva, non si sprechi un’altra legislatura”


“Lo Stato soccombente nei Tribunali continua a pagare per il mancato rispetto delle disposizioni comunitarie. Sarebbe bastato non dare subito il 50% dei risarcimenti, ma di riconoscerlo attraverso la defiscalizzazione a dettagliati benefici da apportarsi nel cassetto previdenziale pensionistico di ciascun avente diritto. Mi auguro non si sprechi un’altra legislatura”

12 APR - “Apprendo che la corte d’Appello di Napoli con la sentenza 4245/2017, ha stabilito che agli specializzandi medici tra il 1983 e il 1999 spetta il risarcimento dello Stato per non essere stati pagati a causa del ritardo nel recepimento delle direttive Ue che hanno previsto, entro il 31 dicembre 1982 la remunerazione per l’attività svolta durante la Scuola. Una capitolazione annunciata. Lo Stato aveva la possibilità di chiudere una vicenda vergognosa e di trovare una strada per definire in modo conclusivo e nel rispetto dei diritti di ciascuno un contenzioso abnorme, ma evidentemente preferisce sborsare milioni di euro. La mia proposta di legge e quella di altri colleghi su una riforma transattiva in materia, che avrebbe fatto risparmiare tempo e denaro, è stata completamente ignorata. Mi auguro che in questa legislatura questa proposta possa tagliare il traguardo e che l’eventuale governo che si formerà si assuma la responsabilità di risolvere la situazione, in una situazione generale oltretutto molto delicata per la sostenibilità del Ssn”.
 
È quanto ha dichiarato in una nota il Senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri, già componente Commissione Sanità Senato 17ma legislatura e vicepresidente Fofi.
 
“Lo Stato sta pagando, per il mancato rispetto delle disposizioni comunitarie, somme per oltre 60 milioni di euro. Ad oggi l’esito positivo dei ricorsi presentati da migliaia dei medici ex specializzandi conta indennizzi che superano i 300 milioni di euro e rischia di arrivare a 5 miliardi di euro – ha sottolineato – la soluzione c’è. Da tempo. Cioè dal 2013, data in cui ho presentato un Ddl, corroborato anche dall’apporto di altri colleghi, che serve su un piatto d’argento al governo una riforma transattiva che riduce del 50% gli oneri a carico dello Stato. Non solo. Si offre la possibilità allo Stato di non dare subito il 50%, ma di riconoscerlo attraverso una serie di iniziative, che vanno dalla defiscalizzazione a dettagliati benefici da apportarsi nel cassetto previdenziale pensionistico di ciascun soggetto avente diritto”.
 
Il tentativo era ed è quello di colmare un vuoto normativo che vede soccombere sul piano giudiziario proprio lo Stato e che ferisce, oltre al diritto, la dignità di professionisti che quotidianamente contribuiscono al buon funzionamento del sistema sanitario nazionale, prosegue Lettieri. “Prima del termine della legislatura, la Commissione Sanità ha reso il parere di merito favorevole alla Settima Commissione – ha aggiunto – ma in assenza di una forte volontà del governo di mettere fine ad una ingiustizia, ovviamente senza traumi insostenibili per lo Stato italiano e senza congestionare la magistratura, non ci sono stati i tempi per concludere l’iter legislativo necessario perché diventasse legge.  Questa ignavia dello Stato e del governo di fronte alla emorragia di denaro pubblico nonostante la su citata soluzione, è tanto più grave in un momento in cui è in serio pericolo il servizio sanitario nazionale nei suoi valori assoluti di universalità e solidarietà. Sono responsabilità gravissime, non solo per la sanità di oggi ma anche in prospettiva per quella di domani”.

12 aprile 2018
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