18 GEN - La notizia era già trapelata pochi minuti dopo la lettura della sentenza con cui la Consulta aveva dichiarato “non fondate” tutte le questioni prospettate nei ricorsi della Regione Veneto sulla legge che ha introdotto l'obbligo per dieci vaccini. Era il 22 novembre 2017. Ma per conoscere ogni dettaglio delle ragioni che hanno spinto i giudici a pronunciare un verdetto simile ci sono voluti quasi due mesi. Oggi, 18 gennaio 2018, sono state depositate le motivazioni della sentenza.
“Le questioni sottoposte alla Corte costituzionale – aveva spiegato la stessa Consulta in una nota diffusa a poche ore dalla sentenza - non mettevano in discussione l'efficacia delle vaccinazioni, attestata dalle istituzioni a ciò deputate (Organizzazione mondiale della sanità, Istituto superiore di sanità) e da una lunga serie di piani nazionali vaccinali, ma la loro obbligatorietà”.
La Regione Veneto, infatti, aveva sospeso tale obbligo. Decisione non condivisa dai giudici, secondo i quali le misure in questione “rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale”. Parere che secondo la Corte veniva rafforzato dal fatto che “le vaccinazioni rese obbligatorie erano già previste e raccomandate nei piani nazionali di vaccinazione e finanziate dallo Stato nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea)”.
La Corte Costituzionale aveva dunque dichiarato “non fondate tutte le questioni prospettate” dalla Regione Veneto contro la legge che ha introdotto l'obbligo vaccinale per i minori fino a 16 anni di età.