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Legge di Bilancio. Più trasparenza nei controlli per la tutela ambientale nei poligoni militari

di Domenico Della Porta

Questo grazie a un'emendamento del Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito Gian Piero Scanu passato quasi inosservato. Sarà istituito un registro dei colpi di cannone e dei missili sparati, oltre ad essere assicurata una bonifica entro 180 giorni con obbligo del ministero della Difesa di stanziare ogni anno i fondi. Più attenzione, quindi, per gli operatori militari e per la popolazione residente nell’area degli stessi poligoni di tiro

27 DIC - Maggiore trasparenza nei controlli in materia di tutela ambientale nei poligoni di tiro militari, con conseguente maggiore attenzione per la salute degli operatori militari e per la popolazione residente nell’area degli stessi poligoni di tiro. Questo, in sintesi, l’emendamento, passato quasi inosservato, del Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito Gian Piero Scanu, recepito dalla legge di Bilancio 2018.
 
Sarà istituito, a tal proposito, un registro dei colpi di cannone e dei missili sparati, oltre ad essere assicurata una bonifica entro 180 giorni con obbligo del ministero della Difesa di stanziare ogni anno i fondi.
 
Per la prima volta non ci sarà più una legislazione cosiddetta 'domestica' (controllori di se stessi), come è stato evidenziato dalla Commissione di Inchiesta, a vigilare sull'inquinamento provocato dalle attività militari nei poligoni ma le attività di controllo saranno affidate a organismi civili quali le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente e l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente (Arpa e Ispra). Fino a oggi l'unico sistema di controllo sui poligoni erano i Co.Mi.Pa. (Comitati Misti Paritetici), un organismo misto con le Regioni dove erano presenti 7 componenti della Difesa e 7 della Regione. E dove veniva sostanzialmente recepito il programma delle attività previste nei poligoni. I residui dei colpi sparati venivano raccolti prevalentemente per estrarre le materie riutilizzabili, e solo quando era un'attività semplice.
 
Con la nuova normativa prevista dall'emendamento dovrà essere tenuto un registra del sistema d'arma e di munizionamento utilizzati, con data, luogo di partenza dello sparo e luogo di arrivo dei proiettili. Il registro dovrà essere conservato per dieci anni e portato a conoscenza delle Regioni e degli istituti di Vigilanza della sicurezza sul lavoro e dell'ambiente. Entro 30 giorni i residui dovranno essere specificamente classificati nei diversi tipi di rifiuti (da smaltire, da riciclare, speciali, tossici, ecc..) e nei successivi 6 mesi dovranno essere stati eliminati dal terreno.

Per effetto dell’introduzione del registro dei colpi e della relazione semestrale, le comunità locali dove hanno sede i poligoni sapranno quali esercitazioni si svolgono. Inoltre le autorità di vigilanza sulla sicurezza ambientale e del lavoro conosceranno il tipo di munizionamento di volta in volta utilizzato. “La soddisfazione si mescola alla preoccupazione per l’esito dei lavori della legge di bilancio sulle proposte avanzate dalla nostra Commissione”, dice Gian Piero Scanu, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull’uranio impoverito. “Dal primo gennaio entreranno in vigore nuove norme che regolano con incisività e trasparenza l’attività nei poligoni militari: tempi certi per le bonifiche, e controlli affidati ad enti esterni all’amministrazione della Difesa a tutela dei militari e delle popolazioni”.

“Non altrettanto, purtroppo, posso affermare per quanto riguarda la nostra proposta sulla sicurezza sul lavoro. Inizialmente pensata solo per le Forze Armate, ad essa si sono associate le altre componenti del comparto sicurezza: Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Polizia Penitenziaria e Guardia Costiera. Tutti i ministri interessati - Difesa, Interni, Lavoro, Giustizia e Trasporti - hanno espresso parere favorevole. Per presunte ragioni di mancata copertura finanziaria, però, il Governo ha ritenuto di non poterla approvare”, ha aggiunto il Presidente Scanu.

“Purtuttavia, si è avuta la piena conferma che il passaggio dell’assistenza all’Inail sarebbe altamente migliorativo per tutto il personale del comparto e per i loro familiari. Confido che questa proposta possa essere approvata non appena verranno rese disponibili le risorse necessarie. Il futuro Parlamento e il prossimo esecutivo dovranno raccogliere il testimone ed osare laddove questo governo si è fermato”.

“Non si può più tornare indietro. Tutti gli uomini e le donne in divisa, pertanto, dovranno vedere riconosciuto il diritto a tutele sul lavoro non inferiori a quelle degli altri lavoratori. Così come dovrà essere garantito un diritto a indennizzi realmente adeguati in caso di malattie professionali contratte al servizio del Paese, cosa che oggi purtroppo non avviene”.

“Nella relazione finale”, conclude Scanu”, “la Commissione segnalerà tutte le criticità accertate nel corso dell’inchiesta, al fine di rendere giustizia ai tanti militari morti e malati per esposizione a fattori patogeni ed evitare che queste tragedie si ripetano in futuro”.

A tal proposito è bene evidenziare la sensibilità e l’attenzione manifestate dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin nella lettera di qualche settimana fa inviata al Presidente Gian Piero Scanu sulle attività a sostegno della tutela della salute del personale della Difesa. E’ stata confermata, infatti, la disponibilità del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, nella relazione allegata al documento, ad effettuare uno studio aggiuntivo a quello retrospettivo di mortalità della coorte dei Balcani attraverso l’estensione anche ad una valutazione delle ospedalizzazioni incrociate con le Schede di Dimissioni Ospedaliere nel periodo 2001-2016.
 
Le analisi statistiche, la cui esecuzione sarà possibile grazie ad un finanziamento di di 240.000 euro a favore dell’Istituto Superiore di Sanità, saranno finalizzate ad una maggiore comprensione della tematica in esame, sotto il profili sanitario.
 
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali
Università degli Studi di Salerno 


27 dicembre 2017
© Riproduzione riservata

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