Opg: Marino passo storico verso la chiusura
Nella seduta di ieri l’aula del Senato, alla presenza del ministro della Giustizia ha votato una risoluzione che, secondo il senatore Marino (Pd), “può rappresentare un passo storico verso la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari”: l’impegno ufficiale da parte del Governo di chiudere gli Opg. Ma la Fp Cgil continua la mobilitazione del comitato Stop Opg
28 SET - “Con il voto di ieri, il Senato della Repubblica fa un passo storico verso la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. La Commissione d’inchiesta ha ottenuto un impegno ufficiale da parte del Governo sulla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari,da sostituire con strutture interamente sanitarie. Si dice in sostanza un no netto ai manicomi criminali che vanno estirpati dal territorio in favore di un sistema di cure davvero degno di questo nome per i 1.500 internati nei sei Opg italiani”.
Ad affermarlo è
Ignazio Marino, presidente della Commissiome d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale.
Nella seduta di ieri il Senato ha infatti approvato all'unanimità una risoluzione proposta dalla Commissione che impegna il Governo a una riforma del sistema della detenzione psichiatrica negli Ospedali psichiatrici giudiziari e alla loro chiusura.
"Questo voto – ha aggiunto Marino – riconosce ufficialmente il lavoro svolto dalla Commissione d’inchiesta, dai sopralluoghi a sorpresa fino ai provvedimenti di sequestro di parte degli Opg di Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto. La detenzione psichiatrica si è rivelata un territorio senza certezze e dignità di cure per questi malati, spesso vittime di contenzione e di un degrado indegno anche di un paese appena civile, come ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Commissione ha individuato un percorso condiviso: questo voto responsabilizza tutti gli enti coinvolti, dallo Stato alle Regioni”.
Per
Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice,
Fabrizio Rossetti del Comitato Stop Opg
la risoluzione approvata dal Senato è sicuramente una tappa importante “del faticoso percorso per abolire definitivamente gli Opg, ma il traguardo non è stato certo raggiunto”.
Secondo il Comitato Stop Opg gli atti che impegnano il Governo “sono però transitori, in attesa della loro chiusura definitiva”. Apprezzabile l’impegno “a migliorare la vita interna” nelle strutture “viste le vergognose condizioni, ma non risolve la drammatica situazione di 1.500 nostri concittadini, internati negli ultimi residui manicomiali”.
Cecconi, Del Giuduce e Rossetti aggiungono “vengono poi previste convenzioni tra il Governo e le regioni sedi di Opg per la creazione di nuove strutture. È indispensabile precisare di cosa si tratta, e delimitare bene questa operazione (transitorietà, durata e modalità), per evitare di aprire, al posto degli Opg, gli OP, i nuovi Ospedali Psichiatrici (senza più la G). Dove, al posto della polizia penitenziaria, il personale sanitario sarebbe impegnato non solo a curare ma a custodire gli internati, come accadeva nei vecchi manicomi (oltretutto a costi elevati). Infine, è importante dare corso all’impegno assunto dal Senato per avviare anche un percorso di modifiche legislative, per superare l’istituto giuridico dell’Opg”.
Insomma, conclude Stop Opg, continua la mobilitazione “verso il Governo e verso Regioni, Asl e Dipartimenti di Salute Mentale, e Comuni: responsabili di organizzare la presa in carico delle persone internate, per curarle e assisterle nel territorio di residenza, come prevedono le norme e indicano le ripetute sentenze della Corte Costituzionale.
Come fu deciso per i manicomi, gli Opg vanno aboliti e le persone curate e assistite. Per garantire davvero a tutti i cittadini, senza distinzione, i diritti sanciti dalla nostra Costituzione”.
28 settembre 2011
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