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Congresso ginecologi. Lorenzin: “Grazie per il grande impegno e per l’alta professionalità rivolta alla salute delle donne”

di Beatrice Lorenzin

“Sono grata agli organizzatori di questo annuale appuntamento scientifico per l’alto valore che ha nel formare, informare ed aggiornare gli operatori di settore ma anche perché apre un momento di confronto con l’istituzione che io rappresento per un dialogo finalizzato a migliorare le strategie di sanità pubblica e tutelare non solo i cittadini ma anche i professionisti che costantemente si mettono in gioco in ogni momento della loro attività professionale”, così il ministro della Salute nel suo messaggio in occasione del prossimo Congresso nazionale Sigo, Aogoi, Agui che si apre l’8 ottobre a Roma

07 OTT - Il tema scelto quest’anno sulla buona pratica clinica si sposa con quello della sicurezza dei pazienti che è uno degli obiettivi prioritari che il Servizio Sanitario Nazionale si pone ed entrambi si collocano nella prospettiva di un complessivo miglioramento della qualità delle cure.
 
Ciò dipende dall’interazione delle molteplici componenti che agiscono nel sistema, pertanto deve essere affrontata attraverso l’adozione di pratiche di governo clinico che consentano di porre al centro della programmazione e gestione dei servizi sanitari i bisogni dei cittadini, valorizzando nel contempo il ruolo e la responsabilità di tutte le figure professionali che operano in sanità indipendentemente dal ruolo, l’ambito professionale ed il setting assistenziale.
 
Rafforzare le competenze dei professionisti è quindi un valore essenziale e la formazione costituisce uno strumento indispensabile per assicurare l’erogazione di cure efficaci e sicure che abilitano il professionista alla gestione del rischio clinico.
 
Come ho avuto modo di dire al momento della sua approvazione, la legge 24 del 2017, relativa alle “disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”, rappresenta un importante passo in avanti per il nostro sistema sanitario e, dopo il Patto per la Salute, i nuovi Lea, il Piano nazionale vaccini, il Ddl di riforma degli ordini professionali in fase avanzata di predisposizione, è un ulteriore tassello di una grande stagione riformista per il Servizio Sanitario Nazionale.
 
Il provvedimento, frutto di un lungo lavoro durato più di tre anni garantisce da un lato il diritto del cittadino ad essere risarcito in caso di errore medico e al contempo garantisce al medico di poter lavorare in serenità e quindi di non temere nel compiere interventi che possono salvare la vita delle persone, che questi possano essere trasformati in occasioni di denuncia. Contrastare la piaga della medicina difensiva è sempre stato un tema sul quale il Ministero della Salute ha prestato grande attenzione e questa legge finalmente ci consente di dare risposte concrete a cittadini e professionisti.
 
Per avviarne la piena attuazione, lo scorso 2 agosto ho firmato il decreto che istituisce e regolamenta l’elenco delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie, che avranno il compito di elaborare le linee guida cui tutti i professionisti sanitari si devono attenere nell'esecuzione delle prestazioni sanitarie; il decreto stabilisce i requisiti che le società scientifiche e le associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie devono possedere ai fini dell’iscrizione nell’elenco.
 
Ovviamente ciò si affianca alle molte iniziative intraprese, seppure con varie tipologie e diverse modalità, che il Ministero sta portando avanti, ormai da anni, con la stretta collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Agenas, delle Società scientifiche e dei professionisti in servizio presso le strutture sanitarie delle diverse regioni.
 
Al riguardo colgo l’occasione per ricordare due recenti importanti risultati relativi all’ambito ostetrico: la prima Linea Guida italiana evidence based sulla prevenzione dell’emorragia post partum (EPP), prodotta dal Sistema Nazionale Linee Guida coordinato dall’ISS e le Linee d’indirizzo clinico-organizzative per la prevenzione delle complicanze legate alla gravidanza, redatte da un apposito Tavolo di lavoro, coordinato da Agenas su mia richiesta dopo la serie di morti materne verificatesi tra la fine del 2015 e inizio 2016.
 
Entrambi i documenti tengono conto delle più recenti evidenze scientifiche e sono stati realizzati con un approccio multidisciplinare in stretta collaborazione con i professionisti delle principali Società scientifiche.
La Linea guida sull’EPP, presentata dall’ISS a ottobre 2016, raccoglie le migliori evidenze cliniche a supporto di quella che è la prima causa di mortalità e grave morbosità materna a livello globale ed è frutto del progetto di sorveglianza ostetrica coordinato dall’Italian Obstetric Surveillance System del Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Prevenzione della Salute dell’ISS e finanziato dal Ministero della Salute.
 
Grazie alla disponibilità del sistema di sorveglianza della mortalità materna, che al momento coinvolge 8 regioni che coprono il 73% dei nati in Italia, che a breve sarà esteso a tutto il territorio nazionale, è stato possibile ricostruire i percorsi assistenziali offerti alle donne che hanno vissuto gravi complicazioni ostetriche e produrre informazioni utili al miglioramento dell’organizzazione e della pratica clinica. La diminuzione di frequenza delle morti materne da EPP dal 43% al 26% registrata dalla sorveglianza attiva ISS-regioni tra il 2013 e il 2015 rispetto al periodo precedente potrebbe rappresentare un primo risultato delle numerose iniziative messe in campo a livello nazionale per ridurre le morti evitabili da emorragia ostetrica.
 
Le Linee d’indirizzo per la prevenzione delle complicanze legate alla gravidanza invece, presentate da Agenas a fine luglio 2017, vogliono essere uno strumento clinico-organizzativo di supporto decisionale per i professionisti coinvolti nel Percorso Nascita, per individuare e rafforzare gli aspetti della sicurezza dell’organizzazione e delle cure ritenuti più vulnerabili e ridurre la probabilità di accadimento di esiti avversi prevenibili. Il documento si focalizza sul “rischio” inteso come possibilità di incorrere in errori tecnico professionali e organizzativi legati sia alla gestione clinico assistenziale della gravidanza fisiologica e non, sia ad alcuni aspetti del contesto organizzativo e gestionale, ed è strutturato in Quesiti e Raccomandazioni focalizzati sugli aspetti ritenuti più vulnerabili ai fini della sicurezza delle pazienti e degli stessi operatori sanitari, con l’obiettivo di curare alcuni snodi decisionali del percorso e approntare il più precocemente possibile le misure necessarie alla loro prevenzione al fine di ridurre il margine di rischio del loro accadimento o attenuarne gli esiti.
 
Infatti alcune complicanze e i loro esiti hanno, infatti, caratteristiche di tempo dipendenza per cui uno degli obiettivi prioritari ai fini della sicurezza è anticipare la diagnosi e il trattamento e l’eventuale tempestivo trasferimento della paziente nel setting più appropriato rispetto alle condizioni cliniche.
 
Il Ministero, inoltre, negli ultimi anni ha sostenuto con forza il progetto sui near miss ostetrici che prevede la segnalazione dei casi incidenti, un’occasione preziosa per facilitare la diffusione della pratica del confronto tra pari mediante audit.  Tutto questo ha permesso di identificare i bisogni formativi e di aggiornamento dei professionisti sanitari coinvolti nell’assistenza alla nascita e di individuare strategie per migliorare la pratica clinica. Da un punto di vista programmatorio, continua il monitoraggio della riorganizzazione della rete dei punti nascita ed è quasi completata la piena attuazione degli standard previsti per assicurare sicurezza e qualità a tutte le mamme e i neonati e, di conseguenza, a voi professionisti.
 
Ritengo essenziale, inoltre, richiamare il fatto che la tutela della salute inizia molto prima della nascita e del concepimento; molti interventi preventivi sono da effettuare già in epoca preconcezionale e per alcuni aspetti, quanto meno quelli educativi, anche prima durante il periodo scolastico.
 
In particolare, la promozione della salute riproduttiva può essere intesa come un continuum integrato di interventi socio-sanitari che, promuovendo la salute delle persone in età fertile sin dalla giovane età e prima di avere un bambino, ha come obiettivo specifico quello di prevenire o ridurre il rischio di alcuni esiti avversi della riproduzione come infertilità, aborto spontaneo, malformazioni, restrizione della crescita fetale, prematurità.
 
Il vostro ruolo vi consente di porre attenzione alla salute dei futuri genitori che è fondamentale anche per proteggere quella del bambino, soprattutto nella fase strategica dei primi 1000 giorni di vita. E’ È ormai noto che i primi 1000 giorni di vita, dal concepimento ai due anni, sono fondamentali per un adeguato sviluppo fisico e psichico del futuro adulto: gli effetti di fattori biologici, esposizioni ambientali e psicosociali in questo periodo influenzano in modo determinante la vita dell’individuo. La conoscenza ed il controllo dei rischi nei primi mille giorni diventa quindi una priorità di salute pubblica anche in considerazione sia del potenziale accumulo del singolo rischio nel tempo (es. esposizioni ambientali o malnutrizione) sia del potenziale effetto sinergico di più rischi nello stesso momento.
 
In tempi recenti si sono delineate nuove conoscenze scientifiche sul ruolo della riprogrammazione dell’epigenoma, sia nei gameti prima del concepimento che nella fase di reimpianto dell’embrione, che aprono nuove strade alla comprensione dell’insorgenza di molte patologie e alla loro prevenzione. L’epigenetica è la chiave di volta per comprendere l’effetto dei primi mille giorni e per elaborare un nuovo modello interpretativo delle correlazioni tra genotipo, fenotipo e ambiente.
 
Su questo ambito il Ministero sta ponendo una particolare attenzione anche al fine di favorire il più possibile un intervento coordinato tra tutti i professionisti coinvolti a partire dai voi, medici ginecologi e ostetriche/i.
 
Mi auguro che la formazione e l’informazione sulle diverse tematiche che affronterete in questo Congresso nazionale Sigo-Aogoi-Agui orienteranno l’intervento di salute verso una maggiore attenzione su come comprendere al meglio la domanda di salute della donna e dell’uomo, come qualificare l’offerta, come stimolare la ricerca in questo campo e raggiungere un livello omogeneo di competenze e conoscenze che favorisca l’attuazione delle strategie per le sicurezza dei pazienti a livello nazionale.
 
Consentitemi, infine, di ringraziarvi per il grande impegno, per l’alta professionalità costantemente rivolta alla salute delle donne e degli uomini del nostro Paese in questo momento particolarmente delicato in cui sempre più è necessario garantire una sanità uguale ed equa per tutti, nel rispetto delle diversità etniche, culturali, locali e sociali.
 
Beatrice Lorenzin
Ministro della Salute
 
Fonte: Gyneco Aogoi

07 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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