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Decreto vaccini. Il Governo annuncia la questione di fiducia. Votazioni a partire da giovedì


L'annuncio è stato dato in Aula dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento Finocchiaro. La questione di fiducia è stata posta sul testo della Commissione identico a quello già approvato dal Senato. Intanto, nel corso della seduta, bocciate in Aula le pregiudiziali costituzionali presentate da M5S e Lega. La prima chiama per il voto di fiducia si terrà domani sera a partire dalle 23:30. IL TESTO

26 LUG - Il Governo ha posto la questione di fiducia sul decreto vaccini, nel testo della Commissione identico a quello già approvato la scorsa settimana dal Senato. Ad annunciarlo all'Aula della Camera in tarda serata è stata la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. Il provvedimento è approdato a Montecitorio lo scorso venerdì e, dopo un rapido esame in Commissione Affari Sociali con la bocciatura di circa 220 emendamenti, si avvia ora verso l'approvazione finale.
 
Da giovedì sera alle 23:30 prenderà il via la prima chiama per il voto di fiducia. Il via libera finale con la conversione in legge del decreto è invece in programma per il prossimo venerdì mattina entro le ore 12. Durante l'esame del pomeriggio, l'Assemblea di Montecitorio ha respinto le pregiudiziali costituzionali presentate da Dalila Nesci (M5S) e Marco Rondini (Ln)
 
Il relatore per la maggioranza, Federico Gelli (Pd), nella suo intervento ha ricordato come l'iter del provvedimento sia stato "particolarmente lungo e articolato (40 giorni circa tra esame in Commissione ed esame in Aula), tanto da lasciare uno spazio oggettivamente piuttosto ristretto a questa Camera".
 
"Al riguardo, però, intendo sottolineare come nel corso dell’esame al Senato, sia presso la Commissione Igiene e sanità che in Aula, sono stati approvati numerosi emendamenti che hanno profondamente modificato il testo iniziale, senza che il Governo abbia fatto ricorso alla fiducia. Si è trattato, pertanto, di un dibattito parlamentare vero, nel corso del quale si sono formate delle maggioranze diverse da quella che sostiene il Governo. In proposito, è stata mossa da alcune parti l’accusa di aver dato luogo ad una sorta di 'contrattazione partitica' ma su questo punto invito tutti a mettersi d’accordo: se la maggioranza che sostiene il Governo approva le leggi da sola sbaglia, se i provvedimenti sono approvati anche da altre forze politiche si dice che è in atto una contrattazione", ha sottolineato.
 
Quanto alla necessità del ricorso al decreto, Gelli ha spiegato: "Il preoccupante attuale calo delle coperture vaccinali ha indotto il Governo a muoversi nuovamente verso l’obbligatorietà. Allo stato attuale (i dati sono aggiornati al 31 dicembre 2016), la copertura media nazionale delle vaccinazioni è pericolosamente sotto le soglie raccomandate OMS: 93,7% tetano, 93,6% difterite, 93,6% pertosse, 93,3% poliomielite, 93% epatite B, 87,3% morbillo, 87,2% rosolia, 87,2% parotite, 80,7% meningococco C, 46,1% varicella. In particolare, dall’inizio del 2017 sono stati segnalati oltre 3.500 casi di morbillo, con un incremento di oltre il 500% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente".
 
"Io credo che un Governo abbia il dovere e l'obbligo di intervenire di fronte a problemi di sanità pubblica. Anche nel nostro Paese si è criticato molto, per problemi di mortalità negli incidenti, l'obbligatorietà delle cinture o l'uso del casco, oppure le norme di sicurezza per le morti bianche sul lavoro, oppure l'obbligatorietà per quanto riguarda l'igiene degli alimenti. Eppure, lo Stato, il Governo si è sentito in dovere di introdurre questa obbligatorietà, perché non era un problema solo individuale e soggettivo ma interessava l'intera comunità e la salute pubblica dei cittadini.", ha aggiunto il relatore.
 
Leggi qui la relazione integrale di Federico Gelli (Pd).
 
 
Giovanni Rodriquez

26 luglio 2017
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