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Legge di Bilancio. La bocciatura di medici, veterinari e sanitari: “Ci hanno precluso lo sciopero del 28. Ma non potranno farlo all'infinito”


I sindacati di categoria criticano la nuova manovra finanziaria: “non rispetta le nostre richieste – dicono – aumenta il lavoro precario e peggiora le condizioni di sicurezza della sanità pubblica”. Gli emendamenti del Senato potrebbero essere l’ultima spiaggia.

29 NOV - Mentre l’iter per l’approvazione della legge di bilancio 2017 prosegue, si scatenano i malcontenti tra le varie categorie professionali chiamate in causa.
 
Non nascondono il loro disappunto i sindacati medici, veterinari e sanitari che accusano la classe politica di non aver né ascoltato, né messo in atto le proprie richieste. Una decisione questa “che – sottolineano in una nota congiunta - permetterà alle Regioni di continuare a fare cassa con i soldi degli stipendi di medici e sanitari. E’ una vergogna da terzo mondo, non è stata neppure presa in considerazione la proposta di equiparare il lavoro pubblico a quello privato, in materia di defiscalizzazione”.

I sindacati di categoria non appaiono fiduciosi: sono convinti che non sarà assunto nuovo personale, nonostante le carenze di organico e l’invecchiamento dei sanitari. Dura la linea anche nei confronti della burocrazia definita “oppressiva e da paese sovietico”.
Per medici, veterinari e sanitari tutto ciò comprometterebbe fortemente la sicurezza nella quasi totalità degli ospedali specie nei pronto soccorsi, nelle sale operatorie, nelle sale parto e nelle terapie intensive.
“Rimangono sul tavolo cifre incerte – aggiungono i sindacati - su tempi e numeri delle stabilizzazioni, le cui risorse esigue sono al di sotto di quanto necessario, insieme con un finanziamento contrattuale simbolico, dopo 7 anni di blocco, inferiore a quello concesso ad altri settori del pubblico impiego ed a quello di edili, chimici, metalmeccanici”.
Chiamano in causa anche il Ministro Madia “che, dopo la bocciatura della riforma della PA, minaccia uno stop alla contrattazione e ribadisce l’orientamento del Governo a privilegiare i salari più bassi con il rischio di penalizzare ulteriormente la dirigenza pubblica, compresi i medici ed i dirigenti sanitari”.
 
A questo punto i sindacati sono convinti che per difendere la loro dignità professionale dovranno fare appello al Senato per apportare gli emendamenti necessari.
 
“Ci hanno precluso anche l’ultimo sciopero – concludono - ma non potranno impedirlo all’infinito. Per il Governo siamo l’ultima ruota del carro. Ma la sanità, quando si rompe, trascina con sé l’intero carro”.
 

29 novembre 2016
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