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Povertà. Capone (Pd): “Reddito per l’inclusione è misura importante”


Così il componente della commissione Affari Sociali ha commentato il Sistema di inclusione sociale presentato ieri dal ministro Poletti. "Saranno circa 200mila le famiglie, sull’intero territorio nazionale, che potranno beneficiare del Sostegno all’inclusione attiva, già sperimentato nelle città più grandi del Paese e che viene completamente ridisegnato ed esteso a tutto il territorio nazionale”. 

20 LUG - “In attesa dell’approvazione definitiva in Senato della Legge delega per il contrasto alla povertà approvata alla Camera, che introdurrà il Reddito di inclusione, il SIA (Sostegno inclusione attiva) rappresenta già una prima concreta azione per le fasce più deboli, una misura ponte che anticipa alcuni elementi essenziali della Legge delega. Saranno circa 200mila le famiglie, sull’intero territorio nazionale, che potranno beneficiare del Sostegno all’inclusione attiva, già sperimentato nelle città più grandi del Paese e che, con il Decreto ministeriale del 26 maggio scorso viene completamente ridisegnato ed esteso a tutto il territorio nazionale”. Così Salvatore Capone (Pd), componente della Commissione Affari sociali.
 
“Una misura importante” - prosegue Capone - che viene incontro a situazioni di grande difficoltà e che lega il sostegno al reddito, all’inclusione e all’attivazione. Caratterizzata da una logica ben precisa, non puramente assistenzialistica né una tantum. Piuttosto un modo perché le persone possano essere sostenute e accompagnate ad uscir fuori dalla situazione di emarginazione. Già dal prossimo anno, tra l’altro, il Governo immagina di poter raddoppiare i fondi per rendere più omogeneo l'intervento sul territorio e arrivare progressivamente a coprire, con il reddito di inclusione, l'intera platea potenziale di un milione di minori in povertà assoluta. Parliamo di misure strutturali e permanenti, una infrastruttura dedicata all’inclusione sociale che dovrà essere monitorata costantemente".
 
"Un segnale chiaro su come Parlamento e Governo intendono impegnarsi su un tema così complesso, e soprattutto sulla necessità che le risorse destinate alle situazioni e alle fasce più deboli debbano essere considerate parte integrante del percorso di reinclusione sociale e lavorativa, grazie ad una pluralità di soggetti pubblici e privati coinvolti sul tema, dai servizi sociali dei Comuni (coordinati a livello di Ambiti territoriali) agli altri servizi del territorio (i centri per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole), ai soggetti del terzo settore, alle parti sociali, alle comunità”, conclude il deputato dem.

20 luglio 2016
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