Senato. Question time di Lorenzin a tutto campo. “Fsn 2017 a 113 miliardi”. E su privatizzazione: “Il Governo vuole Ssn universalistico”
Dall'aggiornamento dei Lea al tema dela cronicità, dalla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale alla farmaceutica ospedaliera, fino agli screening neonatali, le vaccinazioni e i casi di meningite e meningococco C in Toscana. La ministra della Salute ha fatto il punto a Palazzo Madama su molti aspetti di attualità rispondendo alle molte domande dei senatori presenti.
17 MAR - La ministra della Salute,
Beatrice Lorenzin, è intervenuta nel pomeriggio in Aula al Senato per rispondere al
Question time sull'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e prevenzione vaccinale. Molti i temi affrontati dalla ministra nelle sue risposte, a cominciare dall'aggiornamento dei
Livelli essenziali di assistenza previsto dal Patto per la salute. "L'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, riguardante cioè le terapie e i trattamenti che i nostri cittadini ricevono presso il Servizio sanitario nazionale, non avveniva dal 2001, ossia da circa sedici anni. Le motivazioni per cui questo aggiornamento tardava ad arrivare sono molto semplici, in quanto non si riusciva a trovare un modello per garantire la copertura delle nuove terapie e cure. Nel Patto della salute abbiamo inteso non solo rivedere i criteri di aggiornamento e il sistema di monitoraggio dei Lea, ma anche rendere i nuovi Lea aggiornabili ogni anno e costruire una nuova griglia e un nuovo modello di identificazione dei Lea in maniera da poter inserire tutti gli aspetti che sono stati tenuti fuori negli ultimi sedici anni, quindi con riferimento all'appropriatezza delle cure erogate, le nuove terapie, i nuovi trattamenti, la riabilitazione e tutto ciò che riguarda la nostra vita comune dei pazienti sui territori".
"Le griglie - ha spiegato Lorenzin - sono state riapprontate secondo un metodo di efficacia ed efficienza del sistema e tenendo conto anche di un meccanismo ormai acclarato da tutti, cioè un sistema di monitoraggio continuo che ci permette, anche attraverso la nuova Commissione Lea, di riaggiornare ogni anno il sistema, rendendolo così attuale rispetto alle nuove scoperte scientifiche, ma anche alle variazioni che possiamo trovare nei singoli territori. Per fare questo, nel Patto della salute abbiamo deciso di affrontare tutta la gamma e, quindi, non soltanto i livelli essenziali di assistenza, ma anche il nuovo nomenclatore, affrontando così anche il tema delle protesi, tra cui quelle audiovisive, su cui - anche qui - da decenni non vi era stato alcun aggiornamento".
Quanto al finanziamento, Lorenzin ha ricordato come nella legge di stabilità 2016 siano stati vincolati 800 mln proprio per la revisione dei Lea e del nomenclatore: "Questo lungo iter di aggiornamento e di confronto, con rispetto ai dati delle Regioni, è terminato; mancano ancora in realtà tre Regioni, ma noi possiamo dirci soddisfatti e siamo pronti a mandare il testo per il concerto al Ministero dell'economia e delle finanze. Quindi possiamo dire che l'iter si è di fatto concluso e credo che questa sia un'ottima notizia per i nostri cittadini. Ma ancora di più è un'ottima notizia il fatto che abbiamo finalmente reso aggiornabile anno per anno questo provvedimento, con un nuovo modo di disegnare le griglie Lea che ci permette di garantire un sistema di efficacia".
La ministra ha poi toccato l'argomento
sicurezza dei dati definendolo "il tema di questo nostro tempo di oggi". "È il tema di come i dati sensibili vengono gestiti, trattati e mantenuti in sicurezza. Il dato è la vera forza economica dei nuovi sistemi dal punto di vista mondiale; su questo noi abbiamo dei protocolli, come Ministero della salute, con le autorità preposte al controllo e al monitoraggio dei sistemi informatici. Questo per noi è estremamente importante. È evidente che nel futuro tutti noi saremo impegnati, man mano che i dati diventeranno centrali nella gestione del nostro sistema, a fare in modo che i dati siano sicuri e siano soprattutto ben gestiti".
Passando al tema della
cronicità, Lorenzin, definendola una questione di primo rilievo, ha illustrato il nuovo piano nazionale della cronicità all'interno del quale è stata messa al centro proprio la presa in carico del paziente: "Curare e trattare nel modo più appropriato il paziente cronico è ovviamente una sfida per i servizi sanitari nazionali moderni, in una società con un'alta presenza di persone della terza e della quarta età. Di fronte all'invecchiamento della popolazione, la sfida della cronicità è anche una sfida di sostenibilità".
Proprio sulla
sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e sul pericolo di una possibile strisciante sua privatizzazione, Lorenzin ha precisato: "Il mio precipuo interesse ed obiettivo, e quello di tutto il Governo, è mantenere il nostro Servizio sanitario nazionale come un modello universale e universalistico, che è la nostra grande differenza rispetto a quello che accade nella maggior parte dei Paesi del mondo. Quello che abbiamo in Italia, cioè accesso a cure e a prestazioni di massimo livello e di massima eccellenza in modo gratuito per tutti, a prescindere dalla propria carta d'identità e dalla propria carta di credito o dal fatto di avere o meno un'assicurazione privata, è una ricchezza sociale del nostro Paese. Questo tra l'altro lo facciamo spendendo pochissimo rispetto ai nostri altri vicini di casa: noi spendiamo il 6,5 per cento del prodotto interno lordo. Tutti ci chiedono: ma come fate? È ovvio che, per farlo, sono stati fatti grossi sacrifici in anni di crisi economica. Ma, a differenza di altri, durante la crisi economica noi non abbiamo privatizzato il sistema del welfare e in particolare il sistema sanitario nazionale; lo abbiamo fatto rimanere accessibile a tutti e dobbiamo continuare a farlo. I prossimi saranno anni in cui torneremo ad investire sul personale sanitario, sull'accesso al farmaco e sulle infrastrutture. Il fondo del prossimo anno è di 113 miliardi, quindi ci sono due miliardi in più rispetto a quello del 2015".
Di pari passo con l'aumento del Fondo sanitario si proseguirà il cammino della
lotta agli sprechi. "È un dovere da parte di tutti noi fare in modo di eliminare gli sprechi, rendere efficace ed efficiente il sistema anche facendo azioni innovative, cioè entrando nel merito della produttività del sistema, tant'è vero che nel piano di rientro che noi abbiamo inserito nella legge di stabilità non agiamo più solamente sulle Regioni, ma entriamo negli ospedali. Verifichiamo cioè i livelli essenziali di assistenza dei singoli ospedali, che in questi anni hanno sforato: ci sono ospedali che lo hanno fatto per cento o duecento milioni e sono gli stessi in cui non viene più garantito il livello essenziale di assistenza.Facendo un piano di rientro triennale, una road map per uscire dalla crisi - ha proseguito - noi andiamo in profondità dei processi, con l'obiettivo di rendere sempre più efficace ed efficiente il sistema sanitario e di liberare le risorse che così verranno risparmiate e reinvestite nel sistema. Questa è una grande novità del patto per la salute: le risorse non vanno più via, rimangono all'interno del comparto, con delle priorità: quest'anno sono stati i Lea e il farmaco per l'epatite C, nei prossimi anni lo saranno il personale sanitario, l'innovazione e la ricerca e l'accesso ai farmaci".
Passando poi alla
farmaceutica ospedaliera: "Noi abbiamo un monitoraggio della spesa farmaceutica molto forte, tanto è vero che ci ha permesso di mantenere il tetto al livello più basso d'Europa, ma non è sufficiente. Rispetto alle grandi innovazioni che stanno arrivando, cioè al fatto che avremo nuovi farmaci che ci permettono di guarire rispetto a malattie che fino a ieri erano considerate totalmente incurabili, noi dobbiamo rivedere e rimodulare i modelli di accesso, di spesa e di gestione. Su questo stiamo lavorando in un tavolo insieme alle Regioni e alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la nuova governance farmaceutica e su questo credo che saremo molto attivi".
Non è mancato un passaggio sugli
screening neonatali e sulla recente polemica con la senatrice del M5s,
Paola Taverna: "Per quanto riguarda gli screening noi abbiamo avuto e abbiamo a disposizione 5 milioni di euro per il 2014 e dieci milioni di euro per il 2015, motivo per il quale continuiamo ad applicare il decreto ministeriale che abbiamo previsto per non perdere queste risorse. Abbiamo dato parere favorevole alla proposta della senatrice Taverna; quando avrà terminato l'iter, noi la assorbiremo nel sistema, in modo tale da non perdere queste risorse e di poter ampliare gli screening, che fra l'altro fanno parte dei nostri obiettivi, non solo a livello dei Lea ma del piano nazionale di prevenzione, in particolare per quanto riguarda quelli neonatali. Su questo c'è il massimo impegno mio e del Governo per garantire non solo la copertura, ma anche un ampliamento nei prossimi anni".
Per quanto poi riguarda la
sindrome di sensibilità chimica multipla, la ministra ha ricordato come sul tema si siano già espressi più volte sia il Consiglio superiore di sanità sia l'Istituto superiore di sanità: "È veramente ancora complesso identificare la malattia in modo tale da poterla inserire all'interno dei Lea, però recepisco la domanda e anche la richiesta che viene dalle associazioni e quindi mi impegno a mandare una nuova richiesta di esame, per avere un aggiornamento dei dati scientifici attuali, al Consiglio superiore di sanità".
Sui
vaccini la ministra è tornata ad evidenziare l'importanza dell'effetto gregge, ricordando come questo serva "soprattutto a quei bambini che non possono essere vaccinati, o perché troppo piccoli o perché hanno patologie che non consentono loro di ricevere una vaccinazione, per permettere loro di stare a scuola o in una comunità insieme agli altri bambini senza rischiare, a volte, purtroppo, la vita". "Questa - ha proseguito - è la filosofia di fondo per cui noi dobbiamo continuare a fare informazione in favore dei vaccini e questa è la filosofia che ci ha portato al nuovo Piano nazionale vaccini, che - lo voglio evidenziare - è finanziato per circa 220 milioni di euro ed è in Conferenza Stato-Regioni, per garantire un nuovo modello di promozione della vaccinazione".
Sempre in tema di vaccini è stato sottolieato come con il piano nazionale dei vaccini si sia voluto incidere anche sull'educazione e sulla formazione, non solo dei genitori dei bambini che devono essere vaccinati, ma anche degli operatori sanitari. "È, quindi, assolutamente necessario un coinvolgimento dei pediatri di libera scelta, dei neonatologi, dei medici di medicina generale, dei soggetti attivi".
Nel corso del suo lungo intervento Lorenzin ha affrontato anche il tema della
ricerca indipendente. "La ricerca indipendente ci permette anche di sfatare alcune situazioni o di avere una maggiore certezza su un processo che un grande Stato come il nostro non può far altro che favorire. A questo proposito, proprio il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute ha inserito questo topic nell'ultimo bando che è stato finanziato su alcuni progetti. Inoltre, abbiamo dodici milioni di euro appositamente approvati nei bandi di Aifa, proprio per la ricerca indipendente, che prevedono di inserirsi in questo contesto. Infine, anche nel bando finalizzato alla ricerca del Ministero della sanità sono stati previsti fondi per la ricerca indipendente. Questo per dire che c'è una particolare sensibilità nel riservare parte del finanziamento su questo tema.
Infine, la questione della
meningite e del meningococco C in Toscana: "Per rassicurare la popolazione, vorrei precisare che si è vaccinato un numero veramente notevole di cittadini, e noi stiamo seguendo l'andamento non solo della vaccinazione, ma anche degli studi che verranno approntati e che si stanno effettuando anche su persone già vaccinate per quanto riguarda quest'area".
17 marzo 2016
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