Reponsabilità professionale. Aceti (Cittadinanzattiva): “Ddl potrebbe essere incostituzionale. Rischia di danneggiare diritti del malato”
Questo il giudizio del coordinatore nazionale di Cittadinanzattiva, sul ddl approvato ieri dalla commissione Affari Sociali della Camera. Aceti punta in particolare il dito contro l'inversione dell'onore della prova, ora a carico del cittadino: "Presenta profili di incostituzionalità perché lede l'articolo 24 della Costituzione che sancisce il diritto di difesa e azione in giudizio, vietando quindi che una legge possa renderne impossibile o difficile l'esercizio".
20 NOV - "È una legge che potrebbe essere inconstituzionale. Rischia di penalizzare i diritti del malato e di mettere i cittadini danneggiati in coda tra i creditori del Servizio sanitario nazionale". Questo il giudizio del coordinatore nazionale del Tribunale dei Diritti del Malato-Cittadinanzattiva, sul disegno di legge sulla responsabilità professionale approvato ieri dalla commissione Affari Sociali della Camera.
Aceti, in particolare, punta il dito contro l'inversione dell'onore delle prova che, in questo modo, "si scaricherà sul più debole". "Se sino ad oggi era il medico a dover dimostrare di non essere colpevole, grazie al ddl, sarà il il cittadino, a dover dimostrare, non solo il danno ma anche la dinamica dei fatti. E per di più avrà a disposizione solo 5 anni per avviare l'azione risarcitoria, e non più 10 come oggi", ha spiegato.
Ed è proprio sotto questo profilo che, a parere di Aceti, il ddl "presenta profili di incostituzionalità perché lede l'articolo 24 della Costituzione che sancisce il diritto di difesa e azione in giudizio, vietando quindi che una legge possa renderne impossibile o difficile l'esercizio". "Il rischio, seppure dovesse riuscire a dimostrare le proprie ragioni - aggiunge - è che si vedranno cittadini danneggiati in coda tra i creditori del Servizio sanitario nazionale, per mancanza di cassa". Le strutture infatti, secondo il ddl, potranno attivare delle auto-assicurazioni utilizzando risorse del proprio bilancio. "Ma già oggi - evidenzia il coordinatore del Tribunale dei diritti del Malato - laddove questo accade, non ci sono sempre materialmente i soldi per risarcire chi ha ricevuto danni, soprattutto in Regioni in Piano di rientro. E nel ddl non ci sono garanzie in tal senso".
"Ad esser sbagliati sono i presupposti. Uno degli assunti da cui parte il testo, è che a dettarlo sia la necessità di arginare la medicina difensiva, ma non c'è certezza sulla sua reale entità, anzi assistiamo a un 'totonumeri' sul reale importo causato da questo fenomeno. Neanche l'ipotizzato automatismo tra medicina difensiva e necessità di rivedere la normativa sulla responsabilità professionale - conclude - è così scontato, visto che da un'indagine dell'Agenas solo per il 47% degli intervistati questa soluzione potrebbe essere utile".
20 novembre 2015
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