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Carni cancerogene. Lorenzin contro l'Oms: “Un allarme ingiustificato”. Martina: “Basta seguire una dieta corretta”


Così i due ministri, rispettivamente, della Salute e delle Politiche agricole, tornano sullo studio dell'Oms. Lorenzin attacca l'istituzione internazionel sottolineando come  lo studio completo non sia ancora disponibile, e lo sarà solo nella seconda metà del 2016. "Intanto però, si è creato allarmismo in modo ingiustificato. Basta affidarsi alla dieta mediterranea''. 

30 OTT - Un "allarme ingiustificato". A pochi giorni dalla pubblicazione dello studio dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul rischio cancerogeno delle carni rosse e lavorate, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin attacca l'istituzione internazionale e sottolinea come lo studio completo non sia ancora disponibile, e lo sarà solo nella seconda metà del 2016. Lo studio Oms, che ha suscitato molteplici polemiche, "noi non lo abbiamo - ha detto Lorenzin a margine della celebrazione al Quirinale della Giornata nazionale per la ricerca sul cancro -. Ne abbiamo vista una sintesi sulla rivista Lancet. Abbiamo chiesto di avere il testo completo, ma ci dicono che lo studio non sarà pronto prima della seconda metà del 2016. Intanto però - ha rimarcato - allarmismo è stato fatto, ed in modo ingiustificato". 
 
Ovviamente, ha precisato, "dobbiamo dare autorevolezza alle istituzioni scientifiche mondiali, ma il punto è che è stato presentato un sunto su una rivista scientifica a cui è stata data una rilevanza mondiale, senza però avere noi il testo completo della ricerca". Quindi, ha avvertito Lorenzin, "non creiamo allarmismi che non ci sono e affidiamoci invece alla Dieta Mediterranea". 
 
Un punto di vista condiviso dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: "Ribadisco che non vanno assolutamente creati allarmismi esagerati, anche perché queste ricerche sono note da tempo e il tema vero che pongono è quello della corretta dieta, dell'equilibrio tra quantità, qualità, composizione nutrizionale degli alimenti. Con molta serenità ed
equilibrio - afferma - dobbiamo sapere che quello studio prende a riferimento alcuni casi molto particolari, di alcuni Paesi dove la somministrazione di carni rosse è esagerata".
 
A tranquillizzare è anche l'Ordine dei Medici Veterinari di Milano. L'Ordine rassicura infatti sulla "qualità dei lavorati presenti sul mercato europeo, che non contengono le sostanze presenti nei lavorati analizzati dall'Oms", e suggerisce un ''metodo di etichettatura obbligatorio e completo a tutela del
consumatore''. Lo studio dell'Oms, rilevano i veterinari, "ha preso come campione insaccati lavorati contenenti sostanze e prodotti per la conservazione o per il fissaggio di gusto e sapidità non presenti nell'UE e, soprattutto, in Italia. L'analisi, infatti, è stata svolta interamente su prodotti provenienti dalle Americhe, realtà che non gode degli standard di controllo qualità presenti in Europa, tra i più elevati e scrupolosi al mondo. Le dosi di tali sostanze e i tempi di esposizione presi in esame, inoltre, implicano un consumo pressoché quotidiano e massivo di carni rosse lavorate, nettamente superiori rispetto alla media europea ed italiana".

Anche il Codacons chiede di rendere obbligatoria in etichetta l'indicazione di origine delle materie prime: "Serve garantire la tracciabilità per tutti gli alimenti, anche quelli lavorati - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Oggi si spacciano per italiani prodotti che sono stati solo trasformati in Italia, ma le cui materie prime provengono dai luoghi più disparati del mondo, dove la legislazione in fatto di salute, alimentazione degli animali e controlli è assai diversa dalla nostra e meno rigorosa". 

30 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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