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Responsabilità professionale. Cittadinanzattiva chiede ritiro del ddl: “Così si condannano solo i cittadini, si faccia dietrofront”


"L’inversione dell’onere della prova dal medico al cittadino renderà di fatto impossibile l’esercizio del diritto legittimo a rivalersi nei confronti del professionista da parte del cittadino che non ha gli strumenti per dimostrarne la responsabilità". Così il coordinatore nazionale di Cittadinanzattiva, Tonino Aceti, che annuncia una petizione per il ritiro del provvedimento al vaglio della commissione Affari Sociali. LA PETIZIONE, LA NOTA INVIATA IN PARLAMENTO.

21 OTT - "La verità è che i dati sui procedimenti per malpractice non sono così allarmanti come si vuol far credere: secondo lo studio Agenas S 2013 'Indagine sui modelli regionali di gestione sinistri e polizze', le richieste di risarcimento sono pari solo allo 0,0012% del totale dei ricoveri e delle prestazioni specialistiche erogate dal Ssn e nell’80% dei casi ai cittadini è stato riconosciuto il risarcimento del danno con un valore medio di 40.000 euro. Bastano questi dati a smentire i timori di un accanimento da parte dei cittadini nei confronti delle professioni sanitarie e a non giustificare un’accelerazione così repentina della riforma della normativa sulla responsabilità del personale sanitario. Non si devono sacrificare i diritti della persona malata come quelli alla sicurezza, al reclamo e al risarcimento del danno, sanciti dalla Carta Europea dei diritti del malato, per l’utilizzo distorto e profittevole di alcuni”. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva che ha annunciato il via alla petizione “Chi sbaglia in sanità, paghi”, contro la riforma della responsabilità professionale sanitaria.
 
“L’impianto attuale del provvedimento comporterà il serio rischio di deresponsabilizzare le professioni sanitarie con ovvie ricadute sulla qualità e sicurezza delle cure, oltre che contribuire ad aumentare l’attuale livello di conflittualità tra professionisti e cittadini. Il riconoscimento di una responsabilità extracontrattuale al personale sanitario rappresenta una modifica irricevibile all’attuale normativa. L’inversione dell’onere della prova dal medico al cittadino renderà di fatto impossibile l’esercizio del diritto legittimo a rivalersi nei confronti del professionista da parte del cittadino che non ha gli strumenti per dimostrarne la responsabilità. Se la riforma venisse approvata con questi contenuti, i cittadini si vedranno costretti ad andare in ospedale e negli studi medici muniti di telecamera nascosta e con avvocati al seguito", ha proseguito.

“Chiediamo quindi al Parlamento (al quale è stata anche inviata una nota documentata sulle criticità del ddl) di rivedere i tempi di approvazione del provvedimento estendendo la discussione a tutti i soggetti che sinora non sono stati coinvolti e ascoltati, primi fra tutti i cittadini. Se la riforma va fatta - conclude Aceti - vogliamo un testo che metta d’accordo la politica con i cittadini e con i professionisti sanitari. In caso contrario rappresenterà solo un atto di forza”.

21 ottobre 2015
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