Fallimento regionalizzazione. Gelli (Pd): “Con nuova riforma Titolo V si riduce gap fra regioni”
Così il responsabile sanità del Pd è intervenuto sulla polemica tra il ministro Lorenzin e le Regioni. Per Gelli la nuova formulazione del Titolo V della Costituzione amplia le competenze statali, "permettendo al governo di aiutare le Regioni in difficoltà, rispettando però l’autonomia di programmazione e organizzazione dei servizi di quelle amministrazioni che dimostrano di saper lavorare e gestire bene le proprie risorse".
21 OTT - “Con la nuova formulazione del Titolo V della Costituzione, recentemente approvata al Senato, si ampliano le competenze statali prevedendo l'esclusività della potestà legislativa dello Stato non solo nella determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, ma anche nelle ‘disposizioni generali e comuni per la tutela della salute’. Il venir meno della legislazione concorrente, inoltre, dovrebbe risolvere anche il problema legato ai contenziosi. Questo nuovo criterio permette al governo di aiutare le Regioni in difficoltà, rispettando però l’autonomia di programmazione e organizzazione dei servizi di quelle amministrazioni che dimostrano di saper lavorare e gestire bene le proprie risorse". Così il deputato e responsabile sanità del Pd,
Federico Gelli, è intervenuto sulla polemica tra il ministro Lorenzin e le Regioni.
“La riforma del Titolo V ha portato innegabilmente in questi anni all’esplosione della spesa sanitaria e all’acuirsi di quel gap storico tra Nord e Sud del Paese. Non possiamo ancora tollerare che la garanzia di un diritto costituzionalmente garantito, come quello alla salute, sia così variabile a seconda del luogo di residenza - prosegue Gelli -. Purtroppo alcune Regioni hanno dimostrato di non saper fare un buon uso dell’autonomia che era stata loro concessa e, in questi casi, lo Stato ha il dovere di intervenire. Ricordiamo che per farlo, grazie a quanto previsto dalla legge di stabilità del 2015, si potrà procedere alla nomina di un commissario del governo che però, a differenza del passato, non potrà più coincidere con la persona del presidente della Regione. Merita poi attenzione anche l’innovazione introdotta con la riforma della PA che introduce l’Albo nazionale per i direttori generali”.
“Bisogna entrare nell’ottica che non sempre avere più risorse si traduce nel riuscire a dare migliori servizi. Ci sono, infatti, Regioni che spendono molto ma hanno una bassa qualità sanitaria. E’ necessario invece - conclude Gelli - valorizzare e diffondere su tutto il territorio quelle buone pratiche che, in alcune zone del Paese, hanno dimostrato di poter produrre sia un efficientamento della spesa che una migliore qualità dei servizi erogati”.
21 ottobre 2015
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