Decreto appropriatezza. Smi: “Se Renzi sta annunciando inversione di marcia, ne siamo lieti. Bisogna bloccare provvedimento”
Pina Onotri, segretario genele del Sindacato medici italiani, attacca: “Il decreto è un modo dissimulato di tagliare servizi. A carico dei medici, con tanto di sanzioni”. E lancia un appello al premier: “Si confronti con i medici italiani. Partecipi, insieme al ministro Lorenzin, agli Stati generali della professione a ottobre”.
01 OTT - Il Sindacato dei Medici Italiani (Smi) registra le rassicurazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sui tagli in sanità, ma sottolinea, con scetticismo, l'assenza, al momento, di gesti concreti. “I tagli - attacca
Pina Onotri, segretario - in questi anni ci sono stati e si vedono nel processo di demolizione dei servizi che offriamo ai cittadini e nel peggioramento delle condizioni di lavoro dei medici. I pronto soccorso saturati solo per una influenza, le ambulanze in molte regioni senza medici a bordo, le lunghe lista di attesa, l'uso indiscriminato di precari negli ospedali e sul territorio (oggetto di richiami dell'Unione europea), il blocco del turnover over. Sono fatti, non opinioni”.
“Se il premier sta annunciando un’inversione di marcia – prosegue - ne siamo lieti, ma vorremmo vedere gesti concreti ed evitare di assistere ad altri giochi di prestigio. Per intenderci: il decreto sull'appropriatezza è un modo dissimulato di tagliare servizi. A carico dei medici, con tanto di sanzioni”.
Smi chiede quindi di bloccare il provvedimento.“Sui risparmi, quelli veri, sia chiaro, il presidente Renzi, avrà nei medici degli alleati: siamo i primi a voler eliminare la ‘madre’ di tutti gli sprechi, cioè l'ingerenza dei partiti nel governo delle aziende sanitarie e il conseguente clientelismo”.
“Renzi si confronti con i medici italiani - conclude Onotri - partecipi, insieme al ministro Lorenzin, agli Stati generali della professione a ottobre. E in quella sede ascolti la categoria, scoprirà un altro punto di vista, quello di chi opera in prima linea con i pazienti”.
01 ottobre 2015
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