Il Veneto contro Renzi e Lorenzin: “Sui tagli il governo gioca coi numeri. Decreto appropriatezza da buttare. Ogni regione faccia per sé”
Il presidente del Veneto Luca Zaia a tutto campo dopo il Question Time del premier ieri alla Camera: “Con questo gioco di numeri e date, per trovare a tutti i costi positività che non ci sono, si sta prendendo in giro la gente”. Sull’appropriatezza propone: “L’incarico sia affidato alle Regioni e a pagare sia solo chi spreca”.
01 OTT - “Adesso possiamo dirci sollevati nell’apprendere dal Presidente del Consiglio che i fondi nazionali per la sanità sono aumentati di uno stratosferico 40% dal 2002. Per fortuna, aggiungo io, perché se fossimo rimasti alla dotazione di 13 anni fa, oggi in Italia non ci sarebbe più un ospedale aperto, né quelli gestiti bene, come in Veneto, né quelli gestiti male. Con questo gioco di numeri e date, per trovare a tutti i costi positività che non ci sono, si sta prendendo in giro la gente. La verità è che da quando governa lui sono stati tagliati 2 miliardi e 565 milioni di euro, che si aggiungono ai tagli degli indimenticati Monti e Letta”. Così, in una nota, il
Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta le dichiarazioni in materia di sanità rilasciate ieri alla Camera dal
Premier Matteo Renzi.
“Il magnanimo Renzi – incalza Zaia – dichiara anche la massima disponibilità a cambiare qualcosa sui provvedimenti legati all’appropriatezza che, di fatto, tagliano 208 prestazioni diagnostiche. Allora rilancio anche a lui la sfida proposta l’altro ieri al suo Ministro della Salute: buttate via quel decreto pasticcione e iniquo e incaricate le Regioni, ognuna secondo la propria realtà e capacità gestionale, di perseguire l’appropriatezza. Un concetto – secondo Zaia - molto simile a quello dei costi standard, beffardamente inapplicati, secondo il quale chi spreca paga e chi gestisce con appropriatezza no. Si faccia così e il Veneto, indicato ad esempio di buona gestione proprio dal Ministero della Salute come evidenziato anche da
Porta a Porta l’altro ieri, non dovrà né tagliare prestazioni, né punire medici, né far pagare i malati”.
01 ottobre 2015
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