Ddl concorrenza. Intervista a Mazziotti (Sc): “Su liberalizzazione Fascia C chiederemo al Governo di lasciare libertà di voto. Perchè c’è un fronte trasversale che comprende larga parte del Pd”
di Giovanni Rodriquez
Così il presidente della commissione Affari Costituzionali, a margine della festa di Scelta Civica a Salerno, fa il punto su quello che potrebbe accadere questa settimana in Aula. “Se c’è una necessità che ha il Paese è quella di scardinare queste posizioni di privilegio consolidate e irrazionali. Non è ammissibile che per veto del solo Ncd il Governo non possa andare avanti su un provvedimento che farebbe risparmiare fino a 500 mln l'anno”
28 SET - “In Aula, tra gli emendamenti presentati sul ddl concorrenza, ci sono diverse proposte che riguardano le farmacie. Una di queste propone l’eliminazione del numero programmato, che poi vorrebbe dire il cambiamento dell’attuale sistema. Ce n’è poi un’altra che prevede l’obbligo per i Comuni di vendere le farmacie comunali che sono in perdita da due anni. Infine, ci sono gli emendamenti sulla liberalizzaizione della Fascia C”. Così il presidente della commissione Affari Costituzionali alla Camera,
Andrea Mazziotti (Sc), a margine della festa di Scelta Civica a Salerno, in quest’intervista rilasciata a
Quotidiano Sanità fa il punto sul al ddl concorrenza alla vigilia della ripresa della discussione in Aula.
On. Mazziotti, sono stati presentati molti emendamenti che chiedono modifiche sostanziali sulle farmacie rispetto a quanto previsto dal testo del disegno di legge. Può aiutarci a fare il punto della situazione?
Alcuni di questi chiedono l’eliminazione del numero programmato. Questa richiesta di eliminare il limite massimo è stata avanzata perché, come ribadito anche dall’Antitrust, in altri Paesi non esiste una programmazione di questo genere e non è detto che debba essere questo il modo migliore per assicurare la qualità del servizio. Ci sono, appunto, altri Paesi in cui sono stati fissati dei requisiti per le farmacie ma senza stabilire poi quante queste dovessero essere sul territorio. E’ stato il ‘mercato’ a determinarne il numero. Ciò non toglie che poi, ovviamente, ci sono stati interventi pubblici nelle aree dove risultava poco conveniente erogare il servizio dal punto di vista economico.
In effetti uno dei temi più utilizzati per difendere l’attuale situazione è proprio questo. Ossia il timore di far venir meno il servizio di distribuzione del farmaco nei piccoli Comuni, laddove non è di certo remunerativo aprire una farmacia.
Mi lasci fare una battuta su questo. Questa è la polemica che tutti i monopolisti hanno fatto in tutti i settori di fronte a tutte le liberalizzazioni. Anche Telecom Italia viene remunerata per il cosiddetto servizio universale, cioè per portare la linea in quei luoghi dove non converrebbe fare telefonia. E così funziona per tutti i servizi pubblici. Esistono delle zone dove può servire un incentivo pubblico per erogare un servizio, ma questa non è di certo una ragione valida per mantenere il monopolio in tutta Italia.
È stata poi proposta anche la vendita delle farmacie comunali in perdita.
Sì. Noi come Scelta Civica stiamo portando avanti una battaglia per il taglio di tutte le partecipate pubbliche in generale. Tutte quelle che non fanno servizio pubblico in senso stretto. La farmacia non è servizio pubblico in senso stretto, tanto che lo fanno i privati in abbondanza. Per questo in alcuni emendamenti viene chiesta la vendita di quelle farmacie comunali in perdita da due anni. Detto questo, per noi, anche quelle che vanno bene andrebbero privatizzate, ma a maggior ragione in un settore dove non sono tante quelle che vanno male, sarebbe il caso che i Comuni non addebitassero ai cittadini il costo di tenersi una farmacia che perde soldi da un biennio.
Arriviamo alla richiesta di liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C.
Sulla fascia C la posizione è nota. La giustificazione legata alla sicurezza medica non sta in piedi per definizione visto che la presenza del farmacista sarebbe comunque garantita e quindi la qualità del servizio assicurata. Ed è dimostrato che la liberalizzazione della vendita comporterebbe grossissimi effetti dal punto di vista dei costi. Si è visto anche con gli altri prodotti oltre che negli altri Paesi. C’è chi stima tutto questo in circa 500 mln di euro. Parliamo di moltissimi soldi a carico dei cittadini.
In molti però ritengono che questa misura potrebbe comportare il fallimento di diverse farmacie.
Non credo alla tesi del possibile fallimento delle farmacie. Credo semplicemente che si farebbe un servizio ai consumatori e che il sistema delle farmacie sopravviverebbe senza problemi.
Cosa pensa che accadrà questa settimana in Aula?
Porteremo avanti questo tema nella discussione generale sul ddl concorrenza. Chiederemo al Governo di non pronunciarsi. L’Esecutivo in commissione ha dato un parere contrario su questo tema, ora noi chiediamo che non si esprima e che lasci libera l’Aula di votare. C’è un fronte molto trasversale sul tema della liberalizzazione della fascia C, che va dal M5S a Sel, fino a noi e ad una grossa parte del Pd. Visto che il veto viene solo da Ncd e che il Partito Democratico ha due partner di maggioranza che siamo proprio noi ed Ncd, chiederemo che, su un tema come questo, si lasci libertà di voto.
Farete votare in ogni caso i vostri emendamenti?
Sì. Noi li faremo votare in ogni caso, che ci sia parere favorevole o contrario del Governo.
Ritiene che ci sia qualche possibilità di vederne qualcuno approvato?
Io spero di sì. Chiaramente è più facile che passi con la libertà di voto che con il parere contrario del Governo. Confido ancora nel fatto che si possa arrivare ad un non pronunciamento da parte dell'Esecutivo. Le battaglie sulle liberalizzazioni sono fondamentali. Se c’è una necessità che ha il Paese è quella di scardinare queste posizioni di privilegio consolidate e irrazionali. Non è ammissibile che per il parere contrario di un solo partito il Governo non possa andare avanti.
Giovanni Rodriquez
28 settembre 2015
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