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Orari lavoro medici. Interrogazione di D’Ambrosio Lettieri a Lorenzin e Padoan per mancato rispetto direttiva europea

di Gennaro Barbieri

Il senatore dei Conservatori e Riformisti avverte: “Chi fa ricorso ora ha un'autostrada spianata. Siamo pronti anche a presentare disegno di legge”. Cassi, presidente Cimo, chiede “innanzitutto una soluzione normativa”. Andrea Tortorella (Consulcesi) spiega: “Siamo pronti a sostenere i ricorsi, attraverso cui si può arrivare ad ottenere fino a 80mila euro a medico”. L'INTERROGAZIONE

17 GIU - Turni massacranti che si traducono in 36 ore consecutive di lavoro, medici spossati, liste d’attesa che continuano a gonfiarsi. Il blocco del turn over che negli ultimi anni ha falcidiato la sanità italiana sta assumendo contorni sempre più drammatici, con i professionisti costretti a durissime prove di resistenze letali per la condizione psicofisica. Il problema giunge ora in maniera organica e compiuta all’attenzione del Parlamento, con un’interrogazione orale (Atto n. 3-01975 in Commissione) presentata il 10 giugno dal senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (Conservatori e Riformisti), quale primo firmatario, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan proprio sul tema del mancato rispetto dell’orario massimo di lavoro e delle ore di riposo giornaliero così come previsto dalla direttiva europea 2003/88. L’iniziativa, presentata oggi al Senato, è stata siglata anche da Piero Aiello, Emilio Floris, Maria Rizzotti e Antonio Scavone.
 
Questo vulnus normativo potrebbe innescare un’ondata di ricorsi, in grado di portare a risarcimenti di diversi miliardi di euro se si considera che i dipendenti del Ssn sono stimati intorno alle 106mila unità. “Se il Governo non trova una soluzione, chi presenta ricorso per la mancata applicazione della direttiva europea 2003/88 avrà davanti a sé una autostrada spianata – ha avvertito D’Ambrosio Lettieri – L’indicazione comunitaria era stata recepita dal decreto legislativo 66 del 2003, ma il quadro è stato modificato dalla Finanziaria del 2008 che ha determinato di fatto una deregulation degli orari di lavoro dei medici. E’ stato infatti utilizzato un riferimento improprio allo status di dirigenti per la platea dei destinatari”.
 
L’Italia si è comunque rivelata inadempiente e l’Ue ha aperto una procedura di infrazione. “Per tutta risposta – prosegue il senatore – il Governo, per evitare sanzioni, ha adottato una modifica legislativa che ripristina il tetto degli orari come da direttiva, ma che entra in vigore soltanto tra un anno. Parte quindi oggi una vera e propria ‘crociata’ per il rispetto dei diritti degli operatori sanitari: i prossimi passaggi saranno una mozione e, se sarà necessario, anche un Disegno di Legge sul tema. Nel frattempo – ha aggiunto - è necessario fare due cose: innanzitutto ripristinare i loro diritti visto che sono stati privati del trattamento economico spettante; in aggiunta bisogna riportare dentro il dibattito, ma con consequenziale impegno concreto, il tema della sostenibilità del Ssn”.
 
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il fronte sindacale che, tramite il presidente Cimo Riccardo Cassi, traccia la rotta. “Occorre innanzitutto una soluzione normativa al problema – suggerisce – E’ assurdo che prosegua l’attribuzione erronea ai medici ospedalieri del carattere dirigenziale. Serve un contratto ad hoc per la categoria, che preveda turni e riposi specifici per l’attività che il medico svolge all’interno del Ssn. Si ricordi poi che un professionista stressato commette errori e le conseguenze sono ovviamente enormi in termini di costi e di qualità delle prestazioni erogate. Alla fine, comunque, a rimetterci di più è sempre il cittadino”.
 
Il quadro è completato da Consulcesi che, per bocca dell’amministratore delegato Andrea Tortorella, spiega: “Stiamo ragionando da tempo sulle azioni che i medici ospedalieri devono mettere in campo. Siamo riusciti a far valere i loro diritti arrivando a cambiare la giurisprudenza a loro favore, in Italia ed in Europa, e siamo pronti a sostenere i loro ricorsi, attraverso cui si può arrivare ad ottenere fino a 80mila euro a medico: la nostra nuova azione è imminente. E’ comunque importante tutelare i diritti ma, allo stesso tempo, far in modi che lo Stato non soffra troppo per oneri e interessi di mora. E’ quindi necessario – conclude - un accordo equilibrato. Il nostro obiettivo è tutelare i medici, non contro le aziende ospedaliere ma al loro fianco”.
 
Gennaro Barbieri

17 giugno 2015
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