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Riforme. Boschi: “Superare dualismo tra Stato centrale e autonomia”


Davanti alla commissione sull'Attuazione del federalismo fiscale la ministra del governo Renzi ha ripercorso i tratti principali delle riforma costituzionale all'esame del Parlamento, chiarendo che “si va verso un modello rafforzato di regionalismo cooperativo, in cui si cerca di superare il dualismo tra Stato centrale e autonomia”. 

20 NOV - La riforma costituzionale all'esame del Parlamento va verso un modello rafforzato di regionalismo cooperativo nel tentativo di superare il dualismo tra stato centrale e regioni.
Il nuovo Senato sarà espressione delle autonomie locali, e per quanto riguarda l’autonomia finanziaria, lo Stato avrà un ruolo di coordinamento della finanza pubblica perché è lo Stato l'unico responsabile nei confronti dell’Europa. Questi alcuni punti dell’intervento che la ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha fatto davanti alla commissione sull'Attuazione del federalismo fiscale nel corso di un’audizione.
 
Nel dettaglio la Boschi ha spiegato che “avere un assetto costituzionale che rafforza il ruolo delle autonomie locali nel processo legislativo consente di avere un quadro di riferimento e una architettura in cui il federalismo fiscale avrà una applicazione migliore”. E, ripercorrendo i tratti principali della riforma, ha affermato che “si va verso un modello rafforzato di regionalismo cooperativo, in cui si cerca di superare il dualismo tra stato centrale e autonomia”.
 
Contenzioso Stato-Regioni
La ministra, sottolineando la volontà di “superare il contenzioso” tra Stato e Regioni Boschi ha quindi spiegato le funzioni di quello che sarà il nuovo Senato “espressione delle autonomie locali”. Il Senato con la riforma “ora ha nuovi ruoli di valutazione e di verifica delle leggi e dell’impatto delle politiche pubbliche, ha un ruolo attivo di controllo” e renderà anche più facile la devolution di ulteriori competenze”.
Comunque durante l'esame della riforma costituzionale alla Camera occorrerà “interrogarsi” sul rapporto tra la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e il futuro Senato”. Il Ddl di riforma del Senato e del Titolo V, ha ricordato Boschi, “lascia inalterato il sistema delle Conferenze”. È “stato scelto di non costituzionalizzarle per evitare un eccessivo irrigidimento”. Tuttavia nel passaggio a Palazzo Madama del Ddl, è stata eliminata "la presenza di diritto dei Presidente delle Giunte Regionali”, per cui “occorre una valutazione nuova del rapporto tra la Conferenza e il futuro Senato per quanto riguarda il parere sui disegni di legge”. Alla Camera “ possiamo interrogarci su questo, anche se la soluzione possiamo trovarla nella legge di attuazione”.
 
Autonomia finanziaria
Boschi ha poi parlato dell’autonomia finanziaria spiegando che sarà “attribuito allo Stato un ruolo di coordinamento della finanza pubblica” derivante “dall'esigenza di rapportarsi con l'Unione europea” perché, “nel contesto attuale, è lo Stato l'unico responsabile nei confronti dell’Ue”. Questo però, ha chiarito Boschi “non significa una sostituzione in toto rispetto all'autonomia degli enti locali”, e ha tratteggiato i contorni di quella che sarà la nuova local tax per “l'individuazione di forme di autonomia e differenziazione per l'approvvigionamento delle risorse”. Aggiungendo che “stiamo disegnano la nuova local tax, cercando un criterio di divisione tra contributo alla spesa pubblica, eliminando la componente addizionale rimessa alle scelte dei comuni e con la possibilità di avere una tassa locale ancorata ai servizi locali".
La ministra ha spiegato la necessità di “differenziare in modo netto la base imponibile” prevedendo “però un minimo di meccanismi di compensazioni” per “non penalizzare le città più virtuose”. Augurandosi “che nel momento in cui il governo troverà una soluzione condivisa poi ci possa essere una tregua fiscale, cioè un periodo in cui non si interviene per modificare questi elementi e dare così la possibilità di una maggiore pianificazione”.
 
Federalismo differenziato
“Oggi si fa un ulteriore passo avanti nell'articolo 116 con il federalismo differenziato, verso un regionalismo cooperativo, che semplifica un procedimento che finora aveva di fatto lasciato questa articolo lettera morta -. Con la nuova versione dell'art.116 non si richiede più la maggioranza qualificata” per l'approvazione della legge di trasferimento delle competenze, “a condizione ovviamente che le regioni presentino equilibrio di bilancio”.
 
Macroregioni e Regioni a Statuto speciale
“Non ci sono le condizioni per un ripensamento delle Regioni a Statuto speciale e delle dimensioni delle Regioni, le cosiddette Macroregioni”. Ha spiegato Boschi aggiungendo che “alle Regioni a Statuto speciale, però viene chiesto di aderire a questo modello, di non lasciare che la riforma rimanga una lettera d’intenti, non attuatain modo da garantire una uniformità sul territorio nazionale” oltre che una diffusione di “modelli virtuosi in tutt'Italia”.
 
Tagli alle Province
“Non sarei preoccupata dai tagli – ha detto ancora la ministra – perché ricordiamoci che le Province hanno comunque a disposizione 9 milioni, tenuto conto anche del trasferimento delle funzioni”. In questo senso stiamo “lavorando per una proposta di ridistribuzione delle risorse umane alla luce delle riforma delle Province” attraverso una “proposta emendativa alla legge di Stabilità”.

20 novembre 2014
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