Spending review. Cottarelli consegna a Renzi la lista dei tagli 'semilineari' ai Ministeri
di Giovanni Rodriquez
Il commissario alla spending review ha presentato al presidente del Consiglio il suo elenco di interventi per ridurre le spese di ogni singolo ministero e ottenere quei 20 mld di risparmi in 3 anni già annunciati nei giorni scorsi da Matteo Renzi. Da domani prenderanno il via gli incontri tra il premier e i responsabili dei vari dicasteri. Lorenzin: "Toccare il Fondo sanitario vuol dire mettere in crisi il sistema universalistico"
09 SET - Dopo la riunione preparatoria andata in scena ieri sera, alla presenza del presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, del ministro delle Riforme,
Maria Elena Boschi, del consigliere economico di Renzi,
Yoram Gutgeld, e del commissario alla spending review,
Carlo Cottarelli, inizieranno domani gli incontri tra Renzi, il ministro dell'Economia,
Pier carlo Padoan e i singoli responsabili dei vari dicasteri per realizzare l'annunciato taglio del 3% delle relative spese. Ricordiamo che l'obiettivo rilanciato da Renzi è quelli di un risparmio di 20 miliardi di euro da ottenere nei prossimi 3 anni.
Intanto, già da oggi verrà realizzato il riconteggio del Pil in base ai nuovi indicatori che considerano anche i proventi dell'attività illecita, per i risultati sui conti pubblici, però, bisognerà attendere il 22 settembre. Ieri, invece, ci si è concentrati più che altro sul metodo da seguire nell'attuazione della riduzione della spesa. Non si dovrebbero avere tagli lineari, ma ogni singolo Ministero dovrebbe avere la responsabilità di individuare le voci di spesa da poter limare. Alcuni punti fermi sembrano ormai certi: non si dovrebbero toccare le pensioni e,
come già annunciato dal ministro alla Funzione Pubblica, Marianna Madia, verrà prorogato a tutto il 2015 il blocco degli stipendi per la PA. Resta invece da capire se Renzi riuscirà a tener fede all'impegno preso di non intervenire sulla sanità. Ricordiamo, infatti, che anche all'interno dello stesso Patto della Salute viene precisato che i proventi dei risparmi ottenuti in sanità dovrebbero venire reinvestiti all'interno dello stesso settore. Lo stesso ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, è intervenuta in questo senso in maniera molto chiara: "Andare a toccare il Fondo sanitario con tagli senza reinvestimenti mette in crisi il sistema universalistico nel futuro". L'avvertimento è chiaro, ma la volontà del premier di elevare l'asticella dei tagli, dai 17 mld indicati nel Def di aprile ai 20 mld attuali, potrebbe rimettere tutto in discussione.
Giovanni Rodriquez
09 settembre 2014
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