Precari Ssn. Anaao e Cosmed bocciano la proposta di Dpcm: “Insufficiente, al limite dell’inutilità”
Totale chiusura nei confronti dei precari atipici, ulteriori vincoli alle assunzioni e alla proroghe, assenza di garanzia della proroga dei contratti atipici in corso. Questi gli interventi peggiorativi segnalati. Anaao e Cosmed si sono detti “non disponibili” a firmare un provvedimento “potenzialmente capace di rallentare ulteriormente il processo di stabilizzazione che le Regioni stanno faticosamente avviando”.
03 GIU - L'Anaao Assomed e la Cosmed bocciano la proposta di Dpcm sul precariato presentata oggi al Ministero della Salute, giudicandola "gravemente insufficiente, al limite dell'inutilità e nettamente peggiorata" dagli interventi dei Ministeri dell’Economia e della Pubblica Amministrazione rispetto alla precedente stesura condivisa dalle organizzazioni sindacali.
Gli elementi peggiorativi per Anaao Assomed e Cosmed sono:
1) totale chiusura nei confronti dei precari atipici (co.co.co e co.co.pro) che, pur essendo lavoratori subordinati, sono stati esclusi dalla quota riservata dei concorsi, tramite una interpretazione restrittiva della norma;
2) ulteriori vincoli alle assunzioni e alle proroghe tali da rendere praticamente impossibile la stabilizzazione nelle Regioni sottoposte a piano di rientro;
3) assenza di garanzia della proroga dei contratti atipici in corso.
L’Anaao Assomed e la Cosmed hanno chiesto di inserire il Dpcm, "migliorato in alcune parti e depurato delle penalizzazioni per le Regioni in piano di rientro e con l'estensione dei benefici a tutto il sistema 118", in un contesto che preveda "la messa in campo di ulteriori provvedimenti normativi". "L’imminenza di provvedimenti legislativi di riforma della pubblica amministrazione nonché la discussione sul patto della salute rende inopportuno creare aspettative, non suffragate da provvedimenti concreti, che rischiano di rimuovere il problema dall'agenda politica senza benefici reali per gli interessati", si legge in una nota.
Anaao Assomed e Cosmed si sono quindi dette non disponibili a sottoscrivere un provvedimento "potenzialmente capace di rallentare ulteriormente il processo di stabilizzazione che le Regioni stanno faticosamente avviando".
03 giugno 2014
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