L'affondo di Lorenzin: "Sulla sanità troppi poteri al MEF. Ministero Salute torni protagonista, altrimenti meglio abolirlo"
di Gennaro Barbieri
"Le politiche sanitarie sono state ad appannaggio del Mef, all’insegna del tentativo di contrarre la spesa". "Ora, però, è arrivato il momento di restituire al Ministero della Salute il suo ruolo legittimo, cioè di effettiva gestione della politica sanitaria. In caso contrario, è preferibile abolirlo". Così oggi Beatrice Lorenzin intervenendo a Roma nel corso del '3° Healthcare Summit' del Sole 24 Ore
28 MAG - “La sfida più importante che ci attende è quella di riuscire ad abbandonare una visione prettamente ragionieristica del sistema salute”. E’ la rotta tracciata dal ministro
Beatrice Lorenzin nel suo intervento nel corso del '
3° Healthcare care Summit', promosso dal
Sole 24 Ore, svoltosi stamane a Roma. “Negli ultimi anni – ha proseguito – le politiche sanitarie sono state ad appannaggio del Mef, all’insegna del tentativo di contrarre la spesa, mantenendo un adeguato livello di assistenza. Ora, però, è arrivato il momento di restituire al Ministero della Salute il suo ruolo legittimo, cioè di effettiva gestione della politica sanitaria. In caso contrario, è preferibile abolirlo”.
Secondo il ministro per costruire un sistema che funzioni in modo più efficace “non c’è bisogno di attendere la definizione delle riforme costituzionali, ma è essenziale recuperare una visione di insieme che uniformi i meccanismi di valutazione e che elimini le enormi difformità che caratterizzano il nostro territorio, spesso anche all’interno delle singole regioni”. In questo senso il passaggio dirimente è legato “alla creazione di un nuovo sistema di governance, che consenta un’effettiva ed efficace selezione dei manager sanitari. In Italia, allo stato attuale, ce ne sono pochi e circolano sempre gli stessi nomi. E’ proprio qui che è necessario intervenire, introducendo nuovi meccanismi di reclutamento, magari tramite l’utilizzo di un albo nazionale da cui attingere quando serve. Dobbiamo sviluppare la capacità di attrarre manager competenti e per farlo la politica deve compiere un passo indietro, affinché non incida più nelle scelte in modo così invasivo”.
Il Ssn non può comunque prescindere “da importanti investimenti che devono riguardare soprattutto le infrastrutture tecnologiche, l’innovazione, la ricerca e il personale. Obiettivo fondamentale è etter fine allo stato di emergenza strutturale che determina il blocco del turn over e che ostacola gli avanzamenti di carriera. Se non si assume, il dibattito sull’accesso a Medicina rischia di diventare surreale”. Tuttavia gli investimenti sono possibili “esclusivamente recuperando risorse all’interno del sistema, abbandonando integralmente l’idea dei tagli lineari. E per farlo è indispensabile un processo di trasformazione misurabile e quantificabile, incentrato su un meccanismo nazionale d verifica”.
Tutte le dinamiche interne al sistema salute “incidono fortemente sul sistema industriale e sul mondo del lavoro. E’ quindi basilare che si ragioni nell’ambito di sistemi integrati all’interno di un sistema caratterizzato da regole certe e non che variano ogni sei mesi. Soltanto in questo modo sarà possibile consentire all’industria di restare sul nostro territorio e valorizzare il nostro personale di altissima qualità che costituisce un solido meccanismo di sicurezza”. Un cambiamento che passa anche “per una revisione del ruolo dell’Aifa, che è un fortissimo strumento regolatorio, che funziona bene, ma che non agisce come un’agenzia vera e propria. Abbiamo infatti il dovere di costruire un nuovo rapporto con l’industria”.
A margine del suo intervento, il ministro ha poi parlato del Patto per la Salute. "Sta finendo la parte tecnica - ha annunciato - Adesso inizia la parte politica in cui ci sono alcuni nodi che meritano una riflessione. Speriamo che il Patto riesca a risolvere alcune criticità del sistema che non si possono più eludere". Sul tema della digitalizzazione del sistema, Lorenzin ha osservato: "Abbiamo gli strumenti, dalla cartella elettronica all'anagrafe degli assistiti, ma manca l'immissione dei dati in tempo reale. Ma non può essere fatta per legge, bensì spetta agli enti locali e alle aziende ospedaliere". Tutte queste misure "ci permetteranno di risparmiare in qualche anno alcuni miliardi, che ho quantificato in 10, da poter reinvestire nel sistema sanitario".
Gennaro Barbieri
28 maggio 2014
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