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Titolo V e sanità. Renzi orientato a dare la competenza esclusiva alle Regioni


Nella direzione Pd di oggi dedicata anche all'esame della riforma costituzionale non se n'è parlato espressamente ma le indiscrezioni danno per certa la scelta di Renzi di eliminare la legislazione concorrente in materia di tutela della salute. Allo Stato resterebbe l’esclusività sui Lea e sui principi generali.

28 MAR - Tra le tante materie oggetto della divisione di competenze tra Stato e Regioni previste dell’art. 117 del Titolo V della Costituzione, così come riformato nel 2001, c’è la tutela della salute (vedi allegato).
 
Nella formulazione attuale essa rientra tra le materie a legislazione concorrente per le quali è previsto che spetti alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
 
Allo Stato restano appunto i principi fondamentali e la determinazione dei livelli essenziali di assistenza che rientrano in quanto previsto dalla lettera m) dello stesso art.117 della Costituzione, laddove si prevede che spetta allo Stato in via esclusiva la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.
 
In questi 13 anni siamo andati avanti così. Le Regioni legiferano su tutta la materia e lo Stato vigila sui Lea, mentre Governo e Parlamento dovrebbero legiferare sui principi fondamentali in matareia sanitaria. Tutto bene? Non proprio. Intanto abbiamo assistito a una cronicizzazione del contenzioso tra Governo e Regioni su molte iniziative legislative sanitarie locali, speso impugnate e spesso abrogate per incostituzionalità.
 
Poi si è verificato un altro fenomeno, forse non previsto dal legislatore del 2001, e cioè quello di veder sempre più limitato il potere di fare leggi in materia sanitaria da parte del Parlamento. Le Regioni infatti sono gelosissime della loro autonomia (anche se concorrente) sul piano legislativo e spesso e volentieri, in un gioco a specchio rovesciato, sono loro a sollevare problemi di incostituzionalità verso i disegni di legge parlamentari o governativi. Che così, per evitarli, si sono ormai ridotti a un elenco sempre più generico di principi la cui attuazione è sempre delegata alle Regioni.
 
Ma perché parliamo di tutto questo? Perché proprio oggi in direzione del Pd il premier Renzi ha illustrato a grandi linee la sua riforma costituzionale che tra i punti cardine ha anche quella del Titolo V. In particolare prevedendo, come più volte detto da Renzi, di eliminare la concorrenzità legislativa tra Stato e Regioni proprio per scardinare questo “equilibrio” molto squilibrato.
Fino ad oggi si è parlato espressamente solo di sistema nazionale della protezione civile, ordinamento scolastico, università e ricerca, lavoro, governo del territorio, produzione, energia e grandi reti di trasporto, quali materie che dovrebbero passare alla competenza esclusiva dello Stato.
 
Di salute non si è parlato ancora. Neanche alla direzione del Pd. Ma le indiscrezioni trapelate già da ieri indicano che in questo caso la scelta sarebbe diversa e cioè che la tutela della salute diventerebbe di competenza esclusiva delle Regioni, salvo per i principi generali e i Lea, che resterebbero di competenza dello Stato.
 
Se così fosse sarebbe una bella vittoria per le Regioni che da sempre chiedono il superamento di quella concorrenzialità che ne limiterebbe l’autonomia nelle scelte organizzative e gestionali dei loro servizi sanitari regionali.
 
D’altra parte non si può non tener conto che in questi ultimi anni, da parte di molti esponenti di forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, è venuta invece crescendo una insofferenza opposta, mirante a limitare più che ad ampliare l’autonomia delle Regioni in sanità. Ascrivendo al Titolo V una grossa parte della responsabilità di avere ancora 21 sistemi sanitari diversi in termini di qualità e accesso e disponibilità delle cure.
 
Ninente è ancora certo e si dovrà aspettare l'inizio della settimana prossima per capirne di più. Ma è certo che la partita sulla sanità nel Titolo V è appena cominciata.
 
C.F.

28 marzo 2014
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