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Camera. Interpellanze di Sel e Ncd sul 'caso Pertini' e in materia di 'utero in affitto'. Risponde De Filippo

di Giovanni Rodriquez

Il sottosegretario alla Salute ha spiegato come il ministero della Salute, in tema di "maternità surrogata", sia impegnato a combattere lo sfruttamento del corpo umano. Sul 'caso Pertini': "In corso accertamenti, l'Asl RM/B ha istituito una apposita commissione". IL TESTO DELLE INTERPELLANZE

14 MAR - Questa mattina a Montecitorio il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, è stato chiamato a rispondere a due interpellanze urgenti presentate, rispettivamente, da Eugenia Roccella (Ncd) e da Marisa Nicchi (Sel). La prima riguardava la questione della "gestazione per conto terzi", per Roccella "una gravissima forma di sfruttamento commerciale del corpo delle donne, che svilisce profondamente il ruolo materno, riducendo le donne a meri 'contenitori' e rendendo i bambini sempre di più simili a oggetti reperibili sul mercato".
 
De Filippo, ricordando che il tema viene trattato dalla legge 40, laddove viene sanzionata la maternità surrogata, così come la fecondazione eterologa, ha sottolineato come, secondo la legislazione italiana, la madre legale del bambino è colei che lo partorisce. "Va anche detto che risultano casi in cui coppie italiane hanno intrapreso detti percorsi all'estero, in Paesi dove tale pratica è consentita o tollerata - ha detto De Filippo - incorrendo spesso in pesanti problemi legali una volta tornati in patria con il bambino nato in tali circostanze". Il sottosegretario ha quindi aggiunto che il ministero della Salute ha fatto propria la risoluzione del Parlamento europeo del 5 aprile 2011 su priorità e definizione di un nuovo quadro politico dell'Unione europea in materia di lotta alla violenza contro le donne, in particolare laddove si condanna la pratica della maternità surrogata.
"E' intenzione di questo Ministero rassicurare gli onorevoli interpellanti che il nostro impegno continuerà e sarà volto a informare e sensibilizzare i cittadini sul fenomeno della 'maternità surrogata' - ha chiosato De Filippo - chiarendo che si tratta di sfruttamento nei confronti delle donne che vengono coinvolte in tali percorsi e indotte a condurre una gravidanza a pagamento e a consegnare il neonato ai committenti".

Passando all'interpellanza di Nicchi (Sel) sul caso denunciato nei giorni scorsi da una donna, a suo dire costretta ad abortire da sola nel bagno dell'Ospedale Pertini di Roma per la mancanza di medici non obiettori, il sottosegretario ha spiegato che "il Ministro ha già trasmesso una nota di richiesta informazioni alla regione Lazio, con la quale si chiede, in particolare, di sapere se siano state intraprese da parte della stessa regione azioni tese ad accertare che: nelle strutture sanitarie regionali preposte sia assicurato l'espletamento delle procedure previste dalla legge n. 194/1978 per l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza, e con quali modalità la regione controlla e garantisce l'attuazione di tali procedure da parte delle strutture sanitarie, con particolare riferimento a quanto previsto dall'articolo 9 della legge n. 194/1978; se sia stato promosso l'aggiornamento del personale sanitario relativamente a quanto stabilito dalla legge n. 194/1978".

In quanto alla replica dell'Asl RM/B che aveva respinto le accuse della donna, De Filippo ha detto: "È evidente che questa differenza di ricostruzione dell'evento sarà sicuramente soggetta a verifiche anche di altri organi dello Stato. In merito all'episodio in questione, comunque, la ASL RM/B ha istituito un'apposita commissione, al fine di accertare l'intera vicenda, e ci preoccuperemo, se sarà necessario, di avere anche gli elementi finali del lavoro di questa commissione". 
 
Giovanni Rodriquez

14 marzo 2014
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