Ciao 2013/10. Milillo (Fimmg): "Un anno disastroso, le Regioni sul banco degli imputati"
di Gennaro Barbieri
Se la convenzione è al palo e con essa l'innovazione attesa da anni dell'assistenza primaria, la colpa, per il segretario della Fimmg, è solo delle Regioni. "Negli ultimi tre anni la Conferenza delle Regioni ha agito in contrapposizione al governo centrale, impedendo qualsiasi tipo di scelta innovativa"
07 GEN - Le Regioni hanno ostacolato la stesura dell’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione che resta, quindi, ancora soltanto in bozza. Una paralisi che ha non ha permesso di garantire le adeguate innovazioni all'assistenza primaria. Nel frattempo si resta in attesa della sfida più importante che attende la sanità italiana, cioè il Patto per la Salute. E anche in questo caso, è auspicabile una variazione di rotta da parte delle Regioni. Non usa mezzi termini
Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg), per analizzare i motivi delle criticità che hanno attraversato il 2013 della sanità italiana.
Dottor Milillo, come è andato il 2013 per la sanità?
Purtroppo si è trattato di un anno estremamente negativo, da molteplici punti di vista. Sono stati dilapidati dodici mesi e per quanto riguarda la medicina generale il riscontro è disastroso. Le responsabilità sono da attribuire interamente alle Regioni che hanno rinviato continuamente e colpevolmente la stesura dell’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione che, allo stato attuale, resta soltanto in bozza. Il rischio prodotto da quanto emerso sino a questo momento è, inoltre, che i veri contratti li facciano le Regioni e non i medici. La riorganizzazione dell’assistenza primaria resta quindi ancora al palo e questa stasi costituisce una criticità enorme. Nel complesso, l’unico segnale positivo del 2013 è arrivato dal ministro Lorenzin che ha bloccato qualsiasi sottrazione di fondi al finanziamento per la sanità e che ha mostrato un’apertura incoraggiante nel confronto relativo al Patto per la Salute.
Sul banco degli imputati vanno quindi soltanto le Regioni?
Direi di sì, in quanto tutte le criticità derivano direttamente da lì. La Conferenza delle Regioni ha prodotto una montagna di problemi, si tratta evidentemente di un sistema che non funziona. In particolare negli ultimi tre anni è stata perseguita una politica di aperta contrapposizione rispetto al governo centrale e ciò ha generato una paralisi che ha impedito qualsiasi tipo di scelta innovativa. E’ quindi urgente una revisione del Titolo V, poiché bisogna puntare su una nuova fase di programmazione nazionale.
Confida in un cambio di marcia nel corso del 2014?
Servono atteggiamenti radicalmente diversi, altrimenti il rischio è quello di un nuovo 2013. La partita più importante da giocare è quella relativa al Patto per la Salute, si tratta dello snodo da cui dipenderà il futuro della sanità italiana nei prossimi anni. Anche in questo senso auspico un cambiamento di rotta da parte delle Regioni che non possono pensare di lavorare su tutti i contenuti in soli tre mesi e soprattutto devono finirla di opeare perennemente in ordine sparso, senza alcuna organicità e compattezza. Non si può pensare soltanto ai finanziamenti per tutelare il proprio orticello, necessitiamo di una progettualità dettagliata e condivisa.
Ritiene che il governo Letta debba proseguire il suo lavoro o auspica un immediato ritorno alle urne?
E’ una riflessione molto complessa, ma ritengo che sia essenziale varare una nuova legge elettorale al più presto. A quel punto si potrebbe pensare seriamente a una nuova tornata elettorale.
Gennaro Barbieri
07 gennaio 2014
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