Isee. Cittadinanzattiva: "Inaccettabile che i trattamenti assistenziali vengano considerati nei redditi"
Per il coordinatore nazionale, Tonino Aceti, il nuovo Isee varato dal Governo è la dimostrazione di come oggi le politiche pubbliche rispondano ad "esigenze di cassa" piuttosto che ai reali bisogni delle persone e dei nuclei familiari. "Il Governo abroghi la norma".
06 DIC - “Esprimiamo tutta la nostra contrarietà rispetto alla scelta fatta con il nuovo regolamento Isee di considerare nel computo dei redditi del nucleo familiare anche i trattamenti assistenziali, come le pensioni sociali, le indennità di accompagnamento e quelle di frequenza. E' inaccettabile che si sia scelto di considerare tali provvidenze vere e proprie 'fonti di reddito'. E' la dimostrazione di come oggi le politiche pubbliche rispondano ad esigenze di 'cassa' piuttosto che ai reali bisogni delle persone e dei nuclei familiari, sempre più in difficoltà dal punto di vista dei redditi e dell'accesso ai servizi socio-sanitari pubblici". A dichiararlo è
Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva ha commentato il Dpcm di riforma dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) che ha ricevuto pochi giorni fa lbera da parte del Consiglio dei ministri.
“L'aspetto grave della vicenda consiste nel fatto che tale principio, introdotto nel nostro Ordinamento attraverso la Legge 214/2011 e fortemente contestato dalle Organizzazioni civiche e delle persone con disabilità, sia stato riconfermato inopinatamente nella Legge di stabilità, attraverso la bocciatura degli emendamenti che ne proponevano la abrogazione. A questo punto - ha concluso Aceti - visto che la Legge di Stabilità è ancora in discussione alla Camera dei Deputati, chiediamo formalmente al Governo e al Parlamento di abrogare questa norma. Altrimenti si assuma la responsabilità di spiegare il perché ai cittadini”.
06 dicembre 2013
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