Bioetica. Cnb: “Lecito, a determinate condizioni, l’uso dei potenzianti cognitivi”
Il Comitato di Bioetica ha pubblicato il parere sulla questione dell’uso di quei farmaci non finalizzati alla cura, ma all’aumento delle capacità mentali di individui sani. Il Cnb dice sì, in linea generale, ad un uso regolato purché siano garantite condizioni di sicurezza ed efficacia.
13 MAR - Il cosiddetto “potenziamento neurocognitivo farmacologico” è l’uso di farmaci non finalizzati alla ‘cura’ di patologie, ma ad aumentare le capacità mentali di individui sani. Il Comitato nazionale per la Bioetica ha pubblicato oggi il parere “
Neuroscienze e potenziamento cognitivo farmacologico: profili bioetici”. Il documento, approvato a maggioranza, elaborato da Vittorio Possenti e Monica Toraldo di Francia, affronta una questione di estrema attualità, sulla quale ancora pochi Comitati in Europa hanno espresso una posizione.
“Nella letteratura angloamericana – si legge nel parere del Cnb – è ormai molto diffusa l’espressione ‘enhancement’ che indica gli interventi intenzionali di alterazione del corpo e della mente rispetto al ‘normale’ funzionamento fisico-psichico. Si pensi all’uso di psicofarmaci per potenziare la memoria, per incrementare l’attività intellettiva, per eliminare selettivamente ricordi traumatici o sgradevoli, per controllare stati emotivi indesiderati. Si delinea un nuovo ambito di riflessione bioetica che rimette in discussione gli scopi della medicina, il significato di cura, i confini tra salute e malattia, tra normale e patologico, ma anche il significato di natura umana e di giustizia sociale”.
“Il Comitato – è scritto ancora – non ritiene illecito, in linea generale, un impiego saggio ed adeguatamente regolato di potenzianti cognitivi più sicuri ed efficaci di quelli oggi disponibili, pur sottolineando i numerosi problemi bioetici e di policy che dovrebbero comunque esser discussi ed affrontati”.
Il Cnb, dunque “sollecita nuove ricerche nell’ambito neurobiologico e neurofarmacologico, richiama ai principi bioetici della sperimentazione (proporzione rischi/benefici, consenso informato, approvazione del comitato etico competente) per quanto riguarda i protocolli sperimentali arruolanti soggetti sani, riflette sui problemi di giustizia sanitaria, raccomanda una adeguata informazione alla società sui rischi di tali farmaci e auspica l’avvio di una discussione pubblica più generale sui temi del cognitive enhancement”.
Il Comitato sottolinea infine come “le funzioni cognitive possano essere migliorate in maniera più duratura dallo studio, da una stimolazione continua dell’interesse, da una vita sociale e di relazioni ricca, da stili di vita (nutrizione, attività fisica) sani e evidenzia come le eccessive aspettative nei confronti degli effetti potenzianti dei neurostimolatori farmacologici derivino da una visione riduttiva dell’intelligenza umana”.
Sempre oggi, il Cnb, ha pubblicato un altro parere del titolo: “
Diritti umani, etica medica e tecnolgie di potenziamento in ambito militare”. È la prima volta che il Comitato si occupa di questioni relative all’etica in ambito militare.
Il parere si colloca all’interno di una riflessione che il Comitato sta svolgendo sul tema del potenziamento (enhancement), inteso come “strategie per creare capacità umane che vanno oltre la normale variabilità biologica, attraverso modificazioni della forma e funzione umana (ad es. chirurgia, modifiche genetiche, farmacologia, stimolazione neuronale)”.
Il Cnb ha preso in esame la sperimentazione di queste tecnologie in ambito militare. In un panorama ancora molto incerto, ma caratterizzato da una singolare convergenza di interessi e di accordi di collaborazione tra industria, enti di ricerca e istituzioni militari si delinea l'ipotesi di un soldato sempre più ingegnerizzato e distante dal comune cittadino.
Il Comitato invita a riflettere su alcuni problemi bioetici estremamente cruciali quali: l'autorizzazione e il controllo sulla sperimentazione di queste tecnologie, le modalità di assunzione del consenso informato, la reversibilità o meno degli effetti e, quindi, le possibili ricadute sull'identità umana e sul principio di uguaglianza. Sullo sfondo si delinea il difficile equilibrio tra il dovere di ubbidienza e di segretezza a cui è tenuto il militare e il rispetto dei suoi diritti fondamentali, ma anche un singolare percorso dalla "cattedra al bunker" che utilizza il corpo umano come una macchina e come un'arma.
Per questo motivo il Comitato Nazionale per la Bioetica richiede una maggiore attenzione della comunità internazionale su questi fenomeni.
Il documento elaborato da Riccardo Di Segni e Salvatore Amato, è stato discusso in plenaria e approvato a maggioranza, con due astensioni e una postilla.
13 marzo 2013
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