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Verso le elezioni. Guana (Fnco): “Il 2013 sia l'anno della conferma del sistema pubblico”


Per la presidente della Federazione dei Collegi ostetriche il 2012 è stato segnato da “tagli indistinti alla sanità”. Ora si chiede una riorganizzazione efficace del sistema che confermi la natura pubblica della sanità italiana. Ma anche migliori condizioni di lavoro e la valorizzazione del ruolo delle ostetriche.

17 GEN - Per Miriam Guana, presidente della Federazione dei nazionale dei Collegi ostetriche (Fnco), il 2012 è stato un anno difficile per la sanità e per le ostetriche, che “hanno sofferto anche della crescente disoccupazione sostenuta anche da una sua inappropriata collocazione nelle strutture del Ssn”. Ora c’è bisogno di un’inversione di rotta che, nel corso del 2013, dovrà portare anzitutto a “mettere un punto fermo sulla natura pubblica del sistema sanitario”, anche attraverso “un riordino organico economicamente sostenibile”. Ma l’auspicio è che il nuovo anno e il nuovo Governo porti anche all’istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie, all’implementazione delle competenze avanzate del profilo ostetrico e a una disciplina chiara delle assicurazioni.

Presidente Guana, qual è il suo bilancio sulle politiche per la sanità del Governo Monti?
Come noto la Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche ha aderito e partecipato alla manifestazione del 27 ottobre nella convinzione che i tagli alla sanità siano stati effettuati indistintamente e senza un processo di riorganizzazione sostanziale del sistema e dell'offerta assistenziale a livello ospedaliero e territoriale .
La Fnco ha sottolineato l’importanza di sostenere un sistema di salute pubblico equo, universalistico, di qualità e accessibile alle donne e ai loro bambini. Senza un sostegno di protezione sanitaria e sociale delle donne si rischia di non tutelare la salute delle generazioni future.
Con il Decreto Balduzzi il Governo Monti ha tentato di apportare delle misure strategiche di compensazione. La Fnco ha seguito con attenzione l’iter della normativa e, pur comprendendo la precauzione atta ad evitare il collasso del sistema di salute pubblica, ha da subito ritenuto che la decretazione d’urgenza non avrebbe consentito riforme organiche ed il giudizio complessivo, in considerazione dei limiti, non può pertanto essere positivo.
Alle Regioni, per lo più sottoposte a piani di rientro, è stato demandato di organizzare l'assistenza primaria e, nel caso specifico dell'area materno infantile, la peculiarità dei bisogni espressi dalle famiglie potrà essere soddisfatta solo attraverso una riorganizzazione delle modalità operative e dei percorsi di assistenza alla nascita, dall'accesso alla dimissione ospedale-territorio.
Sarà indispensabile intervenire sui conti eliminando gli sprechi e le inefficienze implementate da una indiscriminata medicalizzazione della nascita, ovvero da cure inappropriate agli effettivi livelli di necessità e da interventi di non dimostrata efficacia. Se si vorrà salvare un sistema salute pubblico ed equo si dovrà avere il coraggio di rivedere il sistema organizzativo.
Le ostetriche da sempre, e soprattutto in questo momento di grave crisi, hanno sollecitato questa necessità proponendo modelli assistenziali innovativi e scientificamente validati, nonché un'allocazione appropriata delle loro competenze specifiche ed evolute nelle sedi di competenza (assistenza ostetrica, ginecologica e neonatale). Tutto con l'obiettivo di migliorare i risultati assistenziali prefissati dal Piano sanitario nazionale riguardo all’eccessivo ricorso al taglio cesareo, ai ricoveri impropri, al sostegno dell'allattamento al seno, alla tutela della genitorialità e al coinvolgimento attivo della donna nella scelta dei percorsi e delle decisioni nei processi di cura.
Le ostetriche hanno dato la loro disponibilità collaborando attivamente ai lavori delle istituzioni ministeriali insieme alle altre professioni sanitarie, con l'obiettivo di apportare cambiamento ed innovazione al sistema salute per farlo sopravvivere  e per metterlo in grado di rispondere in modo appropriato e razionale ai bisogni dei cittadini ed alle esigenze del Paese.
Le azioni del Governo Tecnico sono state pertanto comprensibili ma non tutte condivisibili. I tagli ed blocchi delle assunzioni stanno aggravando i contesti di lavoro, e in più occasioni la Fnco ha segnalato gli eccessivi carichi di lavoro ed i turni estenuanti che, al di là dei disagi, espongono i professionisti ad un maggior rischio di errore, mentre i cittadini sono sempre più insoddisfatti per la mancanza di un' adeguata presa in carico .
In più ambiti la Fnco ha denunciato la mancanza di sostituzioni per i congedi di maternità e per le aspettative per malattia dei figli e/o assistenza ai familiari; questa situazione è particolarmente drammatica nel gruppo professionale delle ostetriche, tipicamente femminile. L’effetto del taglio dei posti letto sta allarmando il territorio: notizie recenti rivelano un intasamento delle strutture sanitarie, senza precedenti. Le strutture per l’emergenza sono al collasso, ed il personale sanitario, ingessato ancora sulle competenze di 20 anni fa, non è nelle condizioni strutturali e numeriche di rispondere alle nuove e diversificate esigenze di salute.
 
Cosa ha significato il 2012 per la vostra categoria professionale?
Nell’anno della crisi la figura professionale dell’ostetrica ha sofferto anche della crescente disoccupazione sostenuta anche da una sua inappropriata collocazione nelle strutture del Ssn; purtroppo il 53% delle neolaureate a distanza di un anno dalla laurea in Ostetricia non trovano lavoro nel servizio pubblico in quanto le aree di propria competenza (assistenza ostetrica, ginecologica e neonatale – neonato sano), continuano ad essere occupate in gran parte da laureati infermieri. Problema costantemente rimarcato dalle nuove generazioni di categoria, in attesa di lavoro e più volte segnalato dalla Fnco alla dirigenza del sistema salute sia nel 2011 e sia nel 2012, con scarsi risultati.
Nel corso di quest’anno la Fnco e molti collegi d’Italia stanno investendo energie in attività e progetti volti ad orientare le nuove generazioni alla libera professione; ciò anche con l'obiettivo di valorizzare il ruolo dell'ostetrica sul territorio e nella comunità, e di tutelare il valore che da sempre le è stato attribuito a livello sociale e sanitario. A tal proposito la Fnco ha deciso di promuovere per il 2013 l’istituzione di due bandi, rivolti alle ostetriche, per premiare i due migliori progetti organizzativi su “modelli assistenziali innovativi delle cure primarie ostetriche”. Tutto ciò anche alla luce della riforma Balduzzi in cui all’art.1 si da ampio valore alle cure primarie ed al territorio.
Da menzionare anche l’impegno sovranazionale della Fnco nell’ammodernamento della direttiva europea (2005/36 EC) riguardo agli articoli relativi alla professione ostetrica, attività che è stata pure menzionata nella relazione su “Stato di salute nel Paese anno 2011” pubblicata dal Ministero della salute, pag. 120

Quali sono gli auspici della Fnco per il 2013 e istanze alle forze politiche in vista delle elezioni?
Il 2013 sarà probabilmente un ulteriore anno di crisi ed in questo senso permane un certo pessimismo sugli esiti occupazionali. Però sarà anche l’anno del nuovo governo politico che auspichiamo possa agire con meno vincoli “tecnici” e possa fare una scelta chiara sulla tutela reale della natura pubblica del sistema salute. Mettere un punto fermo sulla natura pubblica implicherà, ne siamo consapevoli, anche un riordino organico  economicamente sostenibile. La Fnco come sempre sarà lì a marcare da vicino la necessità di eliminare gli sprechi e razionalizzare l'allocazione delle risorse ad iniziare da quelle professionali; tutto ciò  per favorire l'integrazione delle attività ed una migliore spendibilità delle competenze di ciascun profilo perché solo una piena valorizzazione di quest'ultime potrà favorire la sostenibilità del sistema, l'appropriatezza delle cure, e l'efficienza dei servizi essenziali alle donne ed ai loro bambini. Un esempio emblematico è rappresentato dalla distinzione dei percorsi di cura per la nascita sulla base del rischio ostetrico affidando all’ostetrica/o le gravidanze, il parto ed il puerperio ad evoluzione fisiologica come accade da tempo in altri paesi europei.
L'auspicio per il 2013 è pertanto quello di un rientro dei bilanci attraverso strategie volte a riprogettare i modelli operativi  ed i percorsi di assistenza alla nascita - dall'accesso alla dimissione ospedale-territorio - in funzione dei criteri dell'efficienza e del beneficio e sulla base dei valori della centralità della donna , dei loro bambini e dell'intero nucleo familiare.
Ovviamente non si può non sperare che nel 2013 venga approvata la Riforma degli Ordini delle professioni mediche e sanitarie, bruciata sul filo di lana nella trascorsa Legislatura e venga istituito quanto prima il tavolo tecnico per la revisione ed implementazione delle competenze avanzate del profilo ostetrico presso il ministero della salute, come più volte dichiarato su Quotidiano sanità dai rappresentanti ministeriali. Tutto ciò servirà per fare chiarezza sulle competenze distintive ed evolute dell’ostetriche nel percorso nascita, in merito alla tutela della salute della donna ed in ambito riproduttivo.
Inoltre rispetto alla copertura assicurativa del rischio professionale obbligatoria (legge 137/2012), anche per le ostetriche (professione particolarmente esposta), si attende che entro il 30 giugno 2013 siano disciplinate le procedure ed i requisiti minimi ed uniformi per i contratti assicurativi.

Questi sono gli auspici. Ma quali sono i timori, nel caso in cui non siano fatti interventi efficaci per risolvere le criticità ancora in atto?
Il protrarsi delle difficoltà economiche del Paese potranno rappresentare paradossalmente un ostacolo od una opportunità all'innovazione ed alla base di tutto , rimane comunque la certezza che tagliare e basta non serve a niente .
Se i processi di riforma non dovessero tenere conto di tutte le variabili che influiscono sulla riorganizzazione di un sistema ormai ingessato e non al passo dell'evoluzione scientifica e tecnologica , il rischio è quello del  collasso definitivo .
La valorizzazione delle competenze di ciascun profilo professionale all'interno dei setting lavorativi ed il riordino di tutte le professioni sanitarie da parte dello Stato, rimarranno comunque dei passaggi urgenti ed irrinunciabili .
Ovviamente è imperativo una costante ed efficace lotta all’abusivismo professionale, fenomeno più volte segnalato non solo dalla Fnco ma anche da diverse professioni della salute (medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti ecc.). Nel caso specifico è sempre più frequente nel panorama “nascita-maternità” il fiorire (anche on line) di figure non abilitate che dopo aver seguito incontri formativi di 3-4 settimane si autoqualificano “professionisti della relazione “ ed esperti nella presa in carico di madre e bambino durante la gravidanza e nel post-partum, sovrapponendosi alle competenze delle ostetriche. Fenomeno più volte segnalato alle autorità competenti!

Cosa ne pensa delle candidature del presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, e della presidente dell'Ipasvi, Annalisa Silvestro, tra le fila del Pd. Ritiene  che potranno dare un contributo al miglioramento del Ssn e delle condizioni di lavoro di chi vi opera?
Senza dubbio la presenza in Parlamento di professionisti che hanno presidiato la rappresentanza delle rispettive professioni con cognizione di causa, tenacia e motivazione, contribuirà a mantenere alta negli ambienti politici l’attenzione sulle questioni  prima evidenziate. Sono certa anche che ciascuno di loro agirà con la stessa tenacia per garantire la salute ed i diritti di tutti i cittadini che lì si troveranno a rappresentare. Il timore è che da parte di alcune posizioni politiche tornino a riecheggiare polemiche sulla natura corporativista degli ordini che per interessi lobbistici “piazzano”  in Parlamento i loro rappresentanti.  Spetterà a loro dimostrare sia l'infondatezza di certe critiche sia l'importanza della tutela del valore sociale delle professioni intellettuali nonché della vigilanza e del controllo da parte degli ordini delle performance dei professionisti e della qualità delle loro prestazioni a tutela del cittadino.
Da segnalare peraltro il disagio palesato da coloro che ritengono che la rappresentatività globale della categoria non dovrebbe essere offuscata da una scelta, comunque legittima e comprensibile sul piano personale, di collocazione politica.
 

17 gennaio 2013
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