ono adottate misure straordinarie per le emergenze nelle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna e, con la recente ordinanza commissariale n. 5 del 1° ottobre 2024, sono state riviste le misure di eradicazione e sorveglianza della PSA su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al contenimento dei cinghiali e al rafforzamento e costruzione delle barriere stradali e autostradali, alla ricerca attiva delle carcasse con il coinvolgimento di personale dedicato, incluse le Forze armate.
Il provvedimento, inoltre, contempla la possibilità di destinare all'autoconsumo le carni dei cinghiali abbattuti durante l'attività venatoria e dei cinghiali abbattuti durante l'attività di controllo faunistico solo se risultati negativi ai test di laboratorio di ricerca del virus PSA".
Così il sottosegretario all'Ambiente, Claudio Barbaro, ha risposto oggi in aula alla Camera all'interrogazione sul tema peste suina presentata da Maria Chiara Gadda (Iv).
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Barbaro.
"Ringrazio gli onorevoli interpellanti e rappresento prioritariamente che l'epidemia di PSA, rilevata in Italia continentale a gennaio 2022, interessa anche altri Stati membri europei, quali la Germania, la Polonia, l'Estonia, la Lettonia, la Slovacchia, la Grecia, la Lituania, la Romania, l'Ungheria e la Bulgaria, registrando molteplici focolai negli allevamenti di suini domestici e nei cinghiali selvatici.
Il Ministero della Salute, insieme ad altri Dicasteri, enti e istituzioni, ha lavorato intensamente per porre in essere tutte le azioni possibili per prevenire la diffusione delle infezioni e proteggere il settore suinicolo, con la consapevolezza delle gravi ripercussioni sanitarie ed economiche che le stesse comportano.
L'attenzione è stata focalizzata sulla protezione del patrimonio suinicolo nazionale attraverso l'implementazione degli standard di biosicurezza, controlli sanitari rigorosi e l'applicazione delle misure restrittive, inclusi appositi regimi derogatori per consentire il proseguimento delle attività commerciali.
In risposta all'evoluzione della situazione epidemiologica nel Nord Italia, sono state intensificate le misure di de-popolamento dei cinghiali e l'installazione delle barriere, grazie a una road map concordata con la Commissione europea.
In particolare, è stata definita una più dettagliata articolazione della strategia di controllo dei cinghiali, inclusa la regolamentazione dell'attività venatoria e una implementazione delle attività di sorveglianza nel selvatico (animali in libertà), e nel domestico (animali in detenzione), con particolare riferimento all'innalzamento degli standard di biosicurezza.
Inoltre, sono adottate misure straordinarie per le emergenze nelle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna e, con la recente ordinanza commissariale n. 5 del 1° ottobre 2024, sono state riviste le misure di eradicazione e sorveglianza della PSA su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al contenimento dei cinghiali e al rafforzamento e costruzione delle barriere stradali e autostradali, alla ricerca attiva delle carcasse con il coinvolgimento di personale dedicato, incluse le Forze armate.
Il provvedimento, inoltre, contempla la possibilità di destinare all'autoconsumo le carni dei cinghiali abbattuti durante l'attività venatoria e dei cinghiali abbattuti durante l'attività di controllo faunistico solo se risultati negativi ai test di laboratorio di ricerca del virus PSA.
Con riferimento alla gestione delle popolazioni di cinghiali nei territori indenni viene attuato il Piano straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali e l'aggiornamento delle azioni strategiche per l'elaborazione dei piani di eradicazione nelle zone di restrizione da PSA 2023-2028, con l'obiettivo generale di riduzione significativa del numero dei cinghiali da realizzarsi anche attraverso l'applicazione dei piani regionali di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della PSA nei suini da allevamento e nella specie cinghiale.
Detti piani includono anche apposite valutazioni del rischio di contatto con la popolazione domestica o di danni all'agricoltura o di incidenti in relazione all'accesso di cinghiali in aree urbane e di raccolta dei rifiuti.
Dall'esame di tale complesso di disposizioni appare evidente l'intento di questo Governo di intensificare il contenimento della specie cinghiale nella presente situazione epidemiologica.
In relazione al supporto logistico della Protezione civile, rappresento che sono stati già avviati, e sono tuttora in corso, appositi contatti fra il capo dipartimento ed il commissario straordinario alla PSA volti all'individuazione e alla definizione di possibili modalità di collaborazione e cooperazione, di misure e di interventi ad hoc, quali la ricerca attiva delle carcasse, anche in termini di coinvolgimento delle associazioni di volontariato afferenti allo stesso Dipartimento della Protezione civile. Per quanto riguarda la segnalata necessità di adozione di piani pandemici, si informa che, in base alla vigente legislazione europea, la PSA rientra tra le malattie di categoria A, cioè, quelle che, non appena rilevate, richiedono l'adozione immediata di specifiche misure di eradicazione, anche attraverso l'elaborazione e l'adozione di uno specifico piano, cofinanziato dalla Commissione europea. Il regolamento (UE) n. 2016/429 prevede, al riguardo, che gli Stati membri elaborino e tengano aggiornati i piani di emergenza e, se necessario, manuali operativi dettagliati, recanti le misure da adottare in caso di malattia A. Il vigente Piano nazionale delle emergenze epidemiche, attualmente in fase di aggiornamento, in ossequio alle modifiche normative introdotte da detto regolamento e dai relativi regolamenti delegati e di esecuzione, rappresenta il riferimento nazionale per la gestione delle emergenze epidemiche causate dalle malattie di categoria A.
In riferimento al settore domestico, nell'ordinanza n. 5 è prevista l'implementazione di protocolli di biosicurezza nelle zone di restrizione e, nel restante territorio nazionale, la verifica dei livelli di biosicurezza, ai sensi del decreto legislativo 5 agosto 2022, n. 136 e del decreto sulle misure di biosicurezza degli stabilimenti che detengono suini del giugno 2022. È stata poi introdotta una zona di controllo dell'espansione virale adiacente alle barriere stradali e autostradali rafforzate, che può estendersi fino a 10 chilometri per lato, internamente o esternamente, destinata al depopolamento dei cinghiali selvatici, per creare un'area libera dalla malattia (zona bianca). In relazione alle modalità di gestione dei focolai nel domestico e delle carcasse degli animali provenienti dagli allevamenti infetti, si prende atto di un elevato livello di efficienza dei servizi veterinari delle ditte specializzate, sia in termini di tempistica sia in riferimento al rispetto delle misure di biosicurezza volte a ridurre al minimo il rischio di diffusione della malattia durante le operazioni di abbattimento e smaltimento delle carcasse.
Per quanto riguarda, invece, la tematica della macellazione dei capi provenienti dalle zone di restrizione, la vigente normativa di settore prevede già la possibilità di effettuare le movimentazioni per il macello, nel rispetto di specifiche condizioni sanitarie e di biosicurezza. Analogamente, i provvedimenti emanati per fronteggiare l'emergenza PSA nel domestico degli ultimi mesi consentono le movimentazioni per il macello, previa esecuzione di specifici test e controlli, volti a garantire la massima riduzione del rischio. Con la consapevolezza dell'ingente mole di controlli che richiedono il costante intervento dei servizi veterinari e del personale addetto ai test diagnostici, colgo l'occasione per segnalare che, nel contesto dell'emergenza PSA, in diverse occasioni è stata rappresentata la necessità di un incremento di organico per la gestione dell'emergenza, ivi inclusa la possibilità di trasferimento temporaneo di personale afferente a distretti non coinvolti dall'epidemia, al fine di efficientare le risorse umane.
In tal senso, si assicura il massimo impegno dei competenti uffici del Ministero della Salute e di tutti gli enti coinvolti nella gestione dell'emergenza, per ottimizzare personale e risorse al fine di rendere massimamente efficaci le misure adottate per contrastare l'epidemia. Per quanto riguarda i fondi della filiera per gli indennizzi messi a disposizione - fatti salvi i fondi per danni diretti, di cui alla legge n. 218 del 1988, che assicurano la copertura dell'intero valore degli animali morti o abbattuti nell'ambito dei focolai e degli eventuali prodotti correlati (carni o prodotti derivati collegati con focolai) - specifico, che il decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, ha rifinanziato il Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza con 5 milioni di euro per l'anno 2024 e 15 milioni di euro per l'anno 2025.
Al riguardo, segnalo che il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sta approntando un apposito decreto per la ripartizione di tali fondi alle regioni interessate. Con riferimento all'indennizzo dei danni indiretti derivanti dalle misure sanitarie di contenimento dei focolai di PSA, si rappresenta che la legge n. 143 del 7 ottobre 2024 prevede di sostenere gli operatori della filiera suinicola, danneggiati dal blocco della movimentazione degli animali in conseguenza della diffusione della PSA, mediante lo stanziamento di risorse, nel limite massimo di 10 milioni di euro per il 2024, con lo scopo di fornire un contributo a titolo di sostegno e in base all'entità del reale danno economico patito.
Con riferimento alla richiesta di adottare iniziative normative volte a promuovere sgravi fiscali e contributivi per le aziende della filiera zootecnica colpita da PSA, il Ministero dell'Economia e delle finanze ha evidenziato che l'introduzione di detti sgravi, con particolare riferimento alle aziende ricadenti da mesi in zone soggette a restrizione, necessita di una valutazione di compatibilità con la disciplina europea in materia di aiuti di Stato.
Nella consapevolezza delle criticità derivanti dalle restrizioni imposte in tutto il territorio infetto, non solo nella provincia di Parma, si assicura il massimo impegno da parte del Ministero della Salute, così come il coordinamento con la struttura commissariale, gli altri Dicasteri, enti e istituzioni chiamati alla gestione dell'epidemia".