Si avvicina il momento della presentazione della manovra e s’iniziano a diradare le nubi su cosa accadrà per la sanità su cui il Governo ha più volte annunciato di voler puntare e per cui si sforerà il target minimo di crescita dell’1,5% della spesa primaria fissato da Bruxelles. A quanto si apprende dal confronto tra il Ministro della Salute, Orazio Schillaci e quello dell’Economia, Giancarlo Giorgetti per il 2025 dovrebbero arrivare 3,2 miliardi in più che si andrebbero a sommare al miliardo già previsto dalla scorsa manovra. Un totale di risorse aggiuntive di circa 4 miliardi che farebbero toccare al Fondo sanitario 2025 la quota di 138 miliardi. Numeri però ancora da prendere con le molle fino a che non saranno messi nero su bianco.
In ogni caso, le risorse il Ministro Schillaci le utilizzerà in primis per il personale sanitario. In primis un piano triennale di reclutamento da 30 mila assunzioni, delle quali 10mila medici e 20mila infermieri. Altro tema quello della riduzione fiscale per l’indennità di specificità medica. Essa avverrà in due momenti. Il primo anno l’aliquota del 43% verrà portata al 30%, l’anno successivo al 15% con un aumento in busta paga di circa 250 euro mensili.
Sempre sul personale dal Ministero si lavorerà anche per rendere più attrattive alcune specializzazioni mediche come medicina d’emergenza e urgenza, anestesiologia o infettivologia per cui si prevedranno aumenti dei contratti di specializzazione che oscilleranno dai 200 ai 400 euro al mese. A questi incrementi dovrebbe aggiungersi poi un aumento generalizzato del 5% che andrebbe ad appannaggio di tutti gli specializzandi.
Un segnale anche sulla farmaceutica dove potrebbe essere aumentata dal 15,3 al 15,8% del Fondo sanitario nazionale il tetto per la spesa farmaceutica. Un tetto che ormai da anni non è rispettato (quest’anno si parla di 3,5 miliardi di euro di cui la metà a carico delle aziende col payback). In sostanza l’aumento sarà di 700 milioni.
Sullo sfondo anche l’ipotesi che era già emersi di i Drg, le tariffe con cui le regioni rimborsano le prestazioni rese da ospedali pubblici e privati convenzionati che è fermo da un ventennio. Infine, sono previste risorse anche per finanziare il Piano pandemico.
L.F.