“Siamo estremamente preoccupati dalla notizia riguardante il Nirsevimab, che il ministero della Salute aveva inserito tra i farmaci di fascia C e dunque a carico dei cittadini, togliendolo quindi dalla disponibilità delle Regioni in piano di rientro, ovvero praticamente l’intero Centro-Sud. Un’insopportabile discriminazione, dal momento che il farmaco protegge i neonati dalla bronchiolite, una malattia che può avere anche conseguenze gravi e che si pensa possa diffondersi in autunno. Di fronte a questo rischio, avevamo presentato mesi fa un’interrogazione a prima firma Mazzella al ministro, che però non aveva mai risposto alle nostre sollecitazioni".
Lo scrivono in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato.
"Ora, dopo che il caso è diventato mediatico, Schillaci ha già compiuto la sua manovra preferita, la retromarcia, ma i tempi di definizione del prezzo a carico del Servizio sanitario nazionale potrebbero allungare i tempi e l’autunno è alle porte. In sostanza, potrebbe essere troppo tardi. Ci auguriamo, ovviamente, che le questioni burocratiche possano essere risolte in fretta e che i residenti di tutte le regioni italiane possano proteggere i loro figli, ma la verità è che siamo davanti a un tragico antipasto di autonomia differenziata. Uno scorcio su un drammatico futuro nel quale solo chi vivrà in una regione ricca potrà curarsi, nel quale il Paese sarà spaccato tra chi ha i soldi per accedere a visite ed esami e chi dovrà rinunciarvi, nel quale il diritto alla Salute dei cittadini sarà sacrificato sull’altare delle bandierine ideologiche di questo governo di finti patrioti. Sappiamo che su questo argomento, purtroppo, non vedremo retromarce, ma contro questa follia ci siamo già battuti e continueremo a farlo in ogni sede possibile”, concludono i parlamentari del Movimento 5 Stelle.