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Lea 2022. Sono 8 le Regioni che non garantiscono a pieno le cure. Al top Emilia-Romagna, Veneto e Toscana. Flop invece per la Valle d’Aosta, la Calabria e la Sardegna


Pubblicati dal Ministero della Salute i risultati del Sistema di Garanzia che rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo assicura a tutti i cittadini italiani che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità. Schillaci: “C'è ancora molto da lavorare sugli screening oncologici sugli stili di vita e sui tempi d'attesa per le prestazioni ambulatoriali e sugli alti tassi di ospedalizzazione” IL RAPPORTO

15 LUG -

Sono ben 8 le Regioni e Pa italiane che non garantiscono a pieno i Livelli essenziali di assistenza. Sopra la sufficienza le altre 13 con al top Emilia-Romagna, Veneto e Toscana (Bene anche Pa Trento e Lombardia). Flop Valle d’Aosta, Calabria e Sardegna.

Il dato emerge dal rapporto definitivo del Sistema di Garanzia 2022 che rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo assicura a tutti i cittadini italiani che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità.

Dal documento appena pubblicato dal Ministero emerge come complessivamente, nell’anno 2022 registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macro-aree le seguenti Regioni: Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Puglia e Basilicata.

Una Regione, la Valle d’Aosta, presenta un punteggio inferiore alla soglia in tutte e tre le macro-aree.

Le Regioni Calabria, Sicilia e Sardegna presentano un punteggio sotto soglia nell’area della prevenzione e nell’area distrettuale.

La Provincia autonoma di Bolzano, l’Abruzzo ed il Molise presentano un punteggio sotto soglia per l’area della prevenzione; per la Regione Campania il punteggio sotto soglia è riferito all’area distrettuale.

Ricordiamo che è sufficiente non raggiungere il punteggio minimo (60) anche su uno dei tre indicatori (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) per non risultare adempiente.

“C'è ancora molto da lavorare sugli screening oncologici - per i quali tra l'altro risulta un'alta variabilità intraregionale - sugli stili di vita e sui tempi d'attesa per le prestazioni ambulatoriali e sugli alti tassi di ospedalizzazione”. Così, in un messaggio, il ministro della Salute Orazio Schillaci commenta i risultati provenienti dal Nuovo Sistema di Garanzia, che misura la capacità del servizio sanitario di erogare i livelli essenziali di assistenza (Lea), in corso di presentazione a Roma.

“Il Nuovo Sistema di Garanzia rappresenta uno strumento per verificare la capacità delle Regioni di garantire il diritto alla tutela della salute dei cittadini e per indirizzare la programmazione sanitaria a tutti i livelli di governo, per aumentare la qualità, l'efficienza e l'efficacia del servizio sanitario nazionale”, ha detto il ministro. “Su questi fronti, come noto, abbiamo già messo in campo misure importanti per implementare il nostro sistema d'assistenza. Stiamo affrontando sfide che erano in sospeso da anni e lo stiamo facendo servendoci dell'innovazione e attraverso un confronto ampio e aperto con tutti gli stakeholder”, ha concluso Schillaci.

Analizzando le singole aree, si evidenzia, nell’area della prevenzione, che gli indicatori relativi alle coperture vaccinali nei bambini non presentano valori ottimali nella maggior parte delle Regioni (può aver inciso il passaggio alla fonte informativa Anagrafe Vaccinale Nazionale – AVN). L’indicatore relativo ai controlli sugli animali risulta superiore alla soglia di sufficienza in pressoché tutte le Regioni e mediamente in miglioramento rispetto al 2021. L’indicatore relativo alla copertura delle attività di controllo degli alimenti risulta critico in Campania e Valle d’Aosta e in peggioramento rispetto all’anno precedente in diverse Regioni.

L’indicatore sintetico sugli stili di vita risulta critico nella parte meridionale dell’Italia e mediamente in lieve peggioramento rispetto all’anno 2021.

Gli indicatori di copertura degli screening oncologici sono essenzialmente stabili, sui valori di copertura già registrati nelle annualità precedenti (mediamente inferiori al 50%), con un’alta variabilità interregionale e situazioni di maggiore criticità in tutte e tre le campagne nelle Regioni del Centro-Sud.

Nella macro-area distrettuale, l’indicatore del tasso di ricoveri prevenibili per complicanze per diabete, BPCO e scompenso cardiaco ha un punteggio positivo in tutte le Regioni, proxy della capacità del sistema sanitario di cogliere in maniera appropriata i bisogni sanitari e della corretta presa in carico dei pazienti cronici.

L’indicatore “Intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso”, che misura la capacità tempestiva di risposta del sistema di emergenza e le performance del 118, registra nel 2022 un generale miglioramento rispetto agli anni precedenti. Le criticità, in particolare, sono evidenti nel Sud-Italia e nelle Isole.

I tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali, misurati attraverso la quota di prestazioni ambulatoriali garantite entro i tempi previsti dal Piano Nazionale Governo Liste di attesa (PNGLA) 2019-2021 per la classe di priorità B, peggiorano in 11 Regioni, ma occorre precisare che nell’attribuzione del punteggio finale influisce il criterio di validità del dato. L’indicatore relativo al consumo di farmaci antibiotici, selezionati come sentinella di farmaci iper-prescritti nella popolazione, risulta in aumento in tutte le Regioni. I valori più alti nel 2022 si registrano in Campania e Abruzzo.

Per quanto riguarda l’assistenza agli anziani non autosufficienti in strutture residenziali, si osserva una tendenza al miglioramento rispetto all’anno 2021 in quasi tutte le Regioni: si segnalano, tuttavia, valori dell’indicatore molto diversi tra le Regioni, con un gradiente geografico Nord-Sud e valori critici in particolare in Campania e in Basilicata.

Per quanto riguarda la presa in carico della Rete di cure palliative, l’indicatore sul numero di deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative sul numero totale di deceduti per tumore registra, nel 2022, un generale miglioramento nel valore medio, che era rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni: si evidenzia, tuttavia, che solo 8 Regioni hanno ottenuto punteggi al di sopra della soglia di sufficienza dell’indicatore.

Per la macro-area ospedaliera, nel 2022 si assiste ad un aumento del tasso di ospedalizzazione rispetto al 2021, ma senza raggiungere i livelli pre-pandemici. Da sottolineare che, per questo indicatore, ormai da tempo tutte le Regioni raggiungono il punteggio massimo.

Si registra in quasi tutte le Regioni un lieve miglioramento rispetto al 2021 della proporzione di interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a più di 135 interventi annui in quasi tutta Italia, a dimostrazione che ci si sta muovendo verso una maggiore concentrazione della casistica e della sicurezza delle cure. Si segnala la posizione in controtendenza della Provincia autonoma di Bolzano, che registra negli anni valori molto al di sotto della soglia, con trend decrescente.

Nel 2022 l’indicatore sull’appropriatezza del setting assistenziale, misurato con il rapporto tra i ricoveri attribuiti a DRG ad alto rischio di inappropriatezza e ricoveri attribuiti a DRG non a rischio di inappropriatezza in regime ordinario, appare sostanzialmente stabile e in tutte le Regioni il punteggio raggiunge la soglia di sufficienza.

La “proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza inferiore a 3 giorni” appare in lieve aumento in tutte le Regioni rispetto ai valori del 2021. Il punteggio dell’indicatore supera la soglia di sufficienza ovunque, tranne che in Valle d’Aosta e Calabria.

La percentuale di pazienti con più di 65 anni con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni è complessivamente stabile, ma in 10 Regioni si registra un peggioramento rispetto al 2021 e in 9 Regioni il relativo punteggio è inferiore alla soglia di sufficienza (60).

Nel 2022, la proporzione di tagli cesarei primari in strutture con meno di mille parti/anno appare in diminuzione rispetto al 2021, mentre nelle strutture con più di mille parti/anno si assiste a un peggioramento, in alcuni casi lieve, in 14 Regioni: anche in questo caso emerge un forte gradiente Nord-Sud nei valori dell’indicatore.



15 luglio 2024
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