“Le regioni hanno avuto il testo del decreto a poche ore dal Consiglio dei Ministri e quindi significa che il nostro parere non si è ritenuto utile acquisirlo preventivamente. Quindi ci si risparmi almeno l’imbarazzo di dover smentire ogni riferimento alla concertazione con le regioni. Ci riuniremo nei prossimi giorni e faremo pervenire le nostre proposte di modifica del decreto concordate in modo unanime”. È quanto dichiara in una nota il coordinatore della Commissione Salute delle Regioni e Assessore alla sanità per l’Emilia-Romagna, Raffaele Donini.
“Da quello che posso esprimere a titolo personale, come Assessore alla Salute della Regione Emilia - Romagna si tratta di un decreto ancora privo di coperture finanziarie e molto astratto. Da un lato è evidente la volontà di esautorare le regioni dalla loro funzione di programmazione sanitaria (questo spiega forse il mancato coinvolgimento delle stesse) con meccanismi di direzione, controllo, ispezione da parte del Governo, direttamente nei confronti delle Asl e non delle Regioni. Si passa così dalla retorica dell’autonomia differenziata all’autonomia nell’indifferenziata!!”
“Dall’altro lato, si spinge ancora l’acceleratore sulla privatizzazione della sanità, sia favorendo l’attività libero professionale dei medici a scapito di un potenziamento del sistema sanitario pubblico, sia alzando il tetto di spesa per il privato accreditato senza prima assicurare un adeguato finanziamento al sistema pubblico. Molte previsioni organizzative del decreto sono già presenti in alcune regioni, fra cui l’Emilia - Romagna alla luce della delibera di Giunta sulle liste di attesa dell’aprile scorso. Basti pensare all’impossibilità di tollerare liste chiuse o alla presa in carico obbligatoria della prenotazione o al recall per l’effettuazione della visita con annessa penalità per chi non si presenti. Infine, ben venga l’intelligenza artificiale per lavorare sull’appropriatezza delle richieste di visite ed esami come già in Emilia - Romagna si sta studiando”, ha concluso.