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Ordinamento professione sociologi e istituzione albo professionale. Ecco la proposta di legge presentata di Malavasi (Pd)


"Abbiamo proposto questo disegno di legge appunto perché crediamo che le competenze del sociologo siano quanto mai importanti in un sistema 'one health' di supporto alla politica, per  leggere i bisogni, comprendere le complessità e programmare con buone politiche nuovi modelli di sviluppo", ha commentato la prima firmataria della proposta, Malavasi.

27 NOV -

È stata presentata in conferenza stampa - giovedì 23 novembre, alla Camera dei Deputati - la proposta di legge sull’ordinamento della professione di sociologo, con istituzione dell’albo professionale. Il disegno di legge è stato presentato da lenia Malavasi (Pd) e vede come cofirmatario Marco Furfaro (Pd).

Alla presentazione, oltre a Malavasi e Furfaro, hanno partecipato Rocco Di Santo, presidente della Società Italiana di Sociologia della Salute; Patrizia Magnante, presidente della Società Italiana di Sociologia; Francesco Antonelli, presidente della Consulta della Ricerca dell’Associazione Italiana di Sociologia; Pietro Zocconali, presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi; e Saverio Proia, sociologo, già dirigente del Ministero della Salute.

“La sociologia è una disciplina che ci aiuta a conoscere meglio il nostro Paese e ha accompagnato l’evoluzione e la crescita della nostra società - ha illustrato in apertura Malavasi -. Questo ha avuto un grande valore anche in ambito sanitario, tanto è vero che la figura del sociologo è prevista negli organici delle Ausl fin dal 1978, anno di istituzione del Sistema Sanitario Nazionale. La sociologia offre, infatti, un contributo determinante nel comprendere i fenomeni e tenere insieme le comunità, soprattutto in momenti difficili o traumatici e l’attinenza con il tema sanitario si deve proprio al fatto che la salute è sempre un interesse e un bene collettivo. Abbiamo proposto questo disegno di legge appunto perché crediamo che le competenze del sociologo siano quanto mai importanti in un sistema 'one health' di supporto alla politica, per leggere i bisogni, comprendere le complessità e programmare con buone politiche nuovi modelli di sviluppo. La Regione Campania, per esempio, nel luglio scorso ha istituito il servizio di sociologia del territorio, sintomo di un’esigenza sentita. Ciò che ci proponiamo è l’istituzione, anche tramite apposito albo professionale, di una figura che sia riconosciuta per ruolo, spazio, specializzazione e responsabilità”.

“Valorizzare il ruolo dei sociologi perché le loro competenze siano incluse nei processi decisionali - ha aggiunto Furfaro - in un’ottica in cui la politica si mette in ascolto e lavora insieme alle associazioni e ai loro rappresentanti. Il nostro obiettivo non è “mettere una bandierina” su questo tema, ma, anzi, provare a trovare tutte le convergenze possibili su un interesse che è comune”.

“Il sociologo è una professione a tutti gli effetti inserita nell'area delle professioni sociosanitarie ex lege 3/17 "Lorenzin", eppure è mancante del primo e più importante riconoscimento - ha sottolineato Proia -. La proposta di legge è un atto dovuto, perché si giunga a una regolamentazione della figura del sociologo, tramite un albo. Auspico, quindi, che questo percorso trovi appoggio anche da parte dei rappresentanti della maggioranza e del Governo”.

“In Italia si contano circa 25mila sociologi - ha commentato Di Santo -. Il problema è che abbiamo sempre dato un contributo forte con un’influenza debole e ora vogliamo invertire questi fattori perché, negli anni, abbiamo assistito a un processo di dequalificazione del nostro ruolo e l’esclusione dei sociologi la vediamo nella vita concreta, mentre nelle varie piante organiche siamo sostituiti da altre figure, tutte normate da ordini professionali, con diverse competenze. L’albo è quindi la garanzia per poter espletare la nostra professione nei luoghi di lavoro, sia pubblici che privati, e per meglio affrontare le sfide su cui poi i decisori politici sono chiamati a legiferare. Il nostro ringraziamento, dunque, va all’On. Malavasi per aver ripreso un percorso che si era interrotto”.

“Apparteniamo a un gruppo più ampio delle scienze umane e sociali, ma, a differenza di altri, noi abbiamo sempre avuto il problema del riconoscimento professionale - ha concordato Magnante -. La professione sociologica senza albo va continuamente incontro a un sacco di difficoltà, e non solo in ambito sanitario. Noi consideriamo grave questo fatto, anche perché ha ricadute molteplici anche in ambiti diversi e penso, per esempio, a quello educativo o pedagogico, dove la competenza sociologica di fatto non viene utilizzata né valorizzata”.

“Va detto che il mondo accademico non ha perseguito quel movimento necessario per spingere l’istituzione di questo passo così necessario - ha spiegato Antonelli -. Ma oggi è nostra intenzione essere al fianco delle associazioni professionali, con convinzione, perché riteniamo che questa sia una sfida importantissima per la modernizzazione del Paese e per offrire il nostro contributo a un modello di sviluppo che non può essere ridotto semplicemente all’abbassamento del costo del lavoro”.

“L’alleanza tra le varie associazioni di categoria è uno dei punti fermi di questa rinnovata collaborazione che riguarda appunto l’istituzione dell’albo - ha concluso Zocconali -. Ultimamente sono nati diversi albi professionali e ora occorre proteggere e rilanciare l’importanza della nostra professione, motivo per cui ringraziamo moltissimo l’On. Malavasi per la sensibilità dimostrata verso questo tema".



27 novembre 2023
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