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Violenza sulle donne. Nel 2022 oltre 14mila accessi in Pronto soccorso


Lo ha reso noto il ministro della Salute Orazio Schillaci: “Oggi sappiamo che le forme più gravi di violenza contro le donne sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Per le donne vittime di violenza la rete di protezione è di fondamentale importanza: come emerge dai dati Istat prima di iniziare il percorso di uscita dalla violenza, il 40% delle donne si è rivolta ai parenti per cercare aiuto, il 30% alle forze dell'ordine, il 19,3% ha fatto ricorso al pronto soccorso e all'ospedale”.

20 NOV -

Lo scorso anno, in Italia “sono stati 14.448 gli accessi di donne in pronto soccorso con indicazione di violenza, con un aumento del 13% rispetto al 2021. In Italia si stima che circa l'8,6 % delle donne vittime di violenza che si rivolge al pronto soccorso, accede più di una volta”. È quanto ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci citando i dati del Sistema Emur per il monitoraggio dell'assistenza in emergenza-urgenza nel corso dell'evento di celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La giornata quest'anno arriva all'indomani dell'omicidio di Giulia Cecchettin e della dottoressa Francesca Romeo a cui il ministro ha chiesto di dedicare un minuto di silenzio

“Il Pronto Soccorso è il luogo dove è possibile intercettare la vittima di violenza perché è qui che si cerca il primo intervento sanitario - ha detto Schillaci - . Oggi sappiamo che le forme più gravi di violenza contro le donne sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Per le donne vittime di violenza la rete di protezione è di fondamentale importanza: come emerge dai dati Istat riferiti agli anni 2021 e 2022, prima di iniziare il percorso di uscita dalla violenza, il 40% delle donne si è rivolta ai parenti per cercare aiuto, il 30% alle forze dell'ordine, il 19,3% ha fatto ricorso al pronto soccorso e all'ospedale”, ha proseguito.

Inoltre, ha aggiunto il ministro, “quando si parla di violenza sulle donne non si può non pensare alle tante donne impegnate nelle professioni sanitarie e sociosanitarie che subiscono aggressioni verbali e fisiche. Sul totale delle aggressioni agli operatori sanitari, circa il 70% riguarda proprio le donne”.

“Nel mondo la violenza contro le donne interessa una donna su 3 e in Italia il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni ha subìto, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Al di là di ogni retorica, questi numeri non possono e non devono lasciarci indifferenti. Non dobbiamo assuefarci alla violenza” ha sottolineato il ministro.

Infine, Schillaci ha annunciato che è in arrivo il decreto attuativo sul bonus psicologico. “Il provvedimento sul bonus psicologo «sarà all'esame della Conferenza Stato-Regioni il 23 novembre”. E l'iter “non dovrebbe avere alcun problema. Ci lavoriamo da mesi: c'era un problema burocratico che abbiamo risolto”.


L'analisi delle risposte all’indagine mostra che:

il 77% delle strutture ha in uso i protocolli attuativi del percorso per le donne che subiscono violenza

l’83% dei pronto soccorso assicura procedure diversificate e modalità di dimissione protetta nel caso di valutazione a rischio alto

presso il 79% delle strutture è individuato il referente del percorso

il 59% delle strutture assicura la presenza di una equipe multidisciplinare dedicata al percorso per le donne che subiscono violenza

nel 79% dei pronto soccorso sono presenti attività e percorsi di formazione e aggiornamento sulla violenza- per gli operatori sanitari

nel 98% delle strutture la donna viene informata della presenza sul territorio dei centri antiviolenza e nel 99,6% è garantita una puntuale informazione sulla possibilità di sporgere querela, anche contattando direttamente le forze dell’ordine

il 79% dei pronto soccorso assicura il supporto di mediatrici linguistico-culturali per via telefonica; solo nel 44% delle strutture avviene vis à vis in pronto soccorso

il 94% delle strutture garantisce, in presenza di figli minori, la possibilità che possano restare con la madre e che siano coinvolti nel suo stesso percorso

nel 62% delle strutture è presente un sistema per l’accompagnamento delle donne e degli eventuali figli a una struttura protetta esterna.

Non mancano aspetti che necessitano di ulteriore implementazione se si considera che solo il 28% delle strutture che risposto al questionario dichiara una presa in carico sociale attiva h24 e il 39% prevede figure di supporto per le donne con disabilità.



20 novembre 2023
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