Oggi "non c'è nessun sistema reale efficace di monitoraggio delle liste d'attesa" che "è un problema annoso e doloroso che purtroppo risale indietro negli anni. E' la percezione peggiore che i cittadini hanno del Servizio sanitario nazionale". Lo ha evidenziato il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto oggi a Milano a un talk dell'evento del 'Corriere della Sera', intitolato 'Il Tempo della Salute', in corso a Milano. Commentando i risultati di un report fatto da Agenas in materia di attese, Schillaci ha osservato: "Quando leggiamo sul giornale che una cittadina è arrabbiata giustamente perché ha chiamato il Cup di un determinato ospedale in una determinata regione e le hanno detto che per fare la mammografia deve aspettare 720 giorni, questa è una cosa inaccettabile, però è una rilevazione aneddotica. In realtà noi dobbiamo avere dei dati".
"Se non si hanno dati precisi non si può 'curare la malattia'. E questo è il primo impegno che stiamo mettendo al ministero per cercare di risolvere questo problema delle liste d'attesa. Noi abbiamo bisogno di avere i dati, dobbiamo sapere in tutte le regioni" qual è la situazione. "Tra l'altro dal report emerge chiaramente come ben 9 Regioni non hanno mandato i dati. Se noi non abbiamo una reale rappresentazione almeno regionale e per grosse patologie o per esami diagnostici che sono richiesti poi diventa più difficile intervenire. E' il nostro primo impegno in questo e stiamo già partendo" con l'obiettivo di "supportare le Regioni in una raccolta precisa e analitica dei dati". Poi "dobbiamo fare in modo di mettere insieme nei Cup regionali - e so che in questo la Lombardia si sta muovendo e anche la Regione Lazio - l'offerta del sistema pubblico e del sistema privato convenzionato".
“No visite domiciliari da 18% medici famiglia dato troppo alto”
Va detto, ha aggiunto il ministro, "che il carico burocratico al quale vanno incontro i medici di medicina generale negli anni è cresciuto" e, ha ricordato, "abbiamo cercato di rendere più facili alcuni percorsi" anche "rendendo la ricetta elettronica uno strumento stabile che possono utilizzare per diminuire questo carico burocratico e per facilitare la vita dei cittadini. Va fatto un focus sulla medicina generale", ha concluso Schillaci, aggiungendo che occorre "rendere anche più attrattiva la professione", farla "diventare una specializzazione" e far capire ai medici di medicina generale "il loro indispensabile apporto nelle strutture territoriali che stiamo andando a realizzare".