“I soldi destinati al nostro settore devono essere spesi dal 2024 in poi. Noi quest'anno abbiamo già raggiunto tutti gli obiettivi. Del resto, come ha visto anche la Corte dei Conti, non sono ancora partiti i bandi. Intanto svolgiamo il nostro ruolo di controllo sulle Regioni, per sincerarci che rispettino i tempi. A breve le convocheremo tutte”. È quanto spiega in un’intervista a Repubblica il Ministro della Salute, Orazio Schillaci che spiega il motivo per cui fino ad ora per la Mission 6 Salute del Pnrr sia speso solo l’1% delle risorse.
Ma il Ministro analizza anche la situazione: “Il Covid ha messo in evidenza le luci e le ombre del nostro sistema. Le prime sono stati i professionisti, le seconde la medicina del territorio. È questa che manca, una rete al servizio del cittadino. Dobbiamo quindi fare una riforma puntando su medici di famiglia, farmacie di servizio, medicina territoriale e innovazione tecnologica. Spesso si parla dell'affollamento dei pronto soccorso, ma quello c'è perché mancano alternative sul territorio”.
Oltre a questo per Schillaci sarà fondamentale “la digitalizzazione. La considero una svolta. E anche uno strumento per superare tante diseguaglianze non solo tra Nord e Sud ma anche tra grandi città e piccoli centri. Spero intanto che a breve il fascicolo sanitario elettronico faciliti le cose per i pazienti. Intanto abbiamo prorogato la ricetta elettronica ma grandi cambiamenti ci attendono grazie alla possibilità di monitorare i pazienti a casa con la telemedicina. Così in ospedale ci andrà solo chine ha veramente bisogno”.
Il Ministro parla poi delle Case della Comunità: “Le faremo, dovranno essere dei luoghi nei quali i cittadini troveranno servizi sanitari territoriali. Ora però è importante lavorare per metterci dentro il personale e per geolocalizzarle bene, cioè metterle dove servono davvero”.
Schillaci chiarisce però che c’è un problema di personale. Il Pnrr finanzia le strutture ma per metterci dentro gli operatori servono fondi: “Vorrei dare più soldi al personale ma la filosofia del Piano è quella di investire sulle strutture, le modifiche sono molto difficili. Vedremo, comunque, se riusciremo a ricavare anche una piccola quota per i professionisti della sanità”.
Tema caldo anche quello delle carenze di medici e infermieri: “Gli infermieri – dice il Ministro - mancano in tutta Europa. Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso ad esempio all'India. Ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti”.
E sui medici: “La loro carenza è diversa. E mirata, nel senso che riguarda alcune specializzazioni che non sono attrattive, come il pronto soccorso. Abbiamo inserito in un Decreto, il 34, misure per rendere quel lavoro più remunerativo e meno pesante”.
Nell’intervista Schillaci affronta anche la questione Aifa con la riforma che stenta a decollare: “Chiuderemo la riforma entro l'estate o subito dopo. Non è vero che prima c'erano pesi e contrappesi, perché comunque il ministero della Salute aveva già le nomine più importanti. E non dimentichiamo che è stata proprio la presenza di un direttore e un presidente, che non andavano d'accordo, a paralizzare l'agenzia negli ultimi due anni. Della nuova commissione unica che approverà i farmaci dovranno far parte i migliori tecnici del settore”.
Sulla pillola anticoncezionale gratuita invece non vuole entrare: “È una faccenda tecnica che riguarda Aifa e non voglio entrarci. Lì probabilmente c'è una questione economica, il Mef ha chiesto di capire i costi”.
Infine, un auspicio per il futuro: “Le liste di attesa, vorrei ridurle. Per farlo servono sì anche soldi ma ci vuole soprattutto un cambiamento culturale. Bisogna lavorare sull'appropriatezza, c'è molta medicina difensiva che porta anche a prescrizioni che non servono. Alle persone vanno fatti gli accertamenti realmente utili. I cittadini devono sempre rivolgersi al medico, non farsi autoprescrizioni. Se si ha mal di schiena non bisogna fare subito la risonanza magnetica, prima è meglio parlare con il dottore. Sugli accessi al pronto soccorso e la specialistica In Liguria Gli infermieri indiani della Rsa Ruffini di Finale Ligure: qui il personale proviene in larga parte dall'India l'inappropriatezza rappresenta almeno un terzo delle prestazioni”.