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Sanità intergrativa. Zaffini (FdI): “Canalizzare la spesa di tasca propria dei cittadini in un sistema assistenziale integrativo”


"È necessario rivedere i criteri e creare un nuovo sistema di assistenza. La spesa privata dei cittadini non è oggi intermediata è regolamentata dallo Stato ma soltanto dal 'mercato', ma il presupposto del mercato è la parità sostanziale dei contraenti mentre chi porta un bisogno di salute inevaso è soltanto un cittadino fragile", spiega il presidente della Commissione Sanità, Lavoro e Affari sociali di Palazzo Madama.

18 MAG -

“Canalizzando le risorse spese dagli Italiani di tasca propria in un sistema assistenziale integrativo basato sui principi di universalismo ed equità e attuato mediante una Governance pubblica e strumenti (prodotti e servizi) di mercato si potrebbe garantire a tutti i cittadini una lunga vita in buona salute".

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, presidente della Commissione Sanità, Lavoro e Affari sociali di Palazzo Madama.

"La Sanità ed i bisogni di cura e di assistenza sono molto cambiati ed oggi abbino, ad esempio, una popolazione anziana che ci consegna alti livelli di non autosufficienza e di cronicità - spiega Zaffini -. La popolazione italiana di età superiore ai 65 anni rappresenta oltre il 23% della popolazione, per un totale di 14 milioni di persone. La percentuale, secondo Istat, è destinata a salire al 35% entro il 2050. Nel 2018 l’indice di vecchiaia in Italia ha raggiunto il suo massimo storico di 173,1: ogni 100 giovani ci sono dunque 173 anziani; erano 130 nel 2000 e 58 nel 1980. L’indice di dipendenza degli anziani ha raggiunto il 35,7%, ciò significa che in Italia ogni 3 persone attive ve ne è 1 over 65. Si tratta del valore più elevato in Europa (31%) e il secondo al mondo dopo il Giappone (46%)".

"Il 50% degli anziani (7 milioni di persone) denuncia 3 malattie croniche - aggiunge -. In particolare il 43% degli anziani over 65 presenta almeno 1 patologia cronica grave (nel 20% dei casi cardiaca), mentre sopra i 75 anni e sotto gli 85 anni l’incidenza di almeno una patologia grave sale al 48%. Sopra gli 85 anni, comprensibilmente, gli affetti da almeno due patologie gravi contemporanee di attesta al 33%. Il punto cruciale, dunque, non è tanto invecchiare, ma invecchiare “bene”. In Italia la “speranza di vita a 65 anni” è di 21 anni, mentre secondo quello “senza limitazioni nelle attività”, un sessantacinquenne avrebbe in media davanti a sé 9,9 anni di vita in salute. Il 28,7% degli anziani vive da solo e spesso, soprattutto all’aumentare dell’età, si avvale di un’assistenza domiciliare. In media per ogni anziano c’è uno 0,7 di caregiver familiari (al 70% sono donne)".

"Organizzare e strutturare servizi fruibili agli anziani ed assisterli vuol dire anche promuovere l’occupazione femminile. Ai caregiver familiari bisogna aggiungere almeno 1,6 milioni di persone (nella veste di badanti e personale domestico). La stima della spesa privata delle famiglie per l’assistenza agli anziani è ogni anno di 20/25 mld che si aggiungono all’Out of Pocket sanitario (la spesa di tasca propria sostenuta dagli italiani per curarsi che oggi raggiunge e supera 40 mld) Se si combinano i dati sull’invecchiamento e sulla cronicità sopra richiamati è evidente che la spesa per sanità ed assistenza per gli anziani rischia di qui al 2050 di esplodere. E’ dunque necessario rivedere i criteri e creare un nuovo sistema di assistenza”. La spesa privata dei cittadini non è oggi intermediata e regolamentata dallo Stato ma soltanto dal “mercato”, ma il presupposto del mercato è la parità sostanziale dei contraenti mentre chi porta un bisogno di salute inevaso è soltanto un cittadino fragile", conclude Zaffini.



18 maggio 2023
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