Un importante ruolo di guida del ministero della Salute per le Regioni di difficoltà. L’arrivo a stretto giro del Decreto sui nuovi Lea. Modelli organizzativi diversi da quelli che abbiamo avuto fino ora per efficientare il sistema, perché il problema “non è la carenza di fondi”. Rendere la sanità pubblica più appetibile per sconfiggere l’esodo dei medici verso altre nazioni e far ”ricredere” i medici a gettone. E poi, depenalizzare l’atto medico per sconfiggere la medicina difensiva che costa al Ssn 10 mld di euro l’anno. Soprattutto, meno burocrazia per consentire al medico di tornare a svolgere il suo ruolo di cura.
Questa la ricetta per far marciare la sanità pubblica illustrata oggi dal ministro della Salute Orazio Schillaci intervenuto questa mattina ad Elisir su Rai 3. Un intervento a tutto tondo, che non dimentica le criticità della pandemia. “Ci ha insegnato molto” ha detto Schillaci e per il futuro non ci faremo trovare impreparati: “Abbiamo un piano pandemico e lo andremo a rivedere entro la fine dell’anno tenendo anche in considerazione i nuovi possibili virus respiratori che possono colpire la nostra nazione”.
Riforma del Titolo V della Costituzione. Tanti i temi toccati nel corso della trasmissione. I più caldi, la disparità di offerta sanitaria tra le Regioni. “Credo che l’autonomia differenziata può diventare un modello virtuoso per far sì che ci sia una maggiore riequilibrio tra le regioni. Ma rivendico anche un ruolo importante di guida per il Ministero che ho il privilegio di guidare in questo momento. Un ruolo guida per far sì che le Regioni in difficoltà possano trovare aiuto nel Ministero e che le Regioni più virtuose siano un modello da seguire per quelle che hanno più problemi” ha detto il Ministro sollecitato sulle grandi differenze in sanità tra regioni, acutizzate dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.
Nuovi Lea. Ma una risposta per accorciare le disparità è in arrivo. “Finalmente nei prossimi giorni – ha annunciato – riusciremo a chiudere il nuovo decreto sui Lea che è fermo da oltre sei anni. Questo rappresenta, a mio giudizio, veramente un cambio di marcia e una sanità più equa in tutte le Regioni”.
Bisogna efficientare il sistema. “La sanità è cambiata e quella che chiamo la sanità del terzo millennio ha bisogno di operatori preparati, ma soprattutto ha bisogno di modelli organizzativi diversi da quelli che abbiamo avuto fino ora. Non è questione soltanto di carenza di fondi” ha poi sottolineato il Schillaci incalzato sulla cronica mancanza di finanziamenti per la sanità. “Dal 2011 al 2019 in era pre Covid c’è stato un costante definanziamento del Ssn – ha ricordato – ma poi è intervenuta una chiara inversione di tendenza a partire dalla pandemia. Anche quest’anno il Fsn è stato incrementato in maniera significativa e cospicua di oltre 5 miliardi di euro rispetto a quanto previsto e abbiamo distribuito alle Regioni 136 miliardi di euro. Credo che bisogna efficientare il sistema, non è solamente quindi un problema quantitativo”.
Meno burocrazia. Altro grande neo è quello della burocrazia, basti pensare - è stato ricordato - che la durata media della visita di un medico italiano è di solo 9 minuti, proprio a causa delle tante “incombenze“ alle quali devono rispondere. Su questo punto Schillaci non ha dubbi: “L’attenzione al paziente è fondamentale. Ho sempre insegnato ai miei studenti e agli specializzandi ad avere grande cura nel raccogliere le informazioni dal paziente perché gran parte della diagnosi si fa con l’anamnesi. Per questo credo che dobbiamo aiutare i medici, in particolare i medici di medicina generale, ad avere un minor carico burocratico. E su questo stiamo già lavorando in piena sintonia con loro per far sì che si possano dedicare a quelle che sono le caratteristiche del medico, cioè ascoltare il paziente, fare la diagnosi, curarlo e visitarlo e non essere presi da mille altre incombenze che non competono ai medici e agli operatori sanitari”.
Schillaci è poi intervenuto sui medici a gettoni: “Fondamentale combattere il fenomeno dei gettonisti, per questo siamo intervenuti con un chiaro provvedimento di legge (Decreto Bollette)”. Ma per il ministro è strategico rendere più attrattivo il Ssn: “Questa è la sfida, dobbiamo far sì che chi oggi fa il gettonista torni a lavorare nel sistema sanitario, che i giovani che vanno all’estero capiscano la qualità della nostra sanità pubblica”.
Depenalizzare la responsabilità medica. Un passaggio significativo per Schillaci: “Stiamo lavorando con il ministro Nordio. Credo che sia un provvedimento utile per andare a diminuire la cosiddetta medicina difensiva che pesa sulla spesa sanitaria nazionale fino a 10 miliardi l’anno. Rendere il medico più sicuro nella sua professione senza togliere nulla ai pazienti - se c’è un errore per dolo o colpa grave il medico ne risponderà - potrebbe aiutare veramente a superare e ridurre le liste d’attesa”.
Altra atout sono gli ospedali di comunità la cui realizzazione deve essere effettuata entro il 2026. “Possono rappresentare dei presidi importanti – ha spiegato – dobbiamo dare al paziente la possibilità di trovare risposta alla sua richiesta di salute non solo nei pronto soccorso ma anche nelle nuove case di comunità e negli ospedali di comunità. Va poi rafforzata anche la rete dei medici di medicina generale e delle farmacie dei servizi”.