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Dal payback dei dispositivi medici al Decreto Schillaci, Governo e Regioni a confronto: obiettivo trovare 2-3 mld


Riunione tecnica ieri tra Mef, Salute e Regioni sui prossimi provvedimenti in arrivo per la sanità. Sul payback il Governo si farà carico di 1 mld dei 2,2 dovuti dalle aziende. Per quanto riguarda le misure annunciate dal Ministro della Salute contro la carenza di personale e le liste d’attesa l’obiettivo è arrivare a disporre di 2 mld.

25 MAR -

Un miliardo per il payback dei dispositivi medici e 1-2 per le misure annunciate dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci per far fronte alla carenza di personale e per ridurre le liste d’attesa. Intorno a queste cifre ieri si è svolta una riunione tecnica tra Mef, Salute e Regioni. Partiamo dal payback dei dispositivi medici per cui dovrebbe essere in arrivo un decreto legge contenente lo stanziamento da 1 mld per limitare l’impatto dei 2,2 mld previsti a carico delle imprese che da mesi stanno protestando e denunciando le storture della norma. Risorse però che servono alle Regioni che già in più occasioni hanno sollevato l’allarme per i conti e che a quanto pare di capire non riceveranno altre risorse dal Governo per i ristori Covid. Ora però si sta ragionando sul come far pagare le aziende, l’ipotesi al momento più concreta è quella che prevede di calcolare le somme dovute in base ai fatturati e prevede anche la possibilità di dilazionare il dovuto. Ma come i tecnici stanno ancora lavorando al meccanismo e poi sarà chiaro che le aziende dovranno rinunciare ai ricorsi, ce ne sono già un centinaio presso i Tar.

Non solo payback ieri Mef, Salute e Regioni hanno parlato anche delle misure annunciate dal Ministro Schillaci per far fronte alla carenza di personale e per ridurre le liste d’attesa. L’impianto ha trovato d’accordo tutto il tavolo. Di risorse non si è parlato ma pare che un miliardo ci sia anche se l’obiettivo è arrivare a 2 mld per dare modo realmente alle misure di essere incisive. Ma per le risorse si dovrà attendere il Def.

Tra le principali ricordiamo quella che vuole limitare l’uso dei medici a gettone nei reparti magari anche assumendoli.

Per attrarre i medici nelle prime linee dei pronto soccorso o a lavorare in specialità come virologia o radiologia, che hanno poco appeal perché si fa poco privato, c’è poi un altro pacchetto di incentivi. Il primo dovrebbe essere quello che tassa solo al 15% l’indennità di specificità medica, che si aggira sui mille euro al mese. L’altro sarebbe quello di far aumentare in futuro l’assegno previdenziale con una quota di contributi figurativi per ogni anno lavorato nei reparti più disagiati.

Per tagliare le liste di attesa si punta ad aumentare la remunerazione per le prestazioni aggiuntive, che un decreto dell’era Covid aveva fissato a 80 euro l’ora per i medici e 50 per gli infermieri. Incentivi rimasti però sulla carta perché per essere applicati era previsto un regolamento mai scritto. Per le prestazioni aggiuntive su piatto ci sarebbero 100 milioni. E ancora vi sarebbe poi l’intenzione di attraverso accordi con i privati di garantire una maggiore offerta di prestazioni contro le liste d’attesa.


L.F.



25 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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