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Medici in servizio fino a 72 anni? Snami: “Proposta inaccettabile”


Il sindacato autonomo boccia l’emendamento al Milleproroghe: “E’ assurdo che una proposta di questo tipo venga avanzata nuovamente dopo che era stata bocciata nel corso della discussione sulla manovra finanziaria, lo scorso autunno avvantaggiando pochi e danneggiando tanti medici, soprattutto quelli delle giovani generazioni”.

23 GEN -

“Tenere i medici al lavoro fino a settantadue anni non è la soluzione. Piuttosto, il governo e la maggioranza dovrebbero pensare ad un sistema sanitario equilibrato che non carichi all’inverosimile i medici, soprattutto quelli di medicina generale, costringendoli a lasciare la professione anticipatamente”. Lo afferma il presidente nazionale Snami Angelo Testa, che senza mezzi termini è assolutamente contrario alla proposta fatta in sede di dibattito sul decreto Milleproroghe in Senato.

“Innalzare – prosegue - a settantadue anni il tetto d’età per mantenere in servizio i medici alle dipendenze delle aziende sanitarie, quelli che svolgono l’attività in convenzione con il Servizio sanitario nazionale , i docenti universitari e i medici di medicina generale , sarebbe una soluzione addirittura peggiore della falla che si intenderebbe sanare”.

“Potrebbe essere una sorta di regalo ai professori universitari e ai primari che di fatto bloccherebbe l'avanzamento di carriera dei medici più giovani e nel contempo un assist alle casse previdenziali che pagherebbero due anni in meno di pensioni incassando due anni in più di contributi.

E’ assurdo che una proposta di questo tipo venga avanzata nuovamente dopo che era stata bocciata nel corso della discussione sulla manovra finanziaria, lo scorso autunno – conclude Testa – avvantaggiando pochi e danneggiando tanti medici, soprattutto quelli delle giovani generazioni. E’ ovvio che la soluzione non è tenere i medici sino ai 72anni, escluso rarissime eccezioni, anni ma trovare soluzioni che permettano a chi lavora di poterlo fare in modo equilibrato senza andare in burnout e quindi lasciare la professione anticipatamente.”



23 gennaio 2023
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