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Allarme budget sanità dalle Regioni: “Servono più risorse e più personale. Ad oggi il finanziamento è insufficiente”. Il documento

di Luciano Fassari

Dopo il documento generale inviato al Governo nei giorni scorsi, la Commissione Salute ha inoltrato anche una serie di richieste/proposte specifiche e articolate al Ministro della Salute, Orazio Schillaci. Dal come affrontare la carenza di personale, passando per la riforma della governance del farmaco e dei dispositivi fino alla riforma della medicina generale e al superamento del tetto di spesa per il privato ecco tutte le richieste degli assessori alla Sanità. IL DOCUMENTO

07 NOV -

“Affinché il Servizio Sanitario Nazionale sia nelle condizioni di assicurare le migliori cure a tutti i cittadini, attraverso un sistema universale in grado di erogare un’assistenza uniforme sul territorio nazionale, di garantire tempi di accesso e qualità delle prestazioni conformi ai migliori standard, è necessario superare le criticità che interessano il sistema e che sono state acuite dalla pandemia da Covid-19 e dalla crisi energetica. Il superamento di queste difficoltà ed il necessario rafforzamento del SSN presuppone, innanzitutto, la disponibilità di un adeguato livello di risorse finanziarie e di risorse umane”. È quanto scrive la Commissione Salute in un lungo documento con le richieste e le proposte per la sanità inviato al Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Il documento di settore segue quello di più ampia portata già inviato a tutto il Governo ma approfondisce le criticità per quanto riguarda il settore sanitario.

Le spese Covid. In primis gli assessori alla Salute denunciano come “la programmazione sanitaria dell’anno 2022 è risultata condizionata negativamente e significativamente dall’incompleto finanziamento dei maggiori oneri per la gestione della pandemia che le Regioni hanno sostenuto e stanno tutt’ora sostenendo. Tali oneri (pari a 4,6 miliardi per il solo anno 2021), hanno trovato una copertura parziale nelle risorse previste dai decreti emergenziali e dai recenti provvedimenti governativi”.

Le Regioni rivendicano di aver provveduto con proprie risorse ma che tutto ciò ha comportato “dei costi incrementali che, in assenza di specifiche risorse aggiuntive, gravano sul FSN rendendo insufficiente l’attuale livello di finanziamento”.

Il caro energia. Gli assessori denunciano poi come “nell’anno in corso, la situazione economica è stata ulteriormente aggravata dall’incremento dei prezzi delle fonti energetiche: anche in questo caso i maggiori costi, stimati dalle Regioni e dalle Province autonome in oltre 1 miliardo ed in continua crescita, sono stati solo parzialmente finanziati dalle risorse stanziate per la sanità. Anche in questo caso, pur considerando positivamente l’impegno del precedente Governo che ha stanziato risorse per gli Enti del SSN, è indispensabile proseguire il confronto con il Governo per quantificare i maggiori costi energetici sostenuti dalle Regioni e dalle Province Autonome e per individuare un corrispondente livello integrativo di finanziamento. Per tali motivazioni, tutte le Regioni e le Province autonome concordano sulla necessità di un incremento delle risorse finanziarie a disposizione del SSN, già a partire dall’anno 2022”.

Preoccupazione per la Nadef. Le Regioni sono poi “preoccupate per lo scenario economico programmatico che, sulla base del Documento di Economia e Finanza 2022 e della recente Nota di Aggiornamento (NADEF), che indica un ridimensionamento della spesa sanitaria prevista per il triennio 2023-2025. Pur auspicando il progressivo esaurimento delle misure emergenziali di contrasto della pandemia, la previsione pluriennale della spesa sanitaria deve tenere conto di alcune dinamiche legate, ad esempio, al rinnovo del trattamento economico del personale dipendente e convenzionato, all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), agli impegni pianificati per rafforzare la performance del SSN, anche in termini di tempestività di risposta rispetto alle emergenze sanitarie e di sviluppo dell’assistenza territoriale”.

Riforme per farmaci e dispositivi medici. Nel documento le Regioni evidenziano poi come sia “necessario rivalutare complessivamente e condividere la modalità di determinazione e di ripartizione del payback per il superamento del tetto della spesa farmaceutica e della spesa per l’acquisizione dei dispositivi medici”. Con riferimento all’assistenza farmaceutica, inoltre, per gli assessori c’è “la necessità di procedere, attraverso l’attività dell’Agenzia Italiana del Farmaco, ad una complessiva revisione del Prontuario farmaceutico nazionale per garantire l’accesso uniforme a livello nazionale ai farmaci e la governance della spesa farmaceutica”. Sempre in tema chiesta la riforma di Aifa e l’individuazione dei Comitati Etici Territoriali.

Carenza personale e contratti. “Il fabbisogno di personale sanitario – scrivono le Regioni - sta assumendo i connotati di un’emergenza nazionale, la cui soluzione richiede interventi straordinari a partire dal superamento dei vincoli legislativi che impongono tetti di spesa e delle limitazioni sull’acquisizione e sulla gestione del personale sanitario. Occorre considerare che il completamento del recupero delle prestazioni sanitarie non erogate durante l’emergenza pandemica e l’adozione delle misure necessarie per ridurre i tempi massimi delle liste d’attesa, nonchè l’avvio delle attività nelle nuove strutture previste dal PNRR, presuppone la disponibilità dei professionisti. Pertanto, è necessario investire sui professionisti della sanità, anche attraverso l’opportunità del rinnovo dei CCNL e degli ACN, incrementando le retribuzioni, rivedendo le politiche e la capacità formativa”.

Riforma medicina generale. “Allo scopo di attuare le azioni per lo sviluppo dell’assistenza territoriale e la digitalizzazione a supporto del lavoro dei professionisti e per facilitare l’accesso alle cure attraverso la telemedicina – si legge nel documento - è necessario proseguire il confronto con le Regioni per definire le esigenze organizzative, economico finanziarie e di personale, a partire dal rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale (ACN), indispensabile per applicare i nuovi modelli e standard organizzativi e strutturali e per attuare la riforma dei medici di medicina generale necessaria per confermare la loro importanza e migliorare la loro sinergia con le altre strutture del Servizio Sanitario Nazionale, anche facendo riferimento al testo già sviluppato con il Ministero della Salute”.

Superare tetti di spesa per il privato. Le Regioni chiedono anche “di superare i limiti di spesa previsti dall’articolo 15 del Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135. Questi tetti di spesa sono stati definiti nell’anno 2012 e non sono più compatibili con l’attuale fase di gestione dell’emergenza da Covid-19, di recupero delle prestazioni sanitarie rinviate durante la pandemia, di attuazione delle misure di qualificazione e consolidamento del Servizio Sanitario Nazionale. Queste attività, infatti, comportano politiche espansive della spesa sanitaria che, stante le difficoltà di poter disporre delle necessarie risorse umane, richiedono il coinvolgimento degli erogatori privati accreditati”.

Tra le richieste poi vi è anche l’adozione delle misure necessarie per garantire l’attuazione degli investimenti programmati nell’ambito della Missione 6 del PNRR/PNC e del Programma straordinario di investimenti in sanità. Tra i temi anche il finanziamento degli indennizzi a favore dei soggetti danneggiati da vaccinazioni, trasfusioni ed emoderivati (Legge n. 210/1992) e la definizione dei nuovi criteri e dei relativi pesi per la ripartizione del fabbisogno sanitario nazionale standard.

Luciano Fassari



07 novembre 2022
© Riproduzione riservata

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